Hai finito il tuo romanzo, l’hai lasciato a riposo per qualche giorno e ora lo riprendi in mano per la revisione.
Sei piena di aspettativa, di entusiasmo.
Hai curato l’ambientazione, documentandoti e cercando di vedere quel mondo. Certo non sei caduta nell’errore di chi scrive in modo superficiale, facendo indossare le crinoline alle belle dame del periodo napoleonico o lasciando che la tua eroina facesse sesso per mesi e mesi senza restare incinta, senza un motivo dichiarato, in epoche in cui la pillola era sconosciuta. E se hai scritto un romanzo contemporaneo sai che ambientarlo in una grande città o in campagna è molto diverso: i sentimenti saranno uguali, ma è probabile che i personaggi parlino in modo diverso, abbiano abitudini diverse.
I personaggi! Anche questi li hai curati, descrivendo i protagonisti con maggiori dettagli, ma gli altri non sono soltanto stereotipi. Ti sei comportata come quando guardi con attenzione un panorama: un primo piano molto dettagliato e tutti gli altri, sempre più sfumati, ma con il contorno ben definito contro il cielo. Non hai inserito un personaggio soltanto perché ti piace, ma ognuno aiuta a far avanzare l’azione costruendo la trama.
Anche a questo aspetto hai prestato attenzione. La tua trama è ben articolata, “a prova di bomba” tanto è solida. Niente scene superflue, ma ognuna ha il suo giusto posto nell’economia del romanzo.
Rileggi e sei abbastanza soddisfatta, certo revisionerai un po’, ma SEI SODDISFATTA.
Continui e a un certo punto la tua soddisfazione cala. Se dici a te stessa: “Non ha vita, è piatto!” e più continui e più la sensazione aumenta, nonostante il ritmo dell’azione e i bei personaggi, probabilmente devi mettere a fuoco IL QUARTO ELEMENTO: IL TEMA.

Cercherò di spiegarmi nel modo più chiaro possibile, utilizzando il linguaggio della mia vita precedente, quella di prof di matematica.
Non scappare, saranno soltanto poche righe e facilissime e ti aiuteranno a rimediare all’esclamazione “è piatto!”

Allora, abbiamo tre punti: l’ambientazione, i personaggi, la trama. Sono tutti collegati fra loro. Tre punti individuano un piano. Troppo difficile? No, se ricordi che un tavolo ha almeno tre gambe e, se ha tre gambe, non “balla” mai, come può accadere invece se le gambe sono quattro non ben livellate.
Ma un tavolo è piatto! Come il tuo romanzo che non va! Tu lo vorresti pieno di vita, solido.
Per avere un solido ci vuole un quarto punto, non posato sul tavolo ma in alto o in basso. Un tempo erano comuni i tetrapak. Li ricordi? Ti sto parlando di un tetrapak.
Quattro vertici, quattro punti, non tutti sullo stesso piano, individuano il più semplice solido.
Solido, corposo, pieno di vita, di profondità… Un contenitore perfetto. Un tetrapak di vita e di promesse.
Se mi hai seguito fin qui possiamo scoprire insieme qualcosa di più su questo quarto punto, il TEMA.

Che cosa è il tema? Attenzione, non è la trama! Il tema è il messaggio che vogliamo comunicare con il nostro romanzo. Più è “importante” il romanzo, più numerosi sono i temi, ma, attenzione, anche fra questi ci sarà un ordine di priorità come per i personaggi.
Limitiamoci ad esaminare il caso di un solo tema o uno dominante.
Sgombriamo subito il campo da un errore comune: credere che, scrivendo romanzi di genere, possano essere sufficienti temi generici. Per i polizieschi non basta “chi come quando perché”, per i romance non è sufficiente, come tema, “la forza dell’amore vince ogni ostacolo”.
Può andare come prima approssimazione, ma non basta. Quali “ostacoli”? I nostri protagonisti sono di diversa estrazione sociale o sono separati da odi famigliari? Uno dei due ha un passato difficile da superare? O ha progetti di vita che non rendono possibile un nuovo amore? O i due protagonisti si sono amati e credono finito il loro amore?
Come vedi, parlare di ostacoli è troppo generico.
Ora pensiamo a “vince”. Evitiamo lo zucchero sul miele! Anche nei dolci migliori ci vuole un pizzico di sale perché non siano stucchevoli. Evitiamo una vittoria su tutta la linea; se scriviamo un romance, i nostri protagonisti coroneranno il loro sogno d’amore, ma almeno sul futuro dei personaggi secondari ci dovrà essere qualche ombra.

