Quest’oggi vi parlerò di una serie di tre romanzi tra il giallo e un rosa pallido che hanno come ambientazione il Lago Maggiore. Sono di un’autrice, Maria Elisa Gualandris, che vive e lavora proprio nel luoghi in cui ha ambientato le sue storie che riguardano persone scomparse anche da qualche anno.

In “Nelle sue ossa“, l’apprendista reporter Benedetta Allegri, trentacinquenne ancora in attesa di un posto fisso nel giornalismo, fidanzata da anni con Andre, si trova ad assistere al ritrovamento di alcune ossa in una villa che sta per essere ristrutturata. A capo dell’indagine c’è un bel commissario, Stefano Giuliani che, apparentemente burbero, in realtà si avvicina con interesse alla donna che rimane turbata dal sex appeal dell’uomo.
Il cadavere trovato si scopre essere quello di una adolescente scomparsa, di cui si era anche ipotizzata una fuga con il giovane fidanzato malvisto da tutti; addirittura si pensava che lui l’avesse uccisa e poi fosse fuggito. Mettendo il naso qua e là, anche pericolosamente, Benedetta arriva a scoprire l’autore dell’omicidio e la sua dinamica.

In “Come il lago“, la relazione con Andre diventa quasi un problema. Benedetta non sa cosa rispondere alle richieste dell’uomo che, arrivato ai quarant’anni vorrebbe sistemarsi come già sta facendo sul fronte del lavoro. Il motivo? Nel suo cuore è entrato con forza anche Giuliani.
Benedetta riceve la richiesta di una ragazzina non ancora maggiorenne, Caterina, la quale le chiede di indagare sulla morte della madre, archiviata come incidente.
Benedetta prende a cuore sia Caterina che la vicenda e arriva a risolverla in maniera rocambolesca e pericolosa. Intanto risolve la situazione affettiva e anche lavorativa.

In “La cacciatrice di fantasmi“, mentre sta conducendo il programma in radio, Benedetta riceve una telefonata e poi dei biglietti da un certo Michele che le chiede di scoprire cosa gli sia successo. Aiutata da Giuliani, tornato sul lago nonostante sia in pericolo, riesce a scoprire cosa è successo al giovane che era in gita con amici e di cui si erano perse le tracce.
Bel finale!

I primi due romanzi mi sono piaciuti molto perchè hanno mostrato sia i problemi lavorativi che sentimentali e di amicizie della protagonista. Anche la parte riguardante le indagini sui due casi sono ben descritte, con un ritmo sempre in crescendo. Da un lato, ho apprezzato questa Benedetta che si affeziona alla giovane Cate e la considera quasi una sorellina se non una figlia. Non mi è piaciuto il continuo dubbio su quale scelta sentimentale sia la migliore. Ho detestato, poi, il tentativo di aiutare i due amici, Francesco e Viola, che diventa soffocante, al punto da costringere i due ad allontanarsi. Insopportabile.

Il terzo romanzo per buona parte è troppo lento nell’indagine sullo scomparso Michele. Infatti i problemi sentimentali a tratti prevalgono sulla ricerca di indizi e mostrano più che altro una Benedetta tanto insicura in amore quanto decisa invece nel mettersi in pericolo. Fortunatamente, accantonati i sentimenti, il romanzo cresce di intensità, si scopre chi è colpevole e Benedetta mette a posto amore, amici e lavoro.

Mi è piaciuto lo stile dell’autrice, pulito, senza eccessi nelle situazioni più critiche. I personaggi sono realistici, non ci sono superuomini né superdonne. L’ambientazione aiuta a dare “respiro” alle storie che in altre situazioni avrebbero potuto diventare oppressive.
Consiglio la lettura partendo dal primo romanzo sebbene i casi siano autoconclusivi.

Nelle sue ossa (l’apprendista reporter).
Come il lago (l’apprendista reporter).
La cacciatrice di fantasmi (l’apprendista reporter).

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