Uno degli obiettivi di questo blog è quello di far conoscere alle amiche che mi seguono le giovani scrittrici italiane. Oggi vi presento uno dei tanti racconti scaturiti dalla penna di Emanuela Locori. Si tratta di un rosa storico, intitolato “Un tramonto a Thera”, che la Casa Editrice Delos/Digital pubblicherà nella Collana “Passioni Romantiche” il prossimo 22 aprile 2014.
Dal
ponte della “Veniera”, marzo 1347
La
terra era ormai lontana.
Affacciata
al parapetto, come per accorciare la distanza, Elisabetta cercò di imprimersi
nella memoria gli ultimi ricordi di un mondo che aveva sognato per tanti mesi
ma che, appena raggiunto, le era subito sfuggito.
Elisabetta
ha un solo sogno: imparare l’arte medica da uno dei grandi maestri della scuola
veneziana. Vuole continuare la professione
del padre pur sapendo che sarà molto difficile per una donna. Per
guadagnare il denaro necessario è disposta ad affrontare qualsiasi pericolo e a
rinunciare per sempre a una vita tranquilla. D’ora in avanti la sua casa sarà
il mare, con i suoi orizzonti immensi e i suoi pericoli. Dovrà dimenticare gli
agi e le comodità. Eppure saprà farsi
apprezzare fino a rendersi indispensabile a una ciurma di personaggi non
proprio raccomandabili, ma soprattutto al giovane capitano. Edoardo Venier si
affeziona subito a quello strano mozzo dagli occhi verdi, che sa leggere e
scrivere e, con le sue abili mani, sa curare molti mali…
Emanuela Locori è stata
insegnante, ma il sogno nel cassetto (tenuto chiuso per troppo tempo) è stato
sempre quello di raccontare storie.
Nel momento in cui, ad una
svolta importante della vita, ha finalmente avuto il tempo necessario, si è
dedicata alla lettura sfrenata e compulsiva di innumerevoli romanzi. Ad un
certo punto, leggere non le è bastato più e dal cassetto è uscito quel sogno
lontano. Dapprima ha frequentato alcuni blog e forum, poi si è decisa a fare
sul serio. E ha frequentato un corso di scrittura creativa. Alcuni suoi
racconti sono stati selezionati per la pubblicazione dalla Casa Editrice Delos.
Dico subito che il genere “racconto” sta un po’ stretto a questa storia ambientata alla metà del XIV secolo. Il materiale potrebbe tranquillamente essere riversato in un romanzo.
Elisabetta non ha nulla della damigella tremebonda, alla perenne ricerca di un Principe Azzurro che le cavi le castagne dal fuoco. La nostra eroina, con sprezzo del pericolo (e una buona dose d’incoscienza), s’imbarca sulla nave del giovane e bellissimo capitano Edoardo Venier, decisa a lavorare come mozzo e a guadagnare la somma necessaria per seguire le lezioni di un famoso medico veneziano. Elisabetta, in un secolo certo non amico delle donne (ma ce ne sono stati secoli nostri amici?), sogna di diventare un medico, ripercorrendo le orme del padre.
Improbabile mozzo (marinai ciechi, sordi? E’ questo il bello dei rosa storici, lasciatemelo dire), viene scoperta -in tutti i sensi- dal giovane Venier. Seguono baci, qualche furtiva carezza, ma per il fattaccio ci tocca tirare un tantino il collo. E, arrivate a questo punto, ringraziamo che la vicenda sia narrata in un breve racconto! Altrimenti saremmo andate in crisi d’astinenza…
L’autrice rapina a man bassa le scene classiche: il rapimento di Elisabetta, sventato dal capitano, la scena di seduzione, con promessa di matrimonio perché i due sono bravi ragazzi, paesaggi mozzafiato, navi mercantili alla fonda… Lieto fine assicurato, anche dal punto di vista economico, visto che i Venier potranno rientrare in possesso dell’imponente patrimonio loro sottratto da un viscido nemico.
Tre belle stelline per questa gentile scrittrice alle prime armi… ma non disarmata!
Ringrazio commossa la nostra carissima Babette per la bellissima recensione , ma soprattutto per l'incoraggiamento di cui non si potrebbe mai fare a meno, soprattutto per chi è alle prime armi come me! 🙂