Quando pensi di essere finalmente in vacanza e vuoi rilassarti, ecco che abbassi la guardia e commetti l’errore fatale: apri Facebook, che di rilassante non ha proprio niente, e cominci a leggere i post che compaiono in bacheca.

Uno in particolare attira la tua attenzione. L’argomento è di quelli spinosi e antipatici che appena li scorgi ti dovrebbero urlare SCAPPA! NON CI CASCARE! Ma questa volta no, per quante bacchettate sulle mani tu ti stia dando, non bastano… le dita corrono veloci sulla tastiera e scrivono l’infausto commento.

Da questo momento verrai coinvolto in una spirale discendente di critiche, insulti, attacchi personali (di cui magari tu stessa ti farai portatrice, perché quella questione davvero ti urta i nervi, e anche se hai affittato una bolla felice per tutta l’estate e ti scoccia davvero lasciarla, non riesci proprio a resistere), da cui puoi sfuggire solo disattivando le notifiche del post, e sia quello che sia.

Ma… c’è un ma. Le recenti discussioni, per quanto poco originali, mi hanno spinta ad alcune considerazioni che ho deciso di riportare, sperando che possano esservi utili per il vostro futuro nel mondo dell’editoria, e a me per lenire il senso di colpa di aver buttato il mio tempo commentando, anziché… scrivere, ovviamente!

Perciò, se volete aiutatemi in questa missione impossibile, leggete l’articolo e magari ditemi se voi siete d’accordo oppure no. 🙂

Come evitare una fregatura editoriale in tre “semplici” mosse.

Qui volano proposte editoriali. Nel senso che entrano da una finestra ed escono dall’altra. Questo non per presunzione, ma credo di aver superato quella fase della carriera in cui crediamo a tutte le promesse che ci fanno come se fosse oro colato.

È magia? No. Si chiama esperienza. Si chiamano porte in faccia o gergalmente “cantonate” sui denti, prese allegramente in sette anni di lavoro (che è un nulla, ma comunque qualcosa ho imparato).

Dopo parecchie di queste sprangate in faccia, ti fai furbo e impari come muoverti. Quindi ecco alcuni consigli per evitare di farsi veramente molto male.

A) MAI credere alle promesse fatte per email, soprattutto se sono molto allettanti. Nove volte su dieci sono solo specchietti per le allodole. Solo e solamente il contratto fa fede, in quanto è legalmente vincolante per entrambe le parti.

B) Leggete attentamente il contratto, se vi viene fornito e, in questo caso, diffidate da chi ve lo invia così, alla prima email. Sarà una cosa mia, ma penso che una casa editrice seria non abbia bisogno di “ostentare” ciò che offre.

C) Dopo aver consultato sito, catalogo, Amazon e siti appositi come Writer’s Dream, se la casa editrice in questione è sopravvissuta a questo fuoco incrociato e sembra davvero valida, non cedete ancora: CHIEDETE A QUALCUNO DI COMPETENTE. Un editor, un consulente editoriale, qualcuno che abbia una carriera alle spalle e un buon numero di contatti. Lasciate stare i poveri autori della suddetta casa editrice, che magari ci saranno già cascati o comunque per contratto hanno le mani legate.

Se siente ancora convinti di pubblicare con quella casa editrice perché:

– è free;

– fa editing (garantito eh? Non una semplice correzione bozze);

– è presente, almeno in digitale su tutti gli store e magari offre il cartaceo (anche se solo in print on demand);

– offre un minino di assistenza nella promozione (non pretendiamo chissà che cosa, ma almeno che non sparisca nel nulla dopo due giorni dalla pubblicazione. Se non prima…);

ALLORA BUTTATEVI! E in bocca al lupo!

La Pagina-Autore di Valentina G. Bazzani su Amazon