Anche quest’anno, la stagione dei fiori di ciliegio volge al termine.
Già da quasi un mese sono sfioriti quelli a corolla semplice come i Somei Yoshino, una varietà che in Giappone viene piantata lungo le strade.
Adesso, a parte il nord del paese dove la fioritura è ovviamente tardiva, restano fiori delle varietà a corolla doppia: Ukon, Amanogawa, Kanzan, Shogetsu (quello della foto) e tanti altri.

I fiori di ciliegio sono l’emblema della cultura giapponese. Si ha l’impressione tuttavia che questo simbolo, da molta gente sia frainteso.
La fugace fioritura dei Somei Yoshino, che dura solo pochi giorni, è spesso collegata con la figura dei samurai. Come nel famoso detto
花は桜の木。人は武士
Hana wa sakura no ki. Hito wa bushi
che impropriamente viene tradotto: il migliore tra i fiori è il ciliegio, il migliore tra gli uomini il samurai.
In realtà non si parla affatto di migliore o peggiore. Vuol dire solo che il samurai, come il fiore di ciliegio, in genere campava poco.
In nome di questa effimera bellezza, durante la seconda guerra mondiale molti giovani furono immolati come kamikaze. Un fraintendimento, o meglio la manipolazione del simbolo a fini nazionalistici.
La vita è effimera per tutti gli esseri viventi, non solo i samurai né i fiori di ciliegio. E tra i sakura ci sono anche varietà, quelle a corolla doppia, che durano ben più dei Somei Yoshino.
Contemplare la loro bellezza nelle diverse fasi, dal bocciolo sul ramo nudo al fiore pienamente sbocciato: a quello che già cambia colore o sta sfiorendo, fino alla neve di petali che cade dai rami.
Tutte le fasi della vita hanno una loro bellezza. Non solo quando si è giovani ci si può esprimere con pienezza. Ed è un messaggio ben più utile, profondo e universale rispetto a quello truce dei samurai che, guarda un po’, non furono affatto “i migliori”.

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Copertina: immagini fornite da Grazia Maria Francese. Rielaborazione: Canva.