Adelaide Hills, Vigilia di Natale 1959.
Non si registra un’estate così calda da decenni. Strizzando gli occhi verso il sole, tutti si chiedono quando quel caldo torrido li lascerà in pace. È il tramonto della Vigilia di Natale, quando Percy Summer, il fattorino del paese, si avventura tra le colline e fa una scoperta agghiacciante. Nei pressi di una sontuosa tenuta di campagna, una donna e i suoi bambini si sono appisolati dopo un picnic. O almeno questo è quello che Percy ha creduto a una prima occhiata: in realtà sono tutti morti. La polizia apre un’indagine e la piccola città di Tambilla sprofonda in uno dei casi di omicidio più sconvolgenti della storia dell’Australia Meridionale.
Titolo: Ritorno a casa.
Autrice: Kate Morton.
Genere: Mistery.
Editore: Harper Collins.
Prezzo: euro 8,99 (eBook); euro 19,00 (copertina rigida).
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Ciao a tutti, ieri ho finito di leggere un romanzo da cui non mi sarei mai staccata: Ritorno a casa, di Kate Morton.
La storia si svolge in due tempi, lontani tra loro, in un’Australia natalizia che disorienta il lettore dell’emisfero boreale: noi, abituati al freddo e ad associare la neve al Natale, potremmo faticare a immaginare un dicembre caldo, afoso e assolato.
Vigilia di Natale 1959: Isabel Turner viene trovata morta con i suoi tre figli sulle sponde di una pozza. Stavano evidentemente facendo un picnic e non ci sono segni di violenza, anzi, sembra che tutti stiano dormendo. Il fatto, già di per sé orribile, è aggravato dalla scomparsa della neonata, che avrebbe dovuto essere con la madre ma di cui non sembra esserci traccia. Il paesino di Tambilla non riesce a capacitarsi di questo dolore e le vite dei suoi abitanti ne vengono stravolte.
Dicembre 2018, Jesse torna da Londra in Australia perché la nonna che l’ha cresciuta ha avuto un incidente e rischia di morire. Cercando di scoprire cosa l’abbia spinta a precorrere le instabili scale che portano alla soffitta, Jesse si trova a fare i conti con una vicenda di cui era all’oscuro.
Come nei suoi precedenti romanzi, Kate Morton porta il lettore a fare i conti con un passato scomodo e doloroso, in cui i segreti si inanellano come una matrioska e solo alla fine, all’ultima pagina, è possibile dire “adesso è tutto chiaro”. Gli indizi sono disseminati tra le righe, le verità nascoste da omissioni, e quando tutti i pezzi del puzzle sono al loro posto è facile chiedersi “perché non l’ho capito subito?”.
I personaggi sembrano vivere di vita propria tra le pagine del romanzo, ognuno ha una sua voce ben distinta. L’unico a scorrere sullo sfondo è Thomas Turner, marito di Isabel e prozio di Jesse, che è coinvolto nella tragedia da lontano, trovandosi a Londra quando la sua famiglia muore improvvisamente. Di lui si sa solo quello che dicono i parenti e le persone che gli stanno intorno, lo vediamo quasi in controluce, intuendo contorni vaghi – ma non per questo è meno presente e meno efficace.
Ho fatto veramente fatica a chiudere il libro e credo che se ne avessi avuto la possibilità l’avrei letto senza interruzioni, dalla prima all’ultima pagina.
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Copertina creata con Canva. Immagini: cover del libro recensito e immagine free di Canva.
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