Ho chiesto a Giulia Beyman di parlarci di “La mia ragazza torna in città”. Ecco cosa mi ha scritto.
Non appartengo alla schiera di quelli convinti che “con il tempo ci si fa l’abitudine”. Perché ogni volta che un libro è pronto per la pubblicazione c’è sempre una sorta di sorpresa e di stupore per essere riuscita ad arrivare alla parola ‘fine’.
Sì! Ce l’ho fatta!
Se la vostra fantasia lo sopporta, potete immaginarmi mentre faccio la mia speciale danza tribale intorno alla scrivania, ingombra di qualsiasi cosa (caos più che normale quando ci si concentra sul portare a termine l’ultima stesura di un libro).
Poi, dopo, arrivano le ansie da prestazione. Ma queste ve le risparmio.
Vorrei parlarvi di Nora, invece. Perché in questo nuovo libro della serie ha un’importante sfida sentimentale ed emotiva, sulla quale io e Babette abbiamo disquisito a lungo in quel di Matera.
Credo che Babette sarà contenta della decisione che ho preso. Non so come reagiranno i lettori, ma alla fine sono contenta anch’io. Nora – che non è giovanissima, né tanto meno è un sexy-symbol o una rampante femmina in carriera – è una sorta di specchio di donne ‘normali’, mamme, a volte anche nonne, lavoratrici. Donne così curiose da essere in perenne ricerca di qualche risposta.
Per me, perlomeno, è diventata una sorta di ‘alter ego’.
Così… Beh, penso che la sfida sentimentale che ho inserito per lei in questo libro possa portare una punta di ottimismo in tutte noi.
Non importa quello che passiamo e quanto ci siamo fatte male. Alla fine c’è una seconda occasione per tutte.
Altra novità. Oltre alla tradizionale ambientazione a Martha’s Vineyard, che io amo molto, la mia protagonista-ficcanaso in questo libro finisce niente di meno che in Kenya, per cercare le sue risposte.
Ci sono stata anch’io, molti anni fa, e ho subito il fascino dell’Africa. Ma non è che abbia calcolato tutto. Semplicemente a un certo punto sapevo che parte della storia si sarebbe svolta in Kenya.
Dubbi. Atroci dubbi.
Far arrivare Nora fin lì con la fantasia poteva anche essere facile, non serviva altro che metterla su un aereo. Ma poi? Mica potevo mandarla fino in Kenya solo per scoprire che l’assassino era il maggiordomo…
Chiunque abbia già letto uno dei miei libri della serie di Nora sa che il giallo c’è, ma è sempre mescolato ad altro. Non thriller mozzafiato, ma mystery in cui l’elemento umano e sentimentale si prendono il loro spazio.
Alla fine – per forza di cose – la storia si è complicata e qualche volta ho faticato a tenerne in mano tutti i fili. Ma spero di essermela cavata.
Ho acquisito una sorta di fatalismo, che non è abbandonarsi al destino, ma accettare che – dato per scontato il nostro massimo impegno – ognuno di noi ha un percorso speciale, tutto suo, da compiere.
Per questo stesso tipo di ‘fatalismo’, ho scelto di tenere il titolo così come era nato nella mia mente ancora prima che esistesse il libro.
“La mia ragazza torna in città” è il benvenuto che il padre scrive su uno striscione per Amanda, che deve tornare dal Kenya.
A ragione qualcuno mi ha detto che non è un titolo abbastanza chiaro, che potrebbe dare adito a confusione, che non è poi così ‘forte’. Considerazioni giuste. Ne ho tirati fuori dal cappello tanti altri nelle ultime settimane, titoli forse anche migliori, ma poi all’ultimissimo momento ho deciso di tornare a quello che avevo pensato all’inizio. Per un motivo che non comprendo fino in fondo, dev’essere proprio questo il titolo del libro: La mia ragazza torna in città.
Buona lettura,
Giulia
Tutto sembrava andare per il meglio. Barbara e Jimmy erano tranquilli e Amanda stava per tornare. E allora perché lei continuava a sentire un nodo che le strizzava il cuore?
Titolo: La mia ragazza torna in città.
Autrice: Giulia Beyman.
Genere: mistery.
Editore: iEffe.
Prezzo: euro 3,45 (e-book).
La mia valutazione: * * * *
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La verità, a volte, è subdola come un paio di fari che ti abbagliano.
Amanda è giovane, bella e desiderosa di conoscere il mondo. Tre mesi in Kenya sono il regalo che si concede prima di cominciare la sua vita da “donna adulta e responsabile”. Quando tornerà negli Stati Uniti – è già stabilito – andrà a convivere con il suo fidanzato e inizierà a lavorare per un importante studio legale di New York.
Ma le settimane che trascorre in Kenya cambiano la sua vita.
Mentre percorre la stretta striscia d’asfalto che da Watamu va a Mombasa, per salire sull’aereo che la riporterà a casa, Amanda pensa che forse i suoi genitori saranno delusi dalle decisioni che ha preso mentre era in Africa. Ma loro la amano e con il tempo tutto si sistemerà.
Non sa che dietro il lampeggiare di fari che la incalzano mentre è alla guida della jeep presa a noleggio per raggiungere l’aeroporto si nasconde un brusco cambiamento del suo destino.
OoO
Giulia Beyman è arrivata al quarto capitolo della Serie “Nora Cooper Mysteries” e non ha ancora finito di stupirci. Mi prendo parte del merito (altri hanno rivolto lo stesso suggerimento all’autrice) della storia d’amore fra ultracinquantenni che caratterizza questo romanzo. Sono occorse numerose spintarelle, ma alla fine Giulia Beyman ha capitolato.
Nora ha un presentimento, che poi trova una tragica conferma. La morte di una persona cara la spinge a lasciare la tranquillità di Martha’s Vineyard per attraversare l’oceano Atlantico e cercare la verità in Kenya. E la trova, celata in una vicenda raccapricciante di avidità e di sfruttamento.
Questa ricerca non sarà esente da pericoli per la nostra amica, anche se una conclusione secondo il nostro cuore –i buoni prevalgono, i malvagi vengono puniti- ci aspetta alle ultime pagine.
Ci fanno compagnia lo stile asciutto di Giulia Beyman e la sua capacità di mescolare la vita di tutti i giorni con storie coinvolgenti e misteriose.
Grazie infinite, Babette.
Grazie per la tua ospitalità, per le belle parole e per le chiacchierate sulla vita sentimentale di Nora, che hanno portato a una svolta, almeno per me, inaspettata.
Alla fine, credo di aver fatto la cosa giusta. E Nora ne è ancora più convinta di me.
Finalmente Nora ha la sua seconda possibilità di essere felice!