Un’autrice schizofrenica?!

Ebbene sì. Nel 2014, cioè all’epoca di Un amore di fine secolo, questa fu la mia definizione di Viviana Giorgi:
Da una parte Viviana con il suo Gatto Rosso e la sua Cape Love e la sua capacità di costringere chi legge a ridere fino alle lacrime, dall’altra Georgette con il suo cowboy dagli occhi verdi e il suo amore di fine secolo e la sua abilità nel riallacciarsi alla tradizione del romanzo d’appendice di fine ottocento, abilità che raggiunge il massimo, finora, proprio in questo volume. Una storia complessa con una protagonista dal comportamento non sempre del tutto corretto, ma che senza dubbio prefigura il cambiamento della donna nel corso di quel Novecento che comincia proprio nelle ultime pagine del volume.

Non rammento bene quale fu la mia prima lettura di questa scrittrice, ma mi pare che avvenne all’epoca in cui si chiamava, con sottinteso riferimento alla Heyer, Georgette Grig e pubblicò un racconto regency intitolato Mademoiselle Dorée. Cosa che influenzò profondamente i nostri rapporti futuri.
Fino ad allora ero stata una lettrice rosa seriosissima: nulla mi era più estraneo del comico. Per cui ebbi già dei problemi con il racconto Prime impressioni, contenuto nella raccolta Amore, orgoglio e pregiudizio, che, riletto di recente, mi è piaciuto molto di più.

Ma il vero incontro con Viviana Giorgi avvenne in Alta marea a Cape Love. Fu un vero e proprio trauma, perché il romanzo vinse (quasi) tutte le mie resistenze:
Di regola detesto i romanzi brillanti, affermavo, e amo i protagonisti maschili rigorosamente monogami, senza se e senza ma. Ma la Giorgi è davvero brava e mi ha costretto in continuazione a ridacchiare fino alle lacrime. Molto bello.
Però la premessa era: Non darei mai cinque stelle ad un romanzo comico****.

Il che mi costrinse a fare ammenda quando finalmente lessi Bang bang. Tutta colpa di un gatto rosso e dovetti ammettere:
Rosa brillante, molto carino e divertente, capace a volte anche di emozionare. Confesso che Cape Love mi è piaciuto di più. Perché allora non gli concessi la quinta stella? Perché avevo dei pregiudizi nei confronti dei romanzi comici. Ma la Giorgi mi ha guarito.
E, ormai conquistata, fui capace di godermi Ritorno a Cape love:
Racconto breve, ma molto carino sul tema di un bastardo (in senso esclusivamente metaforico) che col tempo migliora molto, al punto di dare del bastardo ad un tipo come lui più o meno. La battuta migliore: “Poteva anche f…si, per quel che le importava. Mentre si toccava il naso per assicurarsi che la storia di Pinocchio non fosse vera, il suo cellulare squillò”.
Recensione indelebile nella mia memoria perché Amazon non me la pubblicò, ritenendo oscena la citazione f…si (nonostante l’uso dei puntini), e così mi vidi costretta a formulare una seconda edizione politicamente corretta, come si dice: Poteva anche (parolaccia: traduciamo “andare a farsi benedire”), per quel che le importava. Insomma, meglio ridere che piangere.

Intanto però la Giorgi ha scritto quel che per ora resta il suo vertice: la trilogia Un amore di fine secolo (Un amore di inizio secolo, La traversata e Di nuovo insieme). Dei tre il più riuscito (e il più femminista) probabilmente è il primo, ma quello che personalmente è più caro al mio cuore è l’ultimo: Ken Benton, uno di quei personaggi che mi fanno sempre sdilinquire, sconfitto clamorosamente nell’esordio da Frank Raleigh nella gara per conquistare Camille, nel secondo titolo si innamora di Priscilla in fuga dal marito sadico e nel terzo si prende la sua rivincita, riuscendo a sposarla, dopo averla liberata da quel matrimonio infelice.
La trilogia è molto ambiziosa perché è ambientata fra il 1899 e il 1900:
Avrebbe nevicato l’ultimo giorno dell’anno.
Del secolo.
Una data che passava con eccitazione di bocca in bocca. Tutti i quotidiani facevano a gara per raccontare il secolo che se ne andava e anticipare le meraviglie di quello che stava per cominciare: sarebbe stato il secolo delle scoperte scientifiche, delle macchine volanti, delle immagini che si muovevano su un grosso lenzuolo bianco. Di una società più giusta, più bella e più sana. Almeno così si scriveva.

