Qualsiasi cosa per riaverla. Qualsiasi cosa per riaverle entrambe.
Due donne, due amiche, Giulia e Livia, rapite una sera di novembre mentre tornano dal cinema. Una delle due riesce a fuggire, ma non ricorda nulla, né del rapimento né del suo passato. Il suo aiuto potrebbe essere determinante per la polizia, se solo riuscisse a mettere insieme le schegge di verità che come lampi le attraversano la mente. Il volto che però vede nello specchio continua a esserle del tutto estraneo.
Le indagini possono dunque partire solo dal bosco, teatro della fuga, e dalla spessa nebbia che blocca la sua memoria. A guidarle è il commissario Emilio Arco, con l’aiuto di Ilaria Benni, una sensitiva in grado di percepire la paura delle persone, e di uno psichiatra, coinvolto per motivi che oltrepassano la sfera professionale.
Monica Lombardi tesse con maestria una tela investigativa ricca di colpi di scena, in un giallo psicologico che scava negli abissi della mente umana.
Sono scomparse. Nessuno ha loro notizie. Prese. Portate via. Da chi? Ci sono richieste di riscatto? Ci sono tracce? Qualcuno, vi prego, ha visto?
Bene, no, male. Un inizio così è fatto per sollecitare in modo anormale le coronarie. Si secca la gola, il fiato si blocca.
Monica Lombardi butta il lettore in medias res, con la strategia narrativa che prediligo. Esce dal mio placido corpo lo spirito di un SEAL del romanzo e, semplicemente, mi butto. Faccia della mia mente ciò che vuole, signora Lombardi. Nemmeno avesse sentito…
Una riesce a fuggire, ma non ricorda nulla di sé e di ciò che le è accaduto. Eppure vorrebbe, con tutto il cuore, perché l’amica è rimasta nelle mani di colui (ma è solo uno il rapitore?) che le ha sequestrate.
Livia. Le avevano solo detto che si chiamava Livia. Un nome come un altro, non le diceva proprio niente.
L’infermiera era uscita e lei prese lo specchio rotondo appoggiato sul comodino della sua stanza singola. Lo aveva chiesto e la dottoressa le aveva permesso di averlo in un reparto in cui, le avevano spiegato, specchi e qualsiasi altro oggetto di vetro erano banditi.
“Sì, penso che possa farti bene” aveva anzi commentato.
Ora lo sollevò davanti al viso.
“Buongiorno, Livia” sussurrò.
La frustrazione di Livia è la nostra. Ho ringhiato in certi momenti, quando il muro spesso che la separa dai ricordi si rifiuta di cedere, anche solo un po’. Dietro ci sono Giulia, la sua prigione, il terrore e la violenza. Eppure, il muro non si sgretola.
Lei aveva bisogno di risposte, punto. Da dove fossero arrivate, da dentro o da fuori, non le importava. Non sopportava di guardarsi indietro e di vedere il buio, oltre il confine invalicabile degli ultimi… quanti erano, ormai?… tre giorni?
Schegge di memoria, schegge di verità si fanno strada a fatica in una mente confusa e atterrita. Eppure sono barlumi che illuminano la strada impervia che il commissario Emilio Arco percorre con l’ostinazione di un mastino. Accanto a lui, Ilaria Benni, una sensitiva che “legge” la paura delle persone e che usa questo dono per dipanare la matassa ingarbugliata di questo caso che sembra non avere alcuna motivazione. Perché? si chiedono tutti. Se lo chiede anche Andrea Ranieri, il compagno di Giulia.
Quell’uomo la faceva sentire a suo agio come se non fosse la prima volta che…
L’aveva già visto. Non da vicino, non bene come adesso, ma quei lineamenti e i capelli biondi… era lui, non aveva dubbi. Dove? Quando?
Livia, Arco, Ilaria, Andrea: tutti alla ricerca della verità.
Già, la verità. Siamo sicuri che a Livia venga detta da parte degli investigatori, dei medici? Oppure c’è qualcosa che le viene taciuto, una scheggia di verità che le viene negata?
Bianco… nero… Non è mai così facile. Tutto ha mille sfumature di grigio. Un grigio che ricorda la nebbia, che occulta i ricordi di Livia. Eppure, bisogna fare presto, Giulia è ancora prigioniera. E nessuno sa se sia ancora viva, oppure se l’abbiano (ma quanti sono i rapitori?) uccisa.
Adrenalina. Un finale che ci blocca il respiro in gola. Proprio quando vorremmo un momento di pace, prima di posare il libro… un momento… è rimasto aperto uno spiraglio in questa ultima pagina. Che cosa ci riserva il futuro?
Un’altra scommessa vinta da Monica Lombardi, una scrittrice che seguo e che vedo crescere di libro in libro. Una storia padroneggiata con maestria, un linguaggio asciutto che accompagna le vicende di protagonisti indimenticabili.
Voglio il seguito. Un seguito qualunque. Non sono disposta a lasciar perdere nemmeno uno dei personaggi di questo romanzo. L’autrice è avvertita.
Ho l’impressione che sia diventata un’abitudine quella di minacciare Monica Lombardi…
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Titolo: Schegge di verità.
Autrice: Monica Lombardi.
Genere: Giallo psicologico.
Editore: Amazon Publishing, 28 giugno 2016.
Prezzo: euro 4,99 (eBook); euro 9,99 (copertina flessibile).
Bellissimo articolo, Babs! 🙂
Grazie, Francesca. Ti dirò che lo sto leggendo per la terza volta. Ci sono dei punti, delle strategie narrative che mi affascinano.
<3 <3 <3
Mitica Babette! Grazie per avermi riportato nel ritmo, nella spirale del libro, con le tue parole. Smack!
La tua ehm… raccomandazione finale è annotata. Intanto accompagniamo questo romanzo nella sua uscita, nella speranza che piaccia a molti quanto è piaciuto a te. Nella speranza, anche, di potervi dare altre notizie presto 🙂
A presto!
Io sarei anche pronta per il seguito!
Signora Lombardi?
Mi ha sentito?
Siamo a gennaio 2017…