EDITORE: MIREMI (MAGGIO 2013)
PAGINE: 392
PREZZO: EURO 14,00 (RILEGATO). Su InMondadori, euro 11,90 (sconto 15%).
Londra 1815. Un uomo vive per ottenere vendetta ed è sul punto di
vendere l’anima al diavolo pur di trovare colui che ha condotto il padre al
suicidio. Si imbatte in una donna sola e fragile e se ne innamora, ma il tempo
non è maturo per questo sentimento. Così i due vivono vite separate e
travagliatissime, eppur legate da un filo invisibile, fino a quando Alexander
non capirà che lei è la donna della sua vita e farà di tutto per averla al suo
fianco. Azione, mistero, tragedia e amore sono i fili conduttori di questo
romanzo.
Questa, riveduta e corretta, è la sinossi del romanzo che troviamo
nella quarta di copertina del volume. Notizie scarse e frammentarie. Vogliamo
indagare più a fondo? Ecco la mia recensione.

Il romanzo ricorda una confortevole
bottega di campagna: tutto quello che ti serve lo trovi, dalla cannella al
badile.
E, in effetti, Fabiola D’Amico non si fa
mancare niente: la vezzosa donzella in pericolo, orfana di madre, concupita dal
patrigno, pittrice emerita (ma i colori acrilici non vengono usati a partire
dagli anni Venti del XIX secolo?), circuita due volte dal bel tenebroso sotto
mentite spoglie (gentiluomo, capitano, pirata: abbiamo dimenticato di dire che
è giovane, bello, con una “tartaruga” da urlo?) che, a sua volta, nasconde un
triste passato. E come avrebbe potuto essere altrimenti?
Il viscido di turno è così ributtante,
nel fisico e nel morale, da rasentare il ridicolo. Addirittura ha collaborato
con un tale Fagin (D’Amico risente delle buone letture) in una specie di tratta
dei fanciulli.
L’azione ha il delirium tremens:
dall’Inghilterra si sposta alla Francia, alla Sicilia. Non dimentichiamoci il
peregrinare della nave (pardon: del vascello) per l’Oceano Atlantico. Insomma,
ci vorrebbe la guida del Touring Club per stare dietro a questi eroi vagabondi!
Personaggi di contorno? Quanti ne
volete. Il fido avvocato, innamorato da quattordici anni della madre del
capitano (quarantenne e bellissima; solo qualche capello bianco in un mare di
riccioli d’oro); le gemelline terribili figlie dei duchi di Worth, la sorellina
del tenebroso che un po’ fa l’invidiosa e un po’ la bambina testarda
(deprimente in entrambi gli aspetti). Chi altri? Il nobile italiano, lussurioso
ma-in fondo-bravo figliolo, il compagno di imprese piratesche dall’improbabile
nome di Gawein… Ho dimenticato qualcuno? Spero di no, non vorrei attirarmi gli
strali degli acquirenti abituati al confortevole negozietto di cui sopra.
L’italiano sembra essere la seconda
lingua di Fabiola D’Amico, che litiga con i congiuntivi e la punteggiatura. Il
lessico risulta assurdo, con una malsana propensione per termini desueti
(ahahah, ci sono cascata anch’io) e con aggettivi messi un po’ a casaccio.
Consiglierei un’edizione migliore del vocabolario dei sinonimi e dei contrari.

Il mio voto? Una stellina.

La recensione è frutto della mia collaborazione con Insaziabili Letture.