Il libro contiene cinque storie tinte di rosa e pure un po’ di giallo, che si svolgono in un immaginario paesino dei Nebrodi, San Rocco dei Normanni. Le vicende traggono spunto da pettegolezzi e confidenze che durante le vacanze ho realmente raccolto dalla viva voce di alcuni paesani.  Su quegli spunti appena accennati, ho lavorato poi molto di fantasia, ma la sostanza è che i personaggi sono reali, con i loro vizi segreti e le loro pubbliche virtù. A dipanare le matasse che di volta in volta il mestiere gli presenta, è un carabiniere all’antica che lavora con cuore e sentimento, l’appuntato Tommaso Cotroneo, aiutato nell’occasione dal devoto Salvatore Piricò.

Il primo racconto, “La strana storia della vedova Falsaperna”, è la tenera narrazione di un amore mancato,  che miracolosamente riesce a sopravvivere al fango delle malignità di paese, sia pure sotto le ceneri dell’ipocrisia e del perbenismo. Godibile la figura della vedova Falsaperna, che viene a denunciare in caserma uno strano fatto capitatole la notte precedente.

L’episodio della “Fontana del tenente” ci offre ancora una storia d’amore contrastato. Questa volta sono i sentimenti di due giovani, però, a muovere la trama. I ragazzi ci terranno in ansia per la loro sorte, fino all’inaspettata conclusione.

Il “Trenino di S. Rocco”, vede i maggiori esponenti delle istituzioni cittadine coinvolti in un intreccio oscuro che solo il lucido buon senso di Cotroneo saprà dipanare e condurre a soluzione. La presenza di due belle e procaci donne porta alla storia anche un tocco di sensualità.

“La sera della festa” ha i colori e i profumi delle sagre paesane, quella felicità che riscalda i cuori della gente e ne alimenta le speranze. Anche questo è un racconto d’amore: un sentimento che nasce dal dolore e dalla solitudine.

“L’uomo che parlava alle nuvole” vede Cotroneo e Trifirò impegnati in una vicenda che li coinvolge direttamente (addirittura un concorso di poesia). La storia fornisce l’occasione per descrivere un’altra delle infinite forme in cui l’amore può manifestarsi, forse la più bella: quella verso i figli. Avremo così modo di percorrere le più segrete vie del cuore e della mente del protagonista, un delicato personaggio che cammina in punta di piedi sui sentieri della vita.

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Giovanni Barrile (Palermo, 1946), dopo gli studi di giurisprudenza e un master di direzione aziendale, ha lavorato al Banco di Sicilia, occupandosi di formazione, informatica e organizzazione. Ha collaborato con periodici ed emittenti televisive. Ha pubblicato: “Il profumo dei sogni” (2002), “Il mistero dell’uomo di Corso Pisani” (2003), “La forma dell’amore” (2009), “La maledizione del gatto nero” (2010), “L’uomo che parlava alle nuvole” (2010), “Accadde a S. Rocco, un giorno …” (2011), “I racconti del maresciallo” (2012), “Caro amico ti scrivo” (2013), “I tifosi di cortile pallone” (2013), “La voce del cuore” (2013), “Anno 2087 – La soluzione” (2014), “La sella del diavolo” (2014).

Nel 2015 ha scritto la commedia CIAVURU (atto unico tratto dal suo romanzo IL PROFUMO DEI SOGNI). La commedia, in scena per tre settimane al teatro Crystal di Palermo, è stata poi rappresentata con successo nelle scuole superiori di Palermo.