Aurora Ballarin ci presenta il suo nuovo romance “L’occhio della dea degli elfi” (Serie “La leggendaria guerriera”, III).

Della mia Ainwen ci sarebbe molto da raccontare: nata da un sogno fatto la notte tra il 6 e il 7 aprile 2003, ha poi preso vita quasi per caso.
Avevo quindici anni ed era il giorno del mio compleanno (e già, con Wen condivido anche la data di nascita); la professoressa di italiano ci aveva assegnato un tema dal titolo: “Scrivete un racconto” .
Ecco, la storia è nata in quel momento; da quelle due facciate di un quaderno ad anelli su cui, allora, avevo scritto il compito.
Ed è stata proprio quella stessa insegnante a spingermi a continuare a parlare della mia piccolina. La storia le era piaciuta così tanto da chiedermi di ampliarla e io, senza indugi, l’ho fatto.
Da quel momento in poi è stato tutto un crescendo di cose: la storia si è ingigantita a dismisura, è mutata, è stata stravolta. Sono nati personaggi, situazioni e altrettanti sono scomparsi.
Sono cresciuta con questa vicenda, che mi ha accompagnato anche nei momenti più bui della vita. Era in quei fogli che mi sfogavo quando stavo male e grazie ad Ainwen e Firion riuscivo a buttar fuori tutto quello che avevo nel cuore. Scrivere è sempre stata la mia passione, ma questa è la storia che più di tutte ho amato.
Ho indugiato molto prima di pubblicare (sono estremamente timida), ma nell’ottobre 2013 con un pizzico di pazzia e tanto coraggio, ho deciso di far uscire i miei “figli di carta e inchiostro” da quelle mura in cui erano chiusi da anni.
Wen scalpitava, voleva far sentire la sua voce e insieme ci siamo gettate in questa lunga e bellissima avventura piena di soddisfazioni.
Ecco, il romanzo è nato così!

Lei è l’adhandel: la custode dell’equilibrio naturale, la figlia di Madre Natura. La prescelta. Ma i poteri, la missione, il futuro… tutto ha un prezzo, e Ainwen ha iniziato a pagarlo da molto tempo.
La morte di un’amica è un colpo troppo duro per lei. Distrutta dal dolore e dalla malattia, la giovanissima adhandel crolla tra le braccia di Niccolò che, solo in quel momento, apprende la verità sul destino a cui la compagna sta andando incontro. La scoperta è straziant,e ma il nemico non è certo pronto ad attendere che i due si riprendano e il tradimento, quel seme oscuro presente in ogni uomo e donna, esce allo scoperto nel modo più inaspettato. Un tradimento che porterà con sé la fine, ma forse anche un nuovo inizio…

TITOLO: LA LEGGENDARIA GUERRIERA (PARTE TERZA)  L’OCCHIO DELLA DEA DEGLI ELFI
AUTORE: AURORA BALLARIN
EDITORE: YOUCANPRINT
GENERE: EPIC FANTASY
DATA D’USCITA: 20 GIUGNO
FORMATI DISPONIBILI: EBOOK (E DA LUGLIO ANCHE IN CARTACEO)
PREZZO: 0,99€ (OFFERTA LANCIO)
PAGINE: 320

L’autrice
Aurora Ballarin è nata a Venezia il 7 aprile del 1988, prima di tre fratelli.
Dopo aver studiato biologia, si è dedicata a tempo pieno alla sua grande passione: la scrittura. Quando non scrive, ama leggere e ascoltare musica, perlopiù straniera.
Questa trilogia, nata proprio tra i banchi di scuola, è la sua saga d’esordio. Un fantasy ambientato in parte in una misteriosa Venezia di fine 1800 che coniuga magia e realtà, guerra e amore.
Sullo sfondo di una città appena uscita dai fasti dei tempi in cui era nota come la  Serenissima, si dipaneranno le gesta di uomini ed eroi, di demoni e salvatori, il tutto in un periodo di crisi, anticipo di due guerre che in un secolo hanno segnato la nostra realtà.
“Rinascita di una dea”, primo volume di questa saga di cui fa parte anche “L’occhio della dea degli elfi” si è classificato tra i finalisti al concorso letterario “Casa Sanremo Writers 2014”.

Contatti

-Blog dell’autrice
http://www.occhiodelladeadeglielfi.blogspot.it/

-Pagina ufficiale e profilo Facebook
https://www.facebook.com/occhiodelladeadeglielfi
https://www.facebook.com/aurora.ballarin.1

-Profilo twitter
https://twitter.com/Ainwen88

Aurora ci regala un assaggio del suo romance. Gustatelo…

– E bravo il nostro principino… – lo schernì Firion zoppicando, – Questo vuol dire che l’agnellino ha tirato fuori le unghie, per caso?-
Senza attendere risposta il flagello partì all’attacco e, approfittando di una minima disattenzione di Niccolò, ricambiò con altrettanta rabbia il colpo appena ricevuto.
Con una decisa stoccata, Firion recise i lacci della cotta di maglia, affondando il metallo nel fianco dell’avversario, poi gli si portò alle spalle, lambendogli il collo con il filo della spada. Sapeva che per ucciderlo sarebbe bastato non fermare l’affondo della lama, ma aveva altro in serbo per lui: – Ma l’agnellino ha ancora molto da imparare… – riprese trattenendo una risata nervosa.
Niccolò scosse appena il capo: – L’agnellino per difendere la propria regina è diventato leone. – strinse allo spasmo l’elsa e fece ruotare la propria arma.
La prese ferrea di Firion si sciolse istantaneamente mentre un mugugno di dolore gli usciva dalle labbra.
Il ragazzo si voltò: il nemico, dietro di lui, aveva una mano posata sul fianco a fermare l’emorragia mentre con l’altra tratteneva la spada.
– Direi che hai imparato bene. – disse con voce affaticata cercando di rimettersi in posizione.
Ci riuscì per un istante, poi, una nuova stilettata di dolore, lo fece crollare a terra. La ferita al fianco era ancora più aperta e sanguinante di prima.
Perse la spada e Niccolò fu subito su di lui; con un calcio lo colpì in pieno volto.
Tutto l’odio, tutta la rabbia stavano uscendo da lui come un fiume in piena: – Te la farò pagare, bastardo! – gli inveì contro sferrando il primo colpo e Firion si piegò su se stesso, trattenendo a stento le urla di dolore.
– È solo colpa tua! – lo prese per i capelli umidi e sporchi di terra e lo tirò a sé, – Ogni singolo giorno di dolore che lei ha provato per causa tua, io te lo restituirò centuplicato.-
Rinfoderò la spada e lo colpì con un pugno al volto senza lasciarlo andare.
Le lacrime iniziarono a scendere sul viso del giovane elfo, mentre continuava a colpire il flagello sempre più inerme sotto i suoi pugni: – Lei ti adorava… e tu hai gettato via tutto. Perché? Spiegami perché lo hai fatto? Dammi una ragione per cui hai continuato a torturarla anche ora che è rinata! –
Con una forza che nemmeno lui sapeva di possedere allontanò l’ormai indifeso Firion e brandì nuovamente l’arma, estraendola con lentezza dal fodero.
S’avvicinò di un passo al nemico e, passando accanto al suo spadone, con un calcio lo lanciò contro l’uomo: – Prendila in mano. – gli urlò, – E rialzati in piedi, Firion. Muori come il generale che sei sempre stato.-