Emma si guardò attorno soddisfatta. Era tutto esattamente come
aveva immaginato e come aveva sempre desiderato. Il suo sogno era diventato
realtà. La sala da tè Pannacotta Dreaming aveva aperto i battenti, e le
persone, futuri clienti o semplicemente curiosi di passaggio, affollavano il
locale in occasione dell’inaugurazione, attratti dalle golosità esposte nelle
vetrine e dalle splendide composizioni floreali.
Era un tripudio di colori e di profumi. In
quel momento Emma si sentiva travolta da un’atmosfera che per lei era pura
magia. Probabilmente, non solo per lei. Quel posto non era una comune sala da
tè come ce n’erano tante a Roma; si poteva definire una boutique di gioielli
floreali, un atelier di ricercatezze, una vera goduria per gli occhi e per il palato. 


Titolo: Tè nero,
vaniglia e baci allo zenzero.
Autrice:
Elisabetta Motta.
Genere: Rosa
contemporaneo.
Editore: Rizzoli,
Collana YouFeel.
Prezzo: euro 2.49
(e-book).
La mia valutazione: quattro stelline.
“Pannacotta Dreaming” non è una sala da tè come ce ne sono
tante a Roma. È un luogo intimo e curato dove i clienti possono sorseggiare
infusi pregiati in tazze di porcellana, gustare i dolci più deliziosi e
acquistare meravigliosi bouquet di fiori. L’intraprendente Emma ha infatti
saputo unire le sue abilità di pasticciera alla passione per i fiori, dando
vita a un bistrot unico e indimenticabile per chi vi trascorre qualche ora di
relax. Tra i tanti clienti che iniziano a frequentare il locale c’è Alex
Giordani, un compositore di musica lirica a cui la vita ha donato di vedere con
il cuore laddove i suoi occhi non riescono a farlo. Per Emma innamorarsi di lui
è inevitabile, per Alex pensare a un futuro con lei è complicato. Forse è più
semplice restare nei confini sicuri di ciò che si conosce già molto bene. Ma il
cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce…
 

Emma ha un matrimonio
fallito alle spalle, vive da sola e aspira a realizzarsi con una sala da tè che
ha chiamato “Pannacotta Dreaming”, un
nome che a noi non più ragazze evoca lontane canzoni… Ah, bei tempi!
Alex è cieco. Bello,
affascinante. Cieco. La sua voce morbida e calda sconvolge il cuore e ne accelera
i battiti. Cieco. Chiudete gli occhi, pensate di doverlo fare per sempre e
saprete com’è la vita di Alex.
La storia segue i
canoni classici del romance: lei incontra lui, i due s’innamorano, ci sono
ostacoli da superare, lieto fine. Proprio come ci aspettiamo che sia. Eppure,
in questo romanzo d’evasione, Elisabetta Motta riesce a introdurre riflessioni
importanti. Emma ha paura: della diversità, della propria inadeguatezza a
sostenere un rapporto con un uomo che l’orgoglio sostiene in ogni momento della
giornata. E non l’aiutano certo i pregiudizi dei genitori, che la consigliano
“per il suo bene”. Non l’aiuta nemmeno Alex, chiuso in un mondo ristretto al
cane e alla sorella e dal quale si rifiuta di uscire per abbandonarsi
all’amore. No, lui crede di non aver bisogno di Emma, crede di poter vivere
senza di lei. Dovrà ricredersi e scegliere questo sentimento e la fiducia
incondizionata che ne è il corollario.
Sarebbe stato facile
condire con zucchero e melassa questa storia. Elisabetta Motta, invece, insinua
gocce di aspro limone, obbligando i suoi protagonisti a denudare le proprie
anime e a confessare fin dove sono disposti ad arrivare per questo amore
combattuto e dal quale, alla fine, si lasceranno vincere. Nessuna concessione
facile al pathos, alla commozione da due soldi. Una storia solida e ben
orchestrata. Da leggere.