Ho avuto la malaugurata idea di chiedere “Ma (notare il “ma” all’inizio della frase… da bocciatura) avete mai bruciato qualcosa, mentre stavate scrivendo un romanzo/racconto?”
Le risposte sono arrivate. Toni ironici, apocalittici; qualcuna ha rispolverato la storia. Quella con la S maiuscola. Leggete, se avete coraggio… e alzi la mano colei/colui che NON ha mai bruciato qualcosa in cucina. O NON ha dato fuoco alla cucina (sì, è successo anche questo).
Oggi, tocca a Manuela Chiarottino.

“La tavola è addobbata in modo squisito, tutto è coordinato in modo elegante, ha messo addirittura una candela rossa, farebbe pensare proprio a una cena romantica. La serata scorre veloce, era da tempo che non mi sentivo così a mio agio con un uomo e la cosa mi preoccupa perché lui non ha ancora mostrato alcun reale interesse nei miei confronti, se non qualche complimento, ma credo sia galante di natura e questo mi lascia perplessa. Possibile che sia solo una serata tra buoni vicini? “

Sì, direi che questa frase va bene, l’atmosfera c’è… ma la mia cena? Tra poco rientrerà mio figlio affamato dopo la partita! Meglio accendere il fuoco sotto le patatine, e il forno dove l’arrosto riposa.

“Mi alzo per prendere la torta e….”

Mi devo alzare per girare le patate… uffa! Dovrei proprio spegnere il portatile ma ho questa idea in testa e… no, non posso smettere ora. Volo in cucina scivolando sul pavimento come un cigno sull’acqua (poetica eh?) e giro le patate che si stanno dorando lentamente, un’occhiata al forno e via, più veloce della luce. In fondo basterà venire a controllare ogni tanto.

“…lui m’invita a tagliarla, quando fa il primo morso la sua espressione sembra quella di un bambino e mi sento meravigliosamente in colpa. Brava mamma, come rimpiango tutte le volte in cui ho rifiutato di seguire le tue lezioni in cucina. Rispondevo sempre che tanto non avrei mai fatto la casalinga e ancora ne sono convinta, ma per rivedere quel sorriso sul suo volto farei di tutto.”

Autobiografico? Sì, un poco, non sono molto brava con le torte, anche se non ho mai barato attribuendomi il merito di una torta materna. Ci sono sempre le pasticcerie, no? Basta togliere la carta del negozio…. E’ che io non amo cucinare dolci perché non ne sono golosa, in compenso adoro le pizzette, focaccette… mamma che fame! Cosa mi fa venire in mente la fame? Ah sì, le patate. Volo come super woman a controllare la cottura. Perfetto, posso intraprendere un corso di cuoca scrittrice volante, in fondo che ci vuole, basta avere ritmo tra una battuta e un giramento di patatine… ah ah!

“ – E’ squisita. –
– Non mi viene sempre così bene, sei stato fortunato. –
Sì e non solo per la torta. –
– Prego? –
– Una ragazza come te, qui nella mia casa, chi è più fortunato di me? –
– A volte non capisco se mi prendi in giro. –
– Davvero? Perché dovrei, sei simpatica, spontanea, mi fai ridere ma sei anche una ragazza in gamba, determinata, te la cavi da sola e fai un lavoro che ti piace, bene e con passione. E’ piacevole passare il tempo con te. –
Ecco, adesso ci siamo, ma allora perché sento questa morsa al cuore? Paura, ho paura. Perché quest’uomo non potrà mai essere come un’avventura del venerdì sera e la cosa mi sta terrorizzando, probabilmente dovrei fuggire ma non c’è nessun altro posto dove vorrei stare, se non qui.
– Vuoi ballare?”

Ma sì, quasi, quasi, accendo la radio, e mentre ci sono faccio un giro ballando in cucina. Questa canzone è troppo bella, ma perché ho interrotto il corso di salsa? Ah, già, il mio cavaliere sembrava un palo della luce. Devo provare a fare opera di persuasione per convincerlo a riprovare. Io adoro ballare! Manuela, ora concentrati, però.

“Si alza e accende lo stereo, note suadenti invadono la stanza, mentre si avvicina a me e porge la sua mano. Mi ritrovo così tra le sue braccia, avvinghiati in un lento, come fossimo due liceali a una festa in casa, come fossimo due naufraghi su di un’isola invisibile, mentre il mondo al di là di quelle finestre, scorre veloce e inesorabile. Sento il suo fiato sul mio collo, i nostri respiri si mischiano, il mio corpo sta bruciando.”

Certo che m’immedesimo proprio quando scrivo, mi sembra quasi di sentire l’odore di bruciato. Pazzesco. Peccato che non riesca a materializzare anche il protagonista maschile…

“Le nostre mani si sfiorano, i suoi capelli mi solleticano la fronte, il mio seno sfiora il suo petto, mentre volteggiamo guidati dalla musica e da quel vino bianco frizzate che scivolava in gola senza alcuna difficoltà. E sto bruciando sempre più.
– Gaia, Gaia, la sciarpa! –
– Cosa? – “

Cosa? Cosa? Ma prima quando ballavo la rumba davanti al forno… ho guardato dentro? E ho girato le patate? Oddio!

“ Lo vedo afferrare la mia deliziosa sciarpa color mare e sbatterla in terra per poi saltarci sopra. In quel momento mi rendo conto che ciò che sentivo era il fuoco della candela, devo averla sfiorata mentre volteggiavo in preda all’estasi. Devo dire che se volevo far colpo sto andando alla grande.”

Sono proprio una grande cuoca, è andato tutto bruciato! Altro che scrittrice cuoca volante, sono proprio la solita distratta imbranata. Quando si cucina, bisogna spegnere il portatile! Lo devo scrivere sulla lavagnetta… sì, ma… e stasera?
Pronto, pizzeria?