E tutte le volte che può la Giorgi rappresenta le caratteristiche principali del Novecento.
Lui alzò gli occhi al cielo. «Camille! Non lo so, ma non dovreste preoccuparvene. Sono cose da uomini. Lasciate che me la sbrighi io!»
Deglutì e la guardò severo prima di riprendere a parlare in tono più dolce.
«Non è colpa vostra né mia se il mondo è crudele. Voi oggi avete fatto molto, avete ascoltato un ragazzino a cui nessuno avrebbe dato retta e lo avete aiutato.»
Le teneva ancora le mani strette nelle sue e l’accarezzava con quei suoi occhi così blu da sembrare neri, capaci di promettere il mondo intero. E il paradiso.
«Se non fosse stato per voi, non avrei potuto fare nulla, Mr Raleigh» mormorò lei distogliendo lo sguardo e arrossendo leggermente.
«Al contrario, Camille. Se non fosse stato per voi, io non avrei potuto fare nulla.»

E ne farà di cose nuove e “strane” Camille nel corso del suo romanzo!
Così come Priscilla nel terzo:
Lei si era raddrizzata sulla sedia e con gli occhi che le brillavano aveva continuato: «Ecco la mia idea. Prima che lo facciano i vostri concorrenti, dovreste aprire uno sportello dedicato alla clientela femminile. Un luogo dove una donna non si senta a disagio, dove possa essere informata in modo chiaro su come investire i propri capitali, senza essere così costretta ad affidarli a uno sconosciuto o, peggio ancora, a un padre, marito o fratello». Qui aveva fatto una pausa, forse in attesa di una sua reazione.
«Continuate, vi p-prego, Priscilla» l’aveva incitata lui. Diavolo! Non era affatto un’idea malvagia. C’erano donne in possesso di una fortuna che spesso venivano mal consigliate o addirittura imbrogliate da parenti e legali. Come era possibile che non avesse mai pensato a un tipo di consulenza specifica per loro?
«Nel nuovo secolo ci saranno sempre più donne che lavorano e che avranno denaro da gestire e investire, prima che venga requisito dai maschi di famiglia. Per non parlare di proprietà, rendite ed eredità. Non voglio che ad altre donne succeda quanto capitato a me. Si potrebbe anche affiancare la consulenza finanziaria a quella di un esperto legale, che si occupi dei diritti delle donne in questo campo.»

Ne viene fuori la presa di coscienza che un’epoca è cambiata e il Novecento sancirà il trionfo della borghesia sull’antica classe nobiliare anche in Inghilterra:
Debosciati, ecco cos’erano quegli aristocratici, debosciati buoni a niente il cui destino era segnato. Non dalla ghigliottina, ma dal progresso e dalle classi emergenti che premevano per ridisegnare la mappa del potere. Solo i più accorti, e certo Alberly non era fra quelli, sarebbero riusciti a mantenersi in equilibrio in cima alla nuova piramide sociale. E lui, un ribelle americano, un appartenente alla loro ex colonia, non sarebbe rimasto a guardare, avrebbe dato un contributo concreto al cambiamento che si stava per abbattere sui parassiti come Alberly, finanziando con la sua banca gli imprenditori più coraggiosi e moderni e privi di blasone. E se avesse trovato il modo di farla pagare a quel parassita, non avrebbe certo esitato…
Insomma un romanzo interessantissimo per chi ama gli storici.

Forse avrei dovuto dire qualcosa in più su Tutta colpa del vento (e di un cowboy dagli occhi verdi), e Un cuore nella bufera, oppure sul bellissimo Vuoi vedere che è proprio amore?, oppure sul regency Zitta e ferma miss Portland!, nonché sull’ultimo E infine la Bestia incontrò Bella, dove la Giorgi riesce a mettere insieme sia il filone sentimentale sia quello brillante. Ma è troppa roba per lo spazio di un articolo.

Il sito web di Viviana Giorgi

La pagina Amazon di Viviana Giorgi:

Il Taccuino di Matesi