Il commissario Antonio Mariani riceve una telefonata dalla commissaria Nicoli che gli chiede informazioni sul suicidio di Biagio Ferrero, un caro amico di suo marito Luca. Mariani non ne sa molto perché aveva delegato tutto all’ispettore Lorenza Petri, ma comincia a raccogliere informazioni: Ferrero si era “tuffato”, come ha riferito una testimone, in una voragine causata dalle piogge dei mesi precedenti, voragine in cui era precipitata una donna. Quando riceve una chiamata per un uomo ucciso nella zona di Campomorone fatica a essere lucido e segue la pista più semplice indicata dalla vicina di Claudio Alvari, la vittima: l’omosessualità. Presto non ne è più convinto ma ormai il PM e il questore vogliono trascurare altre ipotesi e lo ostacolano quando cerca di approfondire le indagini sull’omicidio. Nelle pause continua a lavorare sulla morte di Ferrero, anche se i casi di suicidio sono per lui dolorosi. Sono giorni difficili perché la Petri è di pessimo umore e sua moglie Francesca è fredda, distante e Antonio non riesce a capirne il motivo. Ma deve accantonare la sua vita privata perché c’è un nuovo omicidio.
Titolo: Passi di morte.
Autrice: Maria Masella.
Genere: Giallo.
Serie: I casi del commissario Mariani.
Prezzo: euro
Editore: Fratelli Frilli Editori.
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Due casi per Mariani: un efferato omicidio e un suicidio. Per il primo, ci sono le indagini di rito da effettuare; per il secondo, invece, una semplice routine, tanto per chiudere in fretta il fascicolo.
Se non fosse per Nicoli, che chiama da Savona e chiede a Mariani di indagare su quella morte che appare a tutti chiarissima. Soprattutto al questore.
Il commissario comincia a indagare su entrambi i casi. Non ha la mente limpida come al solito: tra lui e Francesca, la moglie, si sta aprendo un baratro che lui non comprende e che non sa riempire. Gelosia per la collega Nicoli? Gli sembra impossibile. Eppure, i silenzi ostinati o le mezze parole lo tormentano, non gli danno pace.
Pagina dopo pagina, emergono i personaggi, vecchi e nuovi. Torrazzi, l’anatomopatologo, che dovrebbe essere a dieta, ma che si consola con una succulenta torta al cioccolato. Perché anche chi ha il pelo sullo stomaco, dopo tanti corpi sezionati, può provare orrore per un omicidio e per la sofferenza che è stata inflitta. Petri, l’ispettrice -anzi, ispettore, come sibila a una testimone-, che si muove sulla scia di Mariani e qualche volta lo precede. Ha una mente analitica, che sa collegare fatti e persone apparentemente estranei gli uni agli altri. Le sue capacità non sono offuscate dal tormentato rapporto con il Pubblico Ministero Nazareni, cui ci eravamo affezionate, ma di cui Maria Masella presenta un lato sgradevole, mai evidenziato prima.
E poi, i “cattivi”. A parte due donne, di cui ho disprezzato ogni parola, ogni gesto, non sono riuscita a ritenere gli altri del tutto tali. Le loro azioni, per quanto orribili, hanno motivazioni che mi impediscono di odiarli. E qui sta l’abilità dell’Autrice, che li ha resi umanissimi, tanto che, alla fine, quasi li giustifico. No, mi correggo: li perdono. Sono stati puniti. O lo saranno. Ma la giustizia non cancella quel senso di tristezza che Mariani prova dopo la chiusura delle indagini che contagia anche me.
Dopo tanti romanzi, ci si aspetterebbe una certa stanchezza da parte dell’Autrice. Invece, anche questa volta, il nuovo caso di cui Mariani si deve occupare ci trascina da una pagina all’altra. Come fosse la prima volta.
Grazie del consiglio, MAria Masella è sempre una garanzia. Lo leggerò sicuramente 🙂