La gemma di Ceylon – Amalia Frontali

Ceylon, 1817.
A Dido Monica Monkford, dopo sei costose e sfortunate stagioni londinesi, non resta che emigrare nelle colonie per trovare un marito accettabile. A Ceylon si aspetta di sposare l’erede di Sir Havisham, ma appena sbarcata nell’esotica Colombo, scopre che le sue prospettive sono, suo malgrado, parecchio cambiate.
Nel frattempo la grande ribellione del popolo singalese contro il dominio britannico sta per infuriare…

Recensione di Estelle Hunt

Che mi sarebbe piaciuto l’ho capito quasi subito e ora, a lettura ultimata, posso affermare di averlo amato follemente. Il registro linguistico elegante, forbito, eppure mai pedante, piuttosto brioso, spesso ironico ha reso la lettura veloce e ammaliante, tanto da obbligarmi a rallentare, a gustare ogni parola come fosse un liquore pregiato. I dialoghi, assolutamente confacenti all’epoca, mi hanno catapultato nei salotti londinesi, tra crinoline, tazze da tè e ventagli svolazzanti, e più tardi nella Ceylon oppressa da britannici onnipotenti. E Dido, oh Dido, quanto ho apprezzato la protagonista. Una donna del suo tempo ma meravigliosamente moderna, senza per questo apparire simile a una femminista ante litteram.
Un testo ricco, che ogni amante dello storico deve leggere.

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Sarò io la tua fortuna – Loredana Frescura & Marco Tomatis

1916. Rigo ha tredici anni, non ha mai conosciuto il padre e, dalla morte della madre vive con gli zii. Quando una bomba caduta sulla casa lo lascia unico superstite, gli viene offerta l’opportunità di evitare l’orfanotrofio, accettando di diventare un tuttofare nelle retrovie della guerra che si sta svolgendo non lontano da lì. Rigo comincia dunque a lavorare per l’ospedale militare, a contatto con l’orrore quotidiano, le speranze e le disillusioni dei giovani soldati che incontra. Poiché dalla zia, maestra, aveva imparato a leggere e scrivere, diventa anche a persona a cui i soldati si affidano per fare arrivare le loro notizie a casa. Sono lettere di fiducia, di amore e talvolta di addio, che lo fanno crescere in poco tempo. C’è un giovane tenente, Toni, che lo ha preso particolarmente a cuore e che gli chiede di insegnargli a scrivere. Grazie a lui Rigo ritrova una forma di calore familiare a cui, purtroppo, dovrà poi ancora una volta rinunciare. Quando compare Fortuna, una sua coetanea apparentemente spregiudicata e leggiadra, per Rigo è come vedere un raggio di sole. Nel loro bisogno di vita e amore, i due ragazzi sono come superstiti in mezzo a un mondo dilaniato e freddo e si uniscono in un’amicizia profonda, che piano piano fa loro scoprire un sentimento nuovo: l’amore. La guerra continua e alla morte di Toni i ragazzi decidono di fuggire per cercarsi uno spazio in cui cominciare una loro vita. Età di lettura: da 10 anni.

Recensione di Daniela Jannuzzi

Mi sento di consigliarvi questo piccolo gioiello.
L’ho letto in pochissimo tempo. È una storia dura e maledettamente attuale quella di Rigo, un ragazzino di appena quattordici anni catapultato nel mondo assurdo della guerra. Risparmiato perché in grado di scrivere, viene arruolato per trascrivere le lettere dei soldati alle famiglie. Costretto a diventare grande velocemente, impara a conoscere tutti gli orrori della guerra senza mai perdere la speranza e aggrappandosi ai ricordi. Tutto cambia, quando conosce Fortuna. La ragazzina, sua coetanea, sarà per lui come una boccata di aria fresca. Così, i due giovani, riusciranno ad opporsi a quel destino di morte e a trovare, anche nella disperazione più nera, una luce di speranza. Un libro per ragazzi ma non solo, che meriterebbe di essere letto nelle scuole.

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Il serpente e la rosa – Lisa Laffi

Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario. Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici. Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana.

La recensione di Sonia Morganti

Ogni anno, mi innamoro di un libro e lo regalo a feste e compleanni. Uno dei romanzi a cui è toccata questa sorte è “Il serpente e la rosa”, di Lisa Laffi.
Il romanzo racconta la storia di Bianca Riario e di Caterina Sforza e lo fa in maniera impeccabile, elegante, delicata, con una scrittura che è un piacere e una trama che avvolge. Chiunque abbia letto sia il libro di Lisa che quello di Carla Maria Russo non ha dubbi nel dire che il primo è ingiustamente meno conosciuto.
“Il serpente e la rosa” va letto perché la trama, la storia e lo stile si armonizzano perfettamente, perché è piacevole e preciso, perché tocca il cuore e la fa con mano delicata. Lisa ha una penna eccezionale ed è una giovane donna che unisce una preparazione approfondita al talento e al garbo.