«Daniel Mason costruisce il suo romanzo Soldato d’inverno con ambienti e personaggi così avvincenti da rendere difficile interrompere la lettura. C’è nel romanzo qualcosa di più di un’indiscutibile