Oook sono pronta, recensioni. Mamma mia che argomento, spinoso come un cactus delle volte, perché? Perché ogni volta che mi ritrovo davanti alla pagina bianca, in procinto di scriverne una…
- è una lotta nella scelta delle parole,
- dall’altra parte c’è una persona a cui molto probabilmente non piacerà quello che le dirò.
Non tutti sanno scrivere, non tutti possono scrivere, ma tutti lo fanno e le probabilità di incappare in un libro scritto male sono più alte rispetto al suo contrario. E quindi, diciamocelo, il problema non sono le recensioni positive, quelle piacciono a tutte. Il problema nasce con le recensioni parzialmente negative o totalmente negative, e se quelle positive le scrivo di pancia, aggiungendo qualche annotazione tecnica, quelle negative le devo motivare. Non posso dire: questo libro non mi è piaciuto, perchè troverei orde di Urukai pronti a fare di me uno spezzatino (e mangerebbero a sazietà, lo so).
Da quando ho iniziato a scrivere in modo più professionale, mi saltano agli occhi cose che prima ignoravo, preferendo lasciarmi catturare dalla storia. E quando già dalle prime pagine trovo errori grammaticali, pov diversi nello stesso periodo, infodump e (come mi ricorda spesso qualcuno) i verbi che imitano “ritorno al futuro/passato/presente” non riesco più a ignorarlo. Così ecco che arriva una recensione meno di pancia, ma molto più tecnica, perchè se devo dire a qualcuno che il suo romanzo non mi è piaciuto devo anche spiegargli perché.
I romanzi di Maddalena Cafaro potete trovarli QUI.
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