Quando pensi di essere finalmente in vacanza e vuoi rilassarti, ecco che abbassi la guardia e commetti l’errore fatale: apri Facebook, che di rilassante non ha proprio niente, e inizi a leggere i post che compaiono in bacheca. Uno in particolare attira la tua attenzione. L’argomento è di quelli spinosi e antipatici che appena li scorgi ti dovrebbero urlare SCAPPA! NON CI CASCARE! Ma questa volta no, per quante bacchettate sulle mani tu ti stia dando, non bastano… le dita corrono veloci sulla tastiera e scrivono l’infausto commento.
Da questo momento verrai coinvolto in una spirale discendente di critiche, insulti, attacchi personali (di cui magari tu stessa ti farai portatrice, perché quella questione davvero ti urta i nervi, e anche se avresti affittato una bolla felice per tutta l’estate e ti scoccia davvero lasciarla, non riesci proprio a resistere), da cui puoi sfuggire solo disattivando le notifiche del post, e sia quello che sia.
Ma… c’è un ma. Le recenti discussioni, per quanto poco originali, mi hanno portata ad alcune considerazioni che ho deciso di riportare, sperando che possano esservi utili per il vostro futuro nel mondo dell’editoria, e a me per lenire il senso di colpa di aver buttato il mio tempo commentando, anziché… scrivere, ovviamente!
Perciò, se volete aiutatemi in questa missione impossibile, leggete l’articolo e magari ditemi se voi siete d’accordo oppure no. 🙂
Tanto rumore per nulla
Vorrei aprire una piccola parentesi sulla discussione sul plagio… tranquille questo non è un post polemico, almeno non del tutto, solo un consiglio.
Credo che pochi di voi conoscano Patamu.
Cos’è?
Patamu è un sito per la tutela dei diritti d’autore, come la SIAE, ma molto più economico e con una procedura più semplice e snella. Basta registrarsi e caricare il file del proprio libro, o anche solo una bozza, la cover e tutto il materiale extra annesso, per ricevere un attestato di paternità in PDF con marcatura temporale che ha validità legale, ovvero un certificato che dice che il libro è nostro.
Patamu è un servizio in abbonamento, ma molto accessibile. Offre tre piani diversi, a seconda delle nostre necessità e delle opere che pensiamo di caricare; dopo un anno, possiamo decidere se rinnovarlo o no. Scaduto l’anno, se non rinnovi, le opere che hai registrato sono comunque protette. Patamu offre anche assistenza legale in materia di diritti d’autore (a pagamento).
Tutto questo per dire che letto decine di stati di autrici inferocite, ma nessuno menzionava questo sito, o la SIAE, o consigliava qualche soluzione pratica contro il plagio. Lo sapete che una email auto-inviata del nostro testo vale come prova di paternità?
Quindi abbiamo fatto tanto rumore, abbiamo espresso tanto sdegno, ma alla fine cosa abbiamo imparato su come tutelarci realmente dal plagio? Nulla.
Io rifletterei anche su questo.
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