Un raggio di sole al giorno, serie TV trasmessa da Netflix.

Ero indecisa se guardarla o no, poi l’ho iniziata e mi è piaciuta.
Le dodici puntate hanno come protagonista la giovane infermiera Jung Da Eun, che lavora in Psichiatria dove è stata trasferita dopo che in Medicina interna non riusciva a tenere il passo con i colleghi perché socializzava troppo con i ricoverati.
Ogni telefilm affronta una patologia particolare, ad esempio l’ ansia o il bipolarismo.
La.ragazza tratta i degenti con tatto e pazienza e si mette spesso in contrasto con le colleghe che la vorrebbero più spiccia nel lavoro e meno coinvolta.
Ma lei è così di natura e desidera che tutti abbiano il loro raggio di sole. Oltre a qualche scena divertente, ce ne sono altre drammatiche, un triangolo sentimentale e flirt che non sempre vanno a buon fine.


The ultimate sin, di Harper McKenzie (Triskell Edizioni)

Vorrei parlarvi di un romanzo che mi ha scosso profondamente e che mi ha indotto a riflettere su scelte di vita, anche perché ho conosciuto di persona chi si è trovato in una situazione analoga.
I due protagonisti sono Juls Morgan e padre James Taylor.
Quando Juls, fidanzata e in procinto di sposarsi, sceglie di insegnare per un anno in una scuola religiosa, non sa che la sua vita sarà scombussolata e che dovrà capire quale sarà il suo futuro.
Padre James Taylor, integerrimo sacerdote che da dieci anni dedica le sue energie alla scuola di cui è preside, non sa che l’arrivo di questa “morbida Juls” lo porterà a rivedere tutte le certezze che ha trovato nella vita religiosa, vita a cui è approdato dopo un dramma che gli è costato sofferenza e delle cui conseguenze non riesce a perdonarsi.
Solo l’aiuto di padre Arvel lo ha salvato dalla disperazione e gli ha dato un “luogo sicuro” nel quale andare avanti: il sacerdozio.
Juls rimane colpita dalla prestanza di questo prete e, battibeccando spesso con lui per far valere i suoi punti di vista in questioni educative, capisce che le sue certezze, che le sembravano scontate, sono a rischio e che forse non sono poi così definite come la sua amica Rhonda sovente le dice.
Confrontandosi soprattutto per un allievo, Maxen, i due non riescono a fermare l’attrazione che provano anche perchè, se la mente dice che è peccato, il cuore non sente ragioni.
Sanno benissimo di tradire ma non ne possono fare a meno.
Solo insieme si sentono completi.
Ma come finirà la loro avventura, se di avventura si tratta o di qualcosa di più profondo, quando saranno costretti a uscire allo scoperto?
E qui inizia la parte più struggente, devastante, dove si fanno i conti con una realtà da cui si nascondevano perchè prenderne atto voleva dire far andare in mille pezzi la loro bolla di felicità.
Il romanzo è abbastanza corposo perché a un argomento così intenso non si poteva dare un contentino superficiale, ma andava approfondito e lasciato maturare.
Mi è piaciuto come l’autrice sia riuscita a far vedere il tormento, la sofferenza, lo struggimento e anche la forza dei sentimenti.
Leggendo mi sono trovata a partecipare sia alla loro gioia che al loro loro dolore, ai momenti felici e a quelli di smarrimento, a quelli di passione e a quelli di tenerezza.
Mi ha commosso la scena in cui, partecipando alla premiazione di Maxen, entrambi si sentivano una famiglia e si chiedevano come sarebbe stato essere genitori e avere figli loro.
Certo il tema trattato è pesante e può non piacere, ma qui è portato avanti in maniera profonda e mai con leggerezza o ironia.
Ci sono tre personaggi che credo valga la pena di segnalare: Maxen il giovane allievo, l’amica Rhonda e padre Arvel.
Hanno dato il loro appoggio senza giudicare o interferire, ma aiutando Juls e James a leggere dentro di sé e capire se i sentimenti erano reali o solo un fuoco destinato a spegnersi.
Romanzo consigliatissimo!

Volete fare amicizia con Piera Nascimbene? La trovate su Facebook: QUI.