A Roma i taralli sono dolci, al vino, con lo zucchero, e vengono chiamati ciambelline. Però io li volevo salati, ma che non richiedessero trecento ore di preparazione perché dovevo lavorare.
Quindi, di necessità virtù (perché sì, son venuti buoni!).
Uniamo in una ciotola 300 gr di farina 1, 10 gr di lievito madre secco (o 6 di birra fresco da far rinvenire nel vino a temperatura ambiente) 100 gr di vino bianco secco, 110 gr di olio extravergine d’oliva, 3 gr di sale, un cucchiaino di zucchero.
Impastiamo per bene e facciamo riposare per 15 minuti. A questo punto, formiamo i tarallucci (prendiamo un pezzettino di impasto, facciamoci un salamino, arrotoliamolo sull’indice e uniamone i bordi); disponiamoli su una leccarda foderata di carta forno e mettiamo a lievitare un paio di ore.
Facciamo scaldare il forno, quindi cuociamo i tarallucci a 170 gradi per 20 minuti circa.
Fateli raffreddare del tutto prima di mangiarli!
NB: potete aromatizzarli come vi pare, dal rosmarino ai semi di finocchio, e potete mettere le spezie mentre impastate o prima di infornare. Come volete, saranno sempre squisiti!
I libri di Federica D’Ascani sono QUI
Commenti recenti