Le organizzate, quelle che scrivono tutti i giorni, le irregolari, le insonni… Il tempo per scrivere declinato al femminile.

Trovare il tempo per scrivere non è facile. Dato che, tranne pochissime fortunate, nessuna di noi vive di sola scrittura, la nostra grande passione spesso va relegata al tempo rubato al lavoro che ci permette di guadagnare e di vivere dignitosamente, alla nostra famiglia e a tutte le incombenze domestiche. Tutte noi vorremmo essere come Gabriella Giacometti, che di professione fa la scrittrice e dedica alla sua passione tutto il tempo che vuole. Purtroppo, per la stragrande maggioranza non è così e spesso il tentativo di trovare il tempo per scrivere delle storie e dei personaggi che ci ribollono dentro, diventa una lotta impari dalla quale è difficile uscire vincitrici.

Ho letto le vostre risposte, care ragazze del forum di Babette Brown legge per voi, sono tante e alcune molto complesse. Per riassumerle, ho pensato di sistemarle dividendo le scrittrici (me compresa) in quattro grandi categorie: Le organizzate; Quelle che scrivono tutti i giorni un po’; Le irregolari; Le insonni.

Logico che, quando si dividono in classi gli esseri umani, si incontrano alcune difficoltà. Molte di noi sono multigenere (come nella scrittura), ma io ci ho provato lo stesso.

Cominciamo dalla prima categoria, LE ORGANIZZATE, che da disorganizzata cronica invidio moltissimo. Le organizzate sono quelle che riescono a dividere il loro tempo in modo che nella giornata c’entri veramente tutto. Un po’ come fanno quelli che riescono a sistemare le loro cose alla perfezione in un bagaglio a mano, senza lasciare via nulla. Chi sono queste fortunate signore, fantastiche manager di se stesse? Andiamo a conoscerle da vicino.

Samantha Morgan scrive quando i figli sono a scuola, come fa anche Tiziana Cazziero, che concilia un bimbo di quattro anni e mezzo con la scrittura e il lavoro per diversi blog. Organizzarsi, per Paola Gianinetto, vuole dire chiudere tutto il resto fuori dalla porta e scrivere. Ma come farà?

Laura Gay, invece,  si divide tra casa, famiglia, i lavori di editor, curatrice di collana e infine quello di scrittrice. Dato il successo ottenuto in tutti campi, dovremmo dire che è una grande manager di se stessa. La propongo per guidare Alitalia. Che ne dite?

Simona Liubicich divide il suo tempo lavorativo tra il romanzo lungo (da scrivere al mattino) e il breve, che scrive durante il pomeriggio. Certo, per farlo è costretta a barricarsi nello studio, ma a volte non esiste possibilità di scelta.

Anche Edy Tassi, in quanto a organizzazione, non scherza: ogni sera stende una lista di cosa fare il giorno dopo, individuando le priorità. Fantastica idea. Non vi pare?

Organizzatissima è pure Mariangela Camocardi (ma chi ne avrebbe dubitato, Queen?), che lo spazio per scrivere se lo ritaglia ogni giorno. Altrimenti, se ci si ferma davanti a un foglio bianco e si perde l’abitudine, è finita.

Credo che di questa categoria faccia parte anche Grazia Maria Francese che la sera, dopo aver chiuso bottega (studio medico?), torna a immergersi nel proprio mondo fatto di dame e cavalieri. Ero incerta se sistemarla tra le insonni, ma poi ho optato per le organizzate.

Il secondo gruppo è formato da QUELLE CHE SCRIVONO TUTTI I GIORNI UN PO’. Invidio anche loro. Come vorrei imitarle!

Elisabetta Barbara De Sanctis scrive tutti i giorni, ma non come e quanto vorrebbe, anche perché studia e si documenta molto, mentre Giovanna Barbieri scrive tutti i giorni un po’, ma, come una bella pianta, segue il ritmo delle stagioni. Anche una scrittrice prolifica e importante come Roberta Ciuffi scrive ogni giorno, però si lamenta delle molte cose che erodono il tempo dedicato alla scrittura. Da alcune non si può prescindere, ma di altre, come internet, se ne potrebbe fare a meno, se non altro per un po’. Mi sembra lo stesso problema di Ilaria Carioti che, non lavorando, avrebbe più tempo per scrivere, ma il tempo viene portato via dai social e dal lavoro necessario a pubblicizzare i propri romanzi nei vari blog. La capisco. Oltre a scrivere, bisogna anche farsi conoscere. E allora arriva internet, che è una conquista, ma anche una maledizione per lo scrittore che vorrebbe rinchiudersi nella sua torre d’avorio.

Proseguendo con le organizzate, Miriam Palombi avverte: dalle 7,30 alle 8,30 e dalle 18,00 alle 19,30 non c’è per nessuno, mentre Mila Orlando, quando il figlioletto dorme, scrive anche mille battute al giorno.

Charlotte Lays vorrebbe essere organizzatissima, ma deve sottostare alla dura realtà di famiglia e lavoro, però, un piccolo spazio riesce a ritagliarselo, come Angela Serra Giulianini, che ogni giorno deve vedersela con una suocera anziana, una mamma affettuosa e un gatto pestifero.

Le mie amiche Federica d’Ascani e Lucia Guglielminetti il tempo se lo ritagliano ovunque, anche in mezzo al caos. Per le revisioni, però, la storia si fa un po’ diversa e bisogna cercare una bolla di tranquillità assoluta.

