Annalisa Caravante nasce a Napoli e fin da piccola inventa storie da raccontare alle sorelle e ai bambini della sua famiglia. Crescendo, cerca di esprimere la sua arte attraverso disegni e foto, ma leggendo Matilde Serao, si appassiona alla Napoli di inizio ‘900, fino a desiderare di scrivere un libro ambientato in quell’epoca. Nasce così il suo romanzo d’esordio “Il segreto degli aghi di pino” pubblicato la prima volta col titolo “Il paese degli aghi di pino” da CoreBook Editore. Seguono altri romanzi: “L’inverno e la primavera” sempre con CoreBook Editore, “Canta per me” e “Tersa” per Arpeggio Libero Editrice e “Cattivi pensieri” con Edizioni Lettere Animate.
Nel 2016 passa alla seconda fase del torneo IoScrittore con il romanzo “Il cavaliere celta“.
In seguito si dedica al self-publishing pubblicando altri romanzi: “Il profumo dei ricordi”, “Fiori d’inverno”, “Alma do sol” e “Sacro e profano”. Nel 2022 pubblica “Profumo d’Ottobre. Una storia d’amore e di resistenza” con Il Babi Editore.
Ha editato diversi romanzi di colleghe e ha collaborato come lettrice di manoscritti per una casa editrice. Diversi suoi racconti sono in varie antologie.

Due righe per presentarti?
Sono una napoletana con un cognome di origini spagnole e un bisnonno materano. Amo da sempre la storia della mia città, disegnare e scattare foto. Da quando è nata la mia nipotina, in famiglia sono diventata ufficialmente Zia Nanna.

Che genere scrivi?
Scrivo principalmente rosa di ambientazione storica, mi diletto con i fantasy/fantascienza e l’ultimo in scrittura è per la prima volta un thriller.

Come scrivi? Penna e quaderno? Tecnologia a tutto spiano?
Scrivo solo al pc, raramente sul telefono. Agende e quaderni li uso per gli appunti.

Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Sono assolutamente un’allodola. Orario consueto, dalle 6:30. La sera è dedicata alla lettura, se non sono in fase di editing; in quel caso, alle 22 ronfo già.

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Quando scrivo sono sempre coinvolta. Solo una volta mi capitò di sentirmi quasi pari a un computer, tanto che quel romanzo restò abbandonato in una cartella per molto tempo. Quando decisi di renderlo ironico, mi coinvolse.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Io sono sturm und drang per antonomasia. Vuoi vedere che l’ho inventato io? Solo con l’ultimo che sto editando, ho dovuto fare almeno la lista personaggi perché ce ne sono veramente tanti.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so- se-posso”?
Metodica. Per me non esiste quando posso, se posso. Mando qualcosa indietro, ma almeno per due ore devo scrivere.

Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei una self pura? O metà e metà?
Ero metà e metà. Ora solo self per scelta. Solo la mia trilogia sarà pubblicata con un editore ma perché sto molto apprezzando il lavoro della casa editrice che ha aperto una mia amica.

Hai finito il tuo libro. Prosegui da sola, o ti rivolgi ad alcune figure (professionali o no), come beta reader, editor, grafico/a…
Da soli non si va da nessuna parte. Se posso, pago un professionista, altrimenti ho sempre chi è pronto ad aiutarmi. Le mie sorelle sono, invece, le vittime preposte a leggere la prima stesura, poverette. Perché prima di andare avanti, devo capire se il libro è valido.

I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri? Se sì: quali sono i tuoi preferiti? Perché? Quali riscontri hai notato?
Ho sempre usato i social; mi piace creare card, reel, booktrailer. L’ho sempre fatto, in passato anche per le colleghe. Ho sempre usato Facebook, poi sono passata a Instagram e ultimamente a Tik Tok. Diciamo che farsi conoscere con i social è un processo lento, ma ho avuto modo di constatare che col tempo le persone si ricordano di me. All’improvviso trovo segnate tante vendite e allora non mi scoraggio, so che i riconoscimenti arriveranno.

Hai una newsletter? Se sì, ogni quanto invii un aggiornamento?
Non ci ho mai pensato.

Hai un sito web? Se sì: è home made, oppure ti sei rivolta a un/una professionista?
Avevo un blog, per pubblicizzare me e i miei colleghi. Poi, dopo un periodo brutto brutto, ho chiuso tutto. Ho solo la pagina fan, ma la utilizzo poco.

Progetti per il futuro?
Sto seriamente pensando di fare un corso di editing. È un lavoro che mi piace molto e poi noto di essere alquanto brava.

Di Annalisa Caravante vi segnaliamo “L’uomo che venne dal nord“.

Ferdinando arriva a Napoli, una città che ama e odia. Nasconde la sua naturale propensione ad affezionarsi alle persone, apparendo scontroso e taciturno. Pasquale, un napoletano chiacchierone, intuisce che Ferdinando non è come sembra e si mette subito a sua disposizione, guadagnandosi la sua fiducia e un lavoro. Ma ben presto Pasquale nota che qualcosa non quadra: Ferdinando omette delle verità, evita alcune domande e le sue attività non sembrano quelle di un normale uomo d’affari. Cosa nasconde Ferdinando?

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