“Hai mai giocato?”
La domanda suonava molto meno banale in inglese, soprattutto se posta da uno scrittore del calibro di Neil Gaiman (1).
Ero all’IronGM (2) a Seattle (campionato mondiale per Game Masters – NdA) e Neil stava proponendo il primo gioco di ruolo a cui avesse partecipato attivamente: “attivamente” significa aver scritto qualche riga di suo pugno nel documento di progetto del gioco, in quanto credo che, passivamente, abbia ispirato un buon sessanta per cento del genere Urban Fantasy con libri come Nessundove o American Gods.
La sua domanda voleva avere un significato triplice e sinestetico, come lo definì poco dopo: “avete mai giocato?”, “avete mai recitato?”, “avete mai suonato?”. La potenza del significante nella parola, sia essa scritta, letta o proferita, è quella di forte attivatore sensoriale, perché mediante la parola si possono descrivere odori, sapori, rumori, colori e via così.
Il Cantastorie o Narratore quindi è l’antesignano del Pittore Olografico, è addirittura un Cronomante capace di manipolare tempo, spazio e fisica con frasi come: “Il mese scorso” oppure “Un anno dopo”.
Questo lungo preambolo lo trovavo necessario per spiegare per quale motivo tanti scrittori approcciano il Gioco di Ruolo come sistema di “lettura immersiva”, oltre che come “esperienza narrativa collettiva”.
“Lettura immersiva” in quanto dà al lettore e/o al giocatore la possibilità di esplorare linee narrative anche non previste dall’autore, di concentrarsi su personaggi che fino a poco tempo prima dovevano essere solo comprimari, di agire con l’immaginazione, obbligando il mondo letterario a reagire con proposte di contenuti in un meccanismo che ha più a che fare col corteggiarsi che coi brutti meccanismi di domanda/offerta.
Il secondo aspetto, quello della narrazione collettiva, nasce dal fatto che molti non operanti nel settore scambiano il momento ludico di un tavolo di giocatori di ruolo per una specie di rituale con posizioni definite: un celebrante o Master, seduto a capotavola circondato da libri illustrati, dadi e scacchi istoriati, intrattiene i suoi fedelissimi silenti attorno a lui, timorati nell’interpellarlo.
Nulla di tutto ciò.
Il tavolo oggi è fatto di gente come Gaiman e altri che parimenti collaborano alla narrazione; il Master, molto più Bardo che arbitro, “reagisce” alla narrazione dei personaggi facendo vibrare la fiamma della lanterna che qualcuno ha acceso, indicando la nota stonata che parte da quel liuto per suggerirne il pessimo stato di manutenzione e così via. Così nasce una storia: dai tempi di Chrétien de Troyes è solo migliorata la lunghezza media della vita… e meno male, direi!
Non sono certo uno scrittore, ma sono un Cantastorie che lavora sia in Italia sia all’estero; voglio quindi condividere con voi lettori l’approccio di un uomo come Neil Gaiman, che della scrittura ha fatto una professione, per mostrarvi come “i soliti nani, elfi e draghi” che vedete dalla vetrina della fumetteria possano assumere sfumature molto più nobili se osservati accomodandovi al mio tavolo.
Spero possiate rispondere: “Sì!” la prossima volta che io, Carman (3) o Gaiman vi chiederemo: “Hai mai giocato?”.
(1) Neil Gaiman, all’anagrafe Neil Richard MacKinnon Gaiman, è uno scrittore, fumettista, giornalista e sceneggiatore televisivo e radiofonico britannico.
(3) Shawn Carman ha fatto parte del Team che ha creato il gioco di ruolo “La leggenda dei cinque anelli”.
OoO
Gianluca Valli -Kalu Libre- su Facebook: https://www.facebook.com/gianluca.valli.7
Primo capitolo della trilogia ludica tratta dai racconti della leggendaria piratessa Anne Wyckerlane. Un racconto Cappa & Spada, un’occasione per socializzare, un nuovo approccio al gioco di ruolo ed una guida per trasformare il lettore da semplice Game Master a vero e proprio Narratore.
Creato dal pluri-premiato Gianluca Valli, già campione europeo all’Iron-GM e vincitore del concorso Parsifal, oggi svela nella trilogia i trucchi che lo hanno reso il “Pirata più ricercato dei tavoli del Nord Italia”.
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