Ora esaminiamo qualche romanzo per scoprirne il tema. Potrà esserti utile come guida.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Questo è così facile! Tema: “L’orgoglio e il pregiudizio”. L’autrice ci ha aiutato, donna assennata!
E ci aiuta anche con Sense and Sensibility, in questo caso il titolo originale è molto più significativo della traduzione italiana Ragione e sentimento. Tema: “Lasciarsi guidare dall’assennatezza (Elinor) o dalla sensibilità (Marianne)…” Perché i tre punti di sospensione? Perché non dobbiamo dimenticare la terza sposa, anzi cronologicamente la prima: Lucy. Che si lascia guidare dal proprio tornaconto.
Ancora la Austen con il suo ultimo romanzo Persuasione: solo in apparenza il più semplice. Anne sembra nella stessa situazione di Marianne (e di Elinor? E perché non di Lucy?), la sua storia d’amore si è interrotta. Reagisce in modo diverso: ha imparato dall’errore precedente, è cresciuta. Forse i tempi sono mutati e la Austen può costruire un’eroina capace di credere a una seconda occasione e abbastanza forte da afferrarla. La seconda occasione di Marianne sa di ripiego, e l’autrice lo sa, quella di Anne no. Il tema? Che ne dite di “Credere in una seconda occasione”?
(Immagino che sia chiaro che lei, la Austen, è fra i miei autori preferiti.)

Proprio il tema di Persuasione rende naturale introdurre Baciami sotto l’albero di Roberta Ciuffi. È un romance, pubblicato da poco, ed è articolato in cinque racconti e un epilogo. Leggendolo si ha la sensazione di leggere un unico romanzo: da cosa dipende? Non dall’ambientazione, neppure dai personaggi che in un racconto sono principali e negli altri secondari. Neppure dalla compattezza temporale, perché tutte le storie si svolgono nei giorni prossimi al Natale.
Quello che le unifica è il tema: “Come l’amore trasforma la vita, offrendo una nuova occasione.” Non è molto diverso dal tema di Persuasione.
Del Rio abbandonerà la vita da scapolo, accettando gli obblighi della paternità, e Giano (fra l’altro bel nome bifronte: uomo fra il prima e il dopo) esorcizzerà i suoi fantasmi (scoprendo di non essere il solo ad averne). Odette e Lovas progetteranno una svolta. Marina realizzerà il sogno di “diventare madre” e Dorotea scoprirà che l’avventura è possibile.
L’epilogo mostra ognuna e ognuno nella sua nuova vita: l’effetto dell’amore.

E ora Mary Balogh, in particolare la Saga dei Bedwyn: “ogni personaggio principale ha un io segreto (desideri e paure) che nasconde con tanta cura da esserne prigioniero. Chi aprirà la prigione se non l’amore?” L’unità del tema rende quest’insieme di romanzi un vero ciclo. Che poi la Balogh abbia giocato su una varietà di motivi per cui l’io segreto viene nascosto è prova della sua abilità ed esperienza.
Potrei esaminare tanti altri romanzi, ma penso di averti dato la traccia per lavorare.

Ti consiglio di lasciare depositare il tuo romanzo, ma non pensarci su o sarà inutile! Intanto prendi un romanzo che hai letto molte volte e che ti ha appassionato. Rileggilo con calma (sai come va a finire… riesci anche a prevedere ogni singola scena prima di leggerla) e chiediti cosa vuole dirti l’autore.
Non dimenticare che agli scrittori di narrativa piace giocare: seminano tracce e all’improvviso si nascondono. Non sono come gli autori dei saggi che ti dicono chiaro (a volte non sempre) quello che pensano. I narratori rivestono le proprie idee di storie.

Hai davanti il tuo romanzo, in cartaceo, sul PC o anche tutto in testa mentre fai dell’altro. Se sei una donna non hai tempo da perdere!
Visualizza una nave: scafo e alberi sono l’ambientazione, i personaggi sono l’equipaggio e le vele sono la trama.
Ma in un viaggio (e scrivere un romanzo è affrontare un viaggio!) è necessaria la rotta. È in funzione della rotta che si sceglie la nave, è per seguirla che i personaggi si muovono sul ponte e si arrampicano sugli alberi per issare e spiegare le vele.  Non lo fanno per fare un po’ di moto!
Hai letto un romanzo con colpi di scena, bei personaggi, anche buona ambientazione (magari la tua preferita) e, alla fine, eri scontenta?
Se te ne è capitato uno così, rileggilo e cerca il tema. Forse non l’hai trovato, forse non c’era o era sommerso da tanti elementi meno importanti (forse troppi colpi di scena o bollenti scene d’amore o dettagliate descrizioni ambientali…).

Ritorniamo al tuo romanzo che non ti soddisfa in pieno. Rileggilo, da estranea, e chiediti quale è il tema.
Se lo trovi, cerca di renderlo più visibile: non con un bel cartellone luminoso, ma modificando la trama o chiarendo i personaggi. Estremo rimedio, il più doloroso, prova a modificare l’ambientazione. Forse quel tema non era ragionevole in quell’ambientazione. I lettori accettano quasi tutto, non tutto!
Se non trovi il tema, non illuderti che il lettore lo trovi al posto tuo.

E ora buona revisione! La prima rilettura, la più importante, ti serva per rispondere alle due domande: quale è il tema del mio romanzo? Che cosa voglio dire al lettore?
In pratica: perché l’ho scritto e perché il lettore dovrebbe leggerlo?

La Pagina-Autore di Maria Masella (Amazon).