E poi ci sono quelle che scrivono ogni giorno perché la scrittura è quasi un bisogno fisico, come Susan Moretto, che ci confessa che, per scrivere, a volte è stata costretta ad andare in giro con una gamba depilata e l’altra no; o come Aliénor J. O’ Hara (cavolo, che nome complicato!) che deve assolutamente avere sottomano almeno lo scontrino del supermercato su cui appuntare trame quando l’ispirazione la raggiunge.

Lisa Arsani, invece, se lo impone, perché per carattere rimanderebbe sempre al domani, mentre Sabina Grementieri ha adottato la tecnica di sedersi davanti al computer e scrivere un’ora tutti i giorni. Visto i risultati che ha ottenuto, sembra che funzioni. Forse Virginia Parisi, la cui scrittura dipende molto dall’ispirazione, dovrebbe seguire il suo esempio. Sono in molti quelli che dicono che se ci si esercita ogni giorno l’ispirazione arriva.

Ci sono, poi, le dure e pure. Quelle che farebbero di tutto pur di trovare uno spazio giornaliero per scrivere. Chi sono queste eroine eroi? Cominciamo.

Emily Pigozzi è molto rigorosa e cerca di trovare ogni giorno il tempo per buttar giù almeno un paio di pagine e Mary Thorn, tutte le sere, lavora almeno un’ora, con la sua “socia” Anne Went.

Emiliana de Vico il tempo lo trova sempre, anche alzandosi alle quattro del mattino, come Francesca Noto che, tra un’alzataccia e l’altra, è riuscita a portare a termine i suoi romanzi.

Congratulazioni a Daniela Alibrandi che, dopo un infortunio, ha mollato tutto per poter scrivere e basta. La capisco. Anch’io nei tre mesi di immobilità, con la spalla rotta, ho scritto un intero romanzo. Poi, però, sono guarita e non me la sono sentita di mollare tutto. Invidio e ammiro il suo coraggio.

LE IRREGOLARI formano il terzo gruppo ed è con il cuore in mano che confesso di appartenervi.  Come sottolinea Antonella Albano, il tempo per scrivere è difficile procurarselo. Insomma: se la notte si desidera dormire, se la sera si ha bisogno d rilassarsi dopo una giornata di intenso lavoro guardando le serie tv o leggendo, quando si scrive? Antonella Albano, come spesso fanno le prof. (eccomi!), si ritaglia il tempo durante le vacanze estive o quelle di Pasqua e di Natale. Così come Colette Kebel che ha in mente tante trame ma poco tempo per svilupparle. Sarah Berardinello deve strappare il tempo a un lavoro obiettivamente difficile, ai turni e alla stanchezza, anche se confessa che qualche volta, durante il turno di notte, con pazienti particolarmente tranquilli, qualche riga è riuscita a buttarla giù.

La nostra grande Maria Masella ci fa sapere che, in questo momento, scrive quando e come può, mentre Sveva Morelli ha deciso di prendere un periodo di pausa dagli esami universitari per poter dedicarsi alla stesura del suo romanzo.

Lia Winchester scrive nei ritagli di tempo, come Antonella Sacco, che però ha bisogno di maggiore spazio per le revisioni, e Fernanda Romani che lotta contro il tempo per trovare qualche minuto ogni giorno. Come vedete, il tempo è un gran tiranno, per le donne che lavorano, così Samantha Restew, come molte di noi,  sfrutta i periodi di vacanza e Sole Vismara va in giro con almeno due quaderni sui quali appuntare trame e idee.

Anche il tempo di  Cinzia Perri dipende molto dagli impegni di lavoro. Tempo che Giulia Masini non riesce più a trovare. Così, sempre per via del tempo tiranno, Lily Carpenetti ha perso la possibilità di scrivere in orari regolari, Sagara Lux scrive negli orari più strani e Tiziana Sibilla sfrutta ogni secondo a sua disposizione.

E poi ci sono le mamme di bimbi piccoli, come Valeria de Luca che cerca di scrivere durante il fine settimana, anche se i suoi bambini sono ancora molto piccini e le lasciano poco tempo per sé, come succede pure a Samantha l’Ile che si destreggia tra bimbi e lavoro o a Silvia Ami che si divide tra figli e corso di francese.

E infine, ci sono quelli che io, grande dormiente, invidio più di tutti: LE INSONNI.

Monica Serra, Giusy Giulianini, Therry Romano, Marion Seals ed Elisabetta Flumeri confessano di esserlo, rafforzando così l’immagine che molti di noi coltivano in segreto: quella dello scrittore solitario che scrive di notte, quando gli altri dormono e tutto tace. Proprio come Sara Fusco, che forse non è insonne, ma di notte, quando c’è quiete e silenzio, riesce a trovare l’ispirazione.

Che dire? Beate voi, ragazze. Io alle dieci di sera ho difficoltà a ricordare persino come mi chiamo. Mi piacerebbe essere insonne e lucida, ma dormire è stata sempre la mia attività preferita.

E gli uomini, direte voi? Nel gruppo qualche baldo maschio c’è!

Eccovi accontentate. Appartengono tutti al gruppo “quelli che scrivono tutti i giorni un po’”.

Graziano Cutrona, con tempra ammirevole, riesce a ritagliarsi un paio d’ore ogni giorno da dedicare alla propria passione, mentre  Enzo Casamento per la scrittura sottrae tempo persino ai rapporti umani.

Giovanni Lucchese sceglie di scrivere la prima stesura in luoghi caotici e affollati, riservando il silenzio e la concentrazione a un secondo momento.

I libri di Macrina Mirti