Ebbene, sì. Confesso: ci sono andata. Certo, per smuovermi c’è voluto un avvenimento importante. Il mio editore, Franco Forte, sabato dodici marzo presentava la collana “I FARAONI” scritta da alcuni autori del gruppo di Delos. Non sono presenzialista, ma non potevo mancare (anche se, purtroppo, in nessuno dei romanzi c’è il mio zampino).
Vi dirò che, per una vecchia signora come me, l’avventura al Salone è stata devastante. Cominciamo dall’inizio: una fila pazzesca per entrare, attendendo in condizioni climatiche a dir poco proibitive. Trenta gradi di sole in testa e poi, all’improvviso, uno scroscio temporalesco da terrore. Per fortuna, gli addetti all’assistenza ci hanno assistiti, rifornendoci di bottiglie d’acqua. Utilissime sotto l’imperversare di Febo, un po’ meno quando il sole, pressato da nuvoloni neri e tempestosi, andava a nascondersi.
Dopo tanta attesa, sono riuscita a superare lo sbarramento di controllo (ci è riuscita anche mia cognata con le forbici nella borsetta) e ad avviarmi verso la biglietteria. Altra nota dolente: dieci euro l’ingresso. Ho comprato dei libri, ma solo un editore mi ha applicato lo sconto-fiera (10%): allora, perché devo pagare un biglietto così caro?
All’interno, un casino (ehm… N.D.R.) mai visto. Sembrava che il mondo intero si fosse dato appuntamento tra gli stand. In compagnia di marito e cognata, ho raggiunto il mio gruppo, il mio editore e gli autori della collana de “I Faraoni” e insieme ci siamo avviati verso la Sala Eventi e ci siamo messi in fila.
Ẻ stato a questo punto che è iniziato il dramma. Di marito e cognata si erano perse le tracce e, come se non bastasse, le due creature avevano anche i cellulari staccati. Ho dovuto abbandonare il gruppo e andare a cercarli.
Quando finalmente li ho trovati e sono tornata alla Sala Eventi, la fila era lunghissima.
Ho tentato di riappropriarmi del mio posto in coda, ma sono stata brutalmente ricacciata all’indietro.
Conclusione: dopo essermi fatta 600 + 600 chilometri tra andata e ritorno per assistere alla presentazione, non sono potuta entrare nella sala.
Il dramma si è trasformato in tragedia. Cioè: si sarebbe trasformato in tragedia, se avessi posseduto un’arma da fuoco, perché avrei ucciso il marito, reo di non avermi seguita e di avermi fatto perdere il posto nella coda. Per fortuna, dopo una pasticca di Tavor, un sorso d’acqua e dieci minuti di riflessione, è tornata la pace in famiglia. Abbiamo deciso di trascorrere il tempo gironzolando tra gli stand alla ricerca di qualche bel libro e di qualche amica.
Allo stand di Le Mezzelane ho incontrato Loriana Lucciarini e Lorena Marcelli, con me nelle foto (quella con Loriana è sfocata, peccato! N.D.R.).
Allo stand della casa editrice Le Due Torri, dove il marito era andato a controllare le pubblicazioni scacchistiche, ho trovato un libro molto interessante di Giorgia Sitta: “TUTTI ALL’INFERNO” (l’alchimia della Divina Commedia), un testo che una prof. di Lettere non poteva ignorare.
Ho preso anche nota di qualche editore interessante, come La Corte, e ho fatto anche un salto allo stand dei Fratelli Frilli Editori.
Poi, di corsa da Fanucci, per le foto di rito con i festeggiati, gli autori del gruppo Valery Esperian, e i loro romanzi: CHEOPE e AKENATON, il mio faraone preferito.
Alle sei, eravamo distrutti.
Mia cognata è tornata a casa, marito e io ci siamo seduti sul bordo di un marciapiede a curiosare tra i nostri acquisti, in attesa che arrivasse l’ora di andare a cena tutti insieme.
Carinissima la Macrina. Neanche io sono mai stata in fiera però l’immaginavo esattamente come lei l’ha descritta