“Non era la possibilità di perdermi “fuori di me” che mi spaventava, quanto piuttosto la consapevolezza lancinante che contro la perdita di orientamento “dentro di me” non c’erano bussole.”

Irene ha trentotto anni. Apparentemente non le manca nulla: ha un buon lavoro, è sposata e un’amica fedele la consiglia e la sostiene. Eppure, un tarlo la tormenta, la rende infelice.

“Se c’è un momento nella vita in cui senti che non hai più tempo da perdere, che devi fare qualcosa , ora, adesso o mai più, che la parte migliore se n’è già andata senza che tu nemmeno te ne accorgessi, cosicché l’unica cosa che ti rimane da fare è raccogliere quello che resta e dargli un senso… bene , quel momento per me è arrivato stanotte.”

Posso dirlo? Lo dico: Irene mi è antipatica, anzi, è proprio odiosa. Ecco, se potessi prenderla a calci senza subirne le conseguenze, lo farei volentieri. Non si sente moglie, madre, figlia: è insoddisfatta di se stessa, ma incolpa il mondo intero della sua “infelice” condizione. Gli strali della sua rabbia si scagliano contro degli incolpevoli: il marito, classica pasta d’uomo; il padre, al quale imputa di non aver pagato abbastanza per i lutti del passato; l’amica, rea di essersi accontentata di fare la madre amorosa; gli sfigati di Meetic che cercano sesso senza pensieri o l’amore eterno. Niente va come Irene vorrebbe. Il guaio è che lei non sa proprio che cosa vuole. Così si lagna, in continuazione. Odiosa, appunto.

Che cosa fa una donna insoddisfatta? Si iscrive a Meetic e cerca compagnia. Incontri senza succo, anche quando Irene arriva a fare sesso con un ragazzo di dieci anni più giovane.

Quello che più mi colpisce è che tutti, proprio tutti, sottolineano di essere alla ricerca di una donna tranquilla, calma, conciliante, rilassata e rilassante; ciascuno usa un’espressione diversa, ma il concetto è chiaro: cerco una donna che non rompa le palle.
Cosa significa “una donna tranquilla”? Una che non ti chieda dove vai, perché esci o a che ora torni? Che se ne stia a casa impassibile mentre tu te ne vai in giro a divertirti con gli amici e che magari, nel frattempo, visto che c’è, sistemi un po’ il tuo disordine? Una che non abbia pretese o aspettative, ma che sia felice di soddisfare le tue?
Ma allora tu non cerchi una compagna: tu cerchi una mamma!
E poi, se anche una donna così esistesse davvero, perché mai dovrebbe scegliere te?
Cosa le offri tu in cambio? Cosa fai per meritartela?

Irene entra in un giro di pervertiti e si lascia coinvolgere in giochi sempre più audaci. Eppure, non riesce a ricavare alcun piacere -se non quello immediato, epidermico- da quelle avventure.

L’autrice è spietata nel delineare la figura negativa della protagonista, tanto che a volte mi sono fermata a riflettere sul titolo: chissà quante lettrici si saranno sentite attratte da quella frase, “L’amore conta”! Avranno pensato a una storia d’amore: lui, lei e il lieto fine di prammatica. Regola aurea del “rosa” classico. Invece niente, questa è una diagnosi impietosa del carattere di una donna mediocre, simile a mille altre, che tuttavia cerca una giustificazione al suo essere al mondo.

Ottimo il finale, per niente consolatorio. Per un momento ho temuto che Carmen Laterza avesse virato verso il buonismo e il “volemose bbene”. Non c’è assoluzione per Irene e per il suo mondo, solo una lucida, impietosa disamina.

Indovinato il gioco tra passato e presente: Irene giovane, che si innamora di colui che diventerà suo marito; Irene oggi, cinica adescatrice di uomini che, come lei, cercano qualcosa che illumini una vita insipida.

Buona la scrittura, anche se a volte l’ho trovata un po’ pesante, tanto da rallentare il ritmo della narrazione.

Meno interessante la parte “a luci rosse”. Sinceramente, ne ho abbastanza delle Sfumature e dintorni.

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Titolo: L’amore conta.
Autrice: Carmen Laterza.
Genere: Narrativa contemporanea. Narrativa italiana.
Editore: self.
Prezzo: euro 2,48 (eBook); euro 11,00 (copertina flessibile).

L’amore conta è un romanzo psicologico, prima che d’amore.
Irene è sposata da due anni, Luca è un marito presente e affettuoso, eppure lei si sente inquieta e insoddisfatta; alla soglia dei quarant’anni le sembra che la vita le stia scivolando via. Così, un po’ per gioco e un po’ per curiosità, decide di iscriversi a Meetic, il sito di incontri più gettonato del momento, e comincia una doppia vita scandita dall’alternarsi di appuntamenti clandestini, comici ed erotici, che inizialmente prova a vivere con distacco, ma che finiscono per coinvolgerla in un “qualcos’altro” che non era ciò che cercava.
Sempre più distaccata propria realtà, incrinati i rapporti con il marito, con la sua migliore amica e con il padre, Irene si ritrova infine ad affrontare se stessa, persa in un’esistenza senza più appigli, fredda e apparentemente senza senso.
Sarà proprio l’amore, quell’amore incondizionato e disinteressato che Irene dice di non aver mai ricevuto, a ritrovarla e a salvarla dall’abisso, perché nella vita “l’amore conta, e sa contare”.

Carmen Laterza vive e lavora a Pordenone. Laureata in Lettere e Diplomata in Pianoforte, è stata per anni docente di Italiano e Storia nelle scuole superiori della sua città e poi Dirigente Scolastico.
Lasciata volontariamente la Pubblica Amministrazione, Carmen adesso lavora come ghostwriter, editor e consulente per il self publishing.
Ha autopubblicato il saggio musicologico “I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi”, frutto di un lavoro di rivisitazione della propria tesi di laurea. “L’amore conta” è il suo primo romanzo.