Oggi sono di ottimo umore perché ho scoperto che la luparia (*) è tosta ed è riuscita a sopravvivere non solo all’inverno ma addirittura alle mie cure, per cui vado di consigli e parto con un drama che, come vedete dall’immagine sotto, ha una trama solidissima.


The devil judge” (Corea del Sud, 2021).

Il drama si svolge in una Corea del sud distopica. Il giudice nella foto occupa la carica più alta e la sua parola è legge. I suoi processi si svolgono a telecamere accese; è seguitissimo perché si occupa di casi che coinvolgono personaggi di spicco e inchieste scottanti.
L’intero drama ha un’aura cupa e misteriosa, soprattutto perché questo giudice gioca a carte coperte e non si riesce mai a capire se le sue intenzioni siano limpide o no, se sia coinvolto o meno in acque torbide e se sia deciso o meno a lasciarsi contagiare dal luridume che deve ripulire. Inoltre ci sono intrighi, amicizie, valori, tradimenti, rivalse, sconfitte e vittorie.
Da guardare fino in fondo, perché i colpi di scena non mancano.

(*) luparia: avendo un marito appassionato di lupi mannari, non potevo rischiare di non avere almeno una pianta di aconito in casa. Non si sa mai. Metti che uno di quelli esca dallo schermo, meglio essere preparati!

Il drama è distribuito, sottotitolato, da Serially, che ha reso disponibile la prima metà il 17 novembre e la seconda il 23 dicembre 2022.
Due anni dopo che la Corea del Sud è stata colpita da una misteriosa epidemia, il Presidente decide di trasmettere in diretta televisiva alcuni processi, istituendo un tribunale apposito presieduto dal giudice Kang Yo-han, che diventa in breve l’idolo della popolazione per la sua spietatezza. Il giovane giudice Kim Ga-on, però, inizia a mettere in discussione i suoi metodi.

Quando si risveglia immobilizzata su un tavolaccio, con la testa bloccata in un guscio e drogata, per Sara è l’inizio di un lungo incubo. Rapita durante un’escursione in montagna, viene allontanata definitivamente dalla Terra.
Ridotta l’ombra di se stessa, scoprirà che ciò che la tiene in vita è essere stata scelta per un compito al di là delle sue forze. Sola, tra la feccia assetata di sangue, in un gruppo nel quale la crudeltà è una virtù, dovrà trovare la forza per proteggersi per non rinunciare all’ultima parte di sé.

Katy Blacksmith, appassionata di gatti, di birra e di arti marziali, piemontese di nascita e laziale d’adozione, ha una formazione tecnico-scientifica e ciò dona alla sua scrittura un realismo invidiabile. “Bestia di Pterr” è la sua prima opera. Per acquistarla, fate click QUI.