“Se lo ricordava molto bene, Massimo Gerosa, il primo incontro con Anna. Allora lui aveva ventiquattro anni e da circa diciotto mesi lavorava alla COMOR.
Tutto regolare, come da programma. Niente liceo, che non sarebbe servito a nulla, diploma all’ITIS Molinari, servizio militare e poi subito colloqui di lavoro.”
Titolo: Era la Milano da bere. Morte civile di un manager.
Autore: Alessandro Bastasi.
Genere: Noir.
Editore: Fratelli Frilli Editori.
Prezzo: euro 10,96 (copertina rigida e sopracoperta).
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Massimo Gerosa, manager in carriera, viene improvvisamente licenziato dalla COMOR, il colosso dell’informatica dove lavora. Le motivazioni sono vaghe. La moglie lo costringe ad andarsene di casa e anche la figlia diciannovenne, che all’inizio mantiene i rapporti con il padre, a un certo punto se ne allontana. Dopo nove mesi vissuti tra alberghi di quart’ordine e il suo SUV adibito a dimora, Massimo finisce con il fare il guardiano notturno nella sede di un movimento di estrema destra, di cui gradatamente sposa l’ideologia impregnata di nazionalismo, di razzismo e di antisemitismo. Arriva, addirittura, a immaginare e a proporre un attentato contro Roberto Modigliano, che Massimo considera la causa della sua “morte civile” e che, oltre a essere lo stimato uomo d’affari destinato a diventare il prossimo ministro dell’economia, è anche l’esponente di una nota famiglia ebraica del milanese. Ma Modigliano nasconde un terribile segreto… Sullo sfondo di un paese devastato dalla crisi economica, dalla decadenza culturale e dalla solitudine sociale, si dipana un racconto feroce nel quale, con un montaggio alternato, l’autore ci conduce per mano attraverso le vicende parallele dei suoi personaggi e ci porta fino al punto in cui convergono in un tragico e definitivo gioco al massacro: una rappresentazione impietosa della società dei nostri giorni, sopra un palcoscenico da tragedia greca, cui solo la progressiva presa di coscienza di Cristina, la giovane figlia di Massimo, riuscirà a donare un filo di luce.
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Il romanzo racconta una storia su due piani temporali: l’oggi di Cristina e il passato di Massimo Gerosa, il padre, e della sua discesa all’inferno.
Massimo Gerosa l’ho odiato da subito. Rozzo, volgare, arrampicatore sociale. Abituato a prendere tutto per riempire una vita che, in definitiva, è vuota di affetti veri e duraturi. Lo troviamo ventiquattrenne, nelle prime pagine del romanzo, appena assunto dalla multinazionale dell’informatica COMOR, nella quale farà carriera. Incontra Anna, che sposerà. Vive con il padre e il fratello, che lo amano, ma che lui sopporta a malapena.Vuole entrare nel novero di quelli che contano e spronerà moglie e figlia affinché si adeguino a queste sue mire e le assecondino.
“Cristina, non farmi strozzate, voglio vedere un giorno il tuo nome sui giornali, hai capito? Voglio leggere che Cristina Gerosa è apparsa per un saluto nel salotto dell’onorevole tal dei tali, che mia figlia si è fidanzata con il rampollo del magnate della finanza. Io voglio il meglio per te, ti voglio sul tetto del mondo”.
Questo fino al 12 gennaio del 2012, quando il grande capo, il dottor Roberto Modigliano “”E che cosa ti aspettavi da un ebreo plutocrate del cazzo?”), lo licenzia. Fuori. Per sempre. Con il mutuo della villa da pagare e le manie di grandezza della moglie da saziare. Una moglie che chiede la separazione, la casa e svuota il conto comune.
Nessun posto in vista, tutti che lo scansano come un lebbroso. Comincia così la deriva infinita di Massimo Gerosa, che passa dalla stanza di un pulcioso alberghetto per puttane al SUV che gli fa da casa. Finché incontra un gruppo di Forza Nazionale, che lo assume come guardiano.
“Certo Massimo non s’era mai interessato di politica, ma i discorsi dei camerati gli suonavano bene. Proprio bene, non facevano una grinza. E l’ammirazione per quei ragazzi cresceva di giorno in giorno. Intelligenti, forti, coraggiosi.”
Un linguaggio asciutto, uno stile nervoso. La scrittura di Alessandro Bastasi ti accalappia subito e ti trascina in un mondo che non vorresti mai visitare, ma nel quale ti trovi immerso fino al collo. Mestiere e anima, mescolati insieme, danno vita a una storia crudele, che lascia solo un alito di speranza, alla fine.
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L’autore, Alessandro Bastasi è nato a Treviso nel 1949. A 27 anni si è trasferito a Milano, dove attualmente vive e lavora. Con un passato di attore teatrale, a Venezia ha recitato al teatro Ridotto con il mitico Gino Cavalieri, ha continuato in seguito a calcare le scene fino all’ultima partecipazione nell’atto unico Virginia (2010) di Giuseppe Battarino e altri. Nella seconda metà degli anni ’70 ha scritto numerosi articoli di argomento teatrale per riviste del settore (“Sipario”, “La Ribalta”). Tra il 1990 e il 1993 ha vissuto a Mosca. Gli avvenimenti di quegli anni – di passaggio dall’URSS alla nuova Russia – gli hanno dato materia per il suo primo romanzo “La fossa comune”, pubblicato nel 2008 e ambientato nella capitale russa. In seguito ha dato alle stampe: “La gabbia criminale” (romanzo, Eclissi Editrice 2010), “Città contro” (romanzo, Eclissi Editrice 2011), “Ologrammi” (racconto, MilanoNera Edizioni 2012), “La caduta dello status” (racconto pubblicato sul quotidiano “Il Manifesto” 2012), “Cronaca di un’apocalisse annunciata” (racconto, nell’antologia Cronache dalla fine del mondo, Historica Edizioni 2012), “La scelta di Lazzaro” (romanzo, Meme Publishers editore 2013), “Milan by night” (racconto, nell’antologia Una notte a Milano, Novecento Editore 2014). Altri racconti sono presenti in vari siti letterari.
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