Oggi, lasciamo il campo a una novellina, Denise Hastings (pseudonimo di Denise Imbriani), che ha pubblicato il suo primo romanzo con Mondadori nella Collana I Romanzi Classic.
Nome francese, cognome inglese, ma cuore tutto italiano. Ama viaggiare e, se non può farlo realmente, lo fa con la fantasia. Affascinata dalla storia e dalle lingue straniere, che le hanno permesso di approfondire le ambientazioni dei suoi romance, non disdegna però discipline più rigorose come l’economia e il management. Adora Lecce, la sua città, capitale del barocco del sud, ed è orgogliosa delle sue radici.
1. Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Sono all’inizio della mia carriera (?) di scrittrice. Scrivo romance sebbene spesso inserisca elementi mystery, thriller o fantasy all’interno.
È una decisione dettata totalmente dall’ispirazione. Forse è una scelta ‘infelice’ in quanto i lettori sono sempre più portati a leggere per categorie ‘pure’ anche per via delle regole poste dalla grande offerta dei libri e dai Marketplace come Amazon.
2. Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Direi metodo misto. La parte puramente creativa, il ‘canovaccio’ rigorosamente scritto a mano con mille dettagli, cancellature e ripensamenti su mille fogli bianchi volanti.
Dalla stesura in poi, uso il pc. Solo se incappo in un capitolo difficile ritorno a carta e penna. È molto corroborante scrivere in maniera tradizionale, carta e penna mi suscitano mille emozioni. Ma poi soffro quanto devo riportare tutto su pc… Quindi, taglio la testa al toro in questo modo.
3. C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
Solitamente, non ho molti momenti liberi nella mia giornata per via di costanti mille impegni. Ci sono giornate in cui vorrei scrivere, ma arriva notte e sono così stanca da andare a direttamente a dormire.
In pratica, devo lottare per ritagliarmi del tempo per scrivere. Quando ci riesco, capita nella fascia serale (dalle 9 alle 11, anche mezzanotte talvolta).
Per il momento devo adeguarmi; poi, se più avanti potrò costruirmi una routine con meno impegni, scrivere sarà sicuramente un’attività quotidiana da espletare con assoluto piacere.
4. Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Dato che non ho scritto ancora moltissimi libri (sto scrivendo il quarto), per il momento posso dire che, il più delle volte, semplicemente sogno.
Solo con un romanzo, il terzo, ho letteralmente sofferto perché ho scelto un periodo storico particolare e ho dovuto trattare un aspetto che non combacia affatto con i miei principi e valori. Infatti, non sono ancora sicura se pubblicare quest’opera.
5. Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Dei quattro libri scritti e in stesura, solo con uno sono riuscita ad ‘andare a braccio’ e ‘navigare a vista’. Tutti gli altri seguono un’attenta struttura architettonica che difficilmente modifico. Al termine, l’opera è fedele almeno all’80% rispetto al progetto iniziale.
6. Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Ho parzialmente risposto nella seconda domanda. Scrivere tutti i giorni, al momento, mi è impossibile. Anche se non credo che riuscirei a scrivere ogni singolo giorno dell’anno. Penso che andrei a periodi: un mese ogni santo giorno, poi nulla anche per due o tre mesi!
Ahimè, non sono uno di quegli scrittori che partoriscono un’idea da cui poi sviluppano il romanzo o l’opera. Necessito di un momento totalmente creativo e di grossa ispirazione che mi permetta di definire trama, personaggi e ambientazione e poi parto subito con la prima stesura perché trascinata dall’entusiasmo.
7. Ama quello che scrive, sempre, dopo che lo ha scritto?
Lo amo anche se posso non essere sempre pienamente soddisfatta. Questo perché adoro le storie che racconto, anche se il mio stile è ancora troppo acerbo.
8. Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Al momento, ho all’attivo una sola pubblicazione e posseggo delle copie autore private di altri due. Non rileggo mai interamente, ma apro casualmente il libro e ne rileggo dei pezzi. Poi lo chiudo con un sorriso stampato in faccia.
9. C’è qualcosa di autobiografico nel suoi libri?
Più di quanto mi piaccia ammettere. Nei primi due, le protagoniste hanno molto del mio carattere: determinate, originali ma allo stesso dolci e altruiste.
Rispetto alle vicende, no. Su quel fronte sono riuscita a rimanere totalmente neutrale. Credo che all’inizio sia inevitabile per l’autore raccontare di sé. Non la considero una debolezza, sebbene mi senta potenzialmente vulnerabile perché darei ad altri un modo per “leggermi”.
10. Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è una lettrice assidua? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Dai dodici ai vent’anni leggevo oltre venti libri l’anno. Il sabato sera, quando uscivo con i miei amici, preferivo saltare la cena ma passare in libreria a fare qualche acquisto.
Purtroppo poi, con l’università e l’inizio della vita da adulta, il numero è calato drasticamente.
Ora che sono laureata e che, vista la situazione pandemica, sono molto più a casa ho ripreso a leggere.
11. Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
Sono iscritta a due concorsi. Il primo è sponsorizzato da una CE media e prevedeva l’invio di un romanzo rosa di almeno 40.000 parole. Un comitato di lettura esterno esamina le opere in concorso. Ho inviato la mia seconda opera scritta: un romance contemporaneo. A ottobre ho saputo di essere in semi-finale ma non ho altre informazioni (quanti e quali altre opere siano in semi-finale, ad esempio).
Il secondo concorso è sponsorizzato da Jasit. Bisogna inviare un mini racconto di 7000 battute con un tema specifico: parlare di uno o più personaggi secondari di Jane Austen. A maggio verrà annunciato il vincitore. Sarebbe bellissimo vincere!
12. A cosa sta lavorando ultimamente?
Al momento, sono in ‘fase di stesura’ del mio quarto romanzo: un urban fantasy in cui una storia d’amore non può certo mancare!
Vorrei utilizzare quest’anno come ‘momento di stesura permanente’.
Mi spiego meglio: mi sono laureata qualche mese fa e sto pensando di trasferirmi per entrare nel mondo del lavoro. Così approfitto di questo periodo privo di impegni per occuparmi della stesura dei romanzi e con calma, l’anno prossimo, curarne la revisione.
A sentir molti, la revisione è la parte più brutta e pesante del processo di scrittura. Per me, non è tanto male. Fatico di più a scrivere la prima versione.
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