Elisabetta Motta è nata a Catanzaro, ha 53 anni e vive a Roma. È traduttrice dall’inglese e dal francese, e autrice di romance. Collabora con affermate riviste femminili come autrice di racconti.
Ha pubblicato in formato digitale i seguenti titoli per Rizzoli, collana Youfeel: Incontro veneziano, Mora selvatica, Tè nero, vaniglia e baci allo zenzero, La casa nel blu. Il suo romanzo Emozioni a fuoco lento, pubblicato sotto il marchio editoriale Leggereditore, ha segnato il suo esordio in libreria. Il suo racconto Accarezzata dal vento è stato pubblicato nell’antologia Calabresi per sempre, Edizioni della Sera. Il suo romanzo Vite, è vincitore del premio letterario “Dentro l’Amore” sezione inediti, indetto dalla casa editrice Convalle che ha pubblicato l’opera. La sua ultima pubblicazione, da lei ideata, e scritta in condivisione con un altro autore, è Sapori. Racconti, gusti e leggende di Calabria, Laruffa Editore.
1. Che genere scrivi? Ce ne parli? Ci racconti come mai hai scelto questo genere per esprimerti?
Prima di rispondere alle tue domande, Babette, vorrei ringraziarti per lo spazio che mi concedi nel tuo blog.
Che genere scrivo? I miei romanzi contengono tutti delle storie d’amore a lieto fine; sono storie che fanno sognare, dunque scrivo romance. La mia ultima pubblicazione è un’opera di narrativa contemporanea in cui racconto le difficili vicende di tre donne forti che sanno rialzarsi nel cammino della loro esistenza. Nella narrazione sono presenti sentimenti come l’amicizia, l’amore, profondi legami d’affetto e un messaggio di speranza che non deve mai mancare.
Ho scelto di scrivere romance perché mi consente di esprimere al meglio emozioni e sentimenti.
2. Come scrivi? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Scrivo tutto a video. Non ho l’abitudine di prendere appunti o di annotare le idee, ma lavoro direttamente al computer.
3. C’è un momento particolare nella giornata in cui prediligi scrivere i tuoi romanzi e racconti?
In realtà non c’è un momento particolare, perché quando sto lavorando alla stesura di un romanzo, dedico parecchie ore della mia giornata alla scrittura, alternandola alla traduzione o alla revisione di qualche testo che ho in corso in quel momento. Cerco di organizzarmi al meglio per portare tutto avanti con regolarità.
4. Quando scrivi, ti diverti oppure soffri?
Mi diverto e soffro. Dipende dalle storie e dalle scene che descrivo. Credo che un autore si immedesimi sempre nello stato d’animo dei propri personaggi e sono convinta che sia necessario farlo anche per la buona riuscita di un romanzo.
5. Nello scrivere un romanzo, “navighi a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usi la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Di solito, prima di scrivere un romanzo ho tutta la trama in testa, ma in corso d’opera mi capita di cambiare alcune cose. Non seguo scalette, lascio che la storia prenda forma da sé. Devo avere in mente un plot definito, ma do ampio spazio anche all’ispirazione del momento.
6. Quando scrivi, lo fai con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure ti lasci trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Quando inizio una nuova stesura cerco di essere il più possibile costante, anche se non voglio vivere la scrittura come un obbligo. Nel momento in cui trovo l’ispirazione, non me la lascio sfuggire e sono capace di non staccare nemmeno per pranzare. Devo necessariamente fissare nero su bianco tutto quello che ho in testa. Ma non sempre è così, però.
7. Ami quello che scrivi, sempre, dopo che lo hai scritto?
Nel momento in cui scrivo sono abbastanza convinta delle mie idee. Quindi direi di sì, mi piace il risultato finale.
8. Rileggi mai i tuoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Sì, certo, li ho riletti tutti, anche per controllare. E soffro quando magari trovo qualche refuso…
9. C’è qualcosa di autobiografico nei tuoi libri?
Sì, c’è sempre qualcosa di autobiografico in tutti i miei romanzi, anche se le storie e i personaggi sono di solito frutto della mia fantasia. Chi mi conosce, sa riconoscere qualche mia caratteristica nei personaggi o negli ambienti che descrivo nelle pagine di un libro.
10. Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: sei una lettrice assidua? Leggi tanto? Quanti libri all’anno?
Sono assolutamente d’accordo. Ci sono periodi in cui leggo di più, altri di meno. I miei libri letti in un anno? Da un minimo di dieci a un massimo… boh, non saprei, forse una trentina. Ci sono libri che rileggo anche due volte, se mi sono piaciuti.
11. Hai mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconti qualcosa della tua esperienza?
Sì. L’anno scorso, per la prima volta. Ho partecipato con “Vite” che ha vinto la sezione dei romanzi inediti della quinta edizione del premio letterario “Dentro l’amore”, indetto dalla Edizioni Convalle che poi lo ha pubblicato. Superata la mia titubanza iniziale (in realtà non amo le competizioni e non credevo in questo tipo di concorsi), quest’esperienza si è rivelata una piacevole sorpresa e non solo perché sono arrivata tra i finalisti, vincendo il contratto di pubblicazione, ma mi ha dato anche l’opportunità di conoscere Stefania Convalle, un’editrice con il cuore d’autore come lei stessa si definisce, e molti altri autori e numerosissimi lettori nuovi. Peccato avere dovuto rinunciare alla serata della premiazione al Teatro Triante di Monza, causa pandemia…
12. A cosa stai lavorando ultimamente?
Sto scrivendo un nuovo romanzo. Mi sto divertendo e sto soffrendo di nuovo… Incrocio le dita e spero che i lettori mi daranno ancora una volta fiducia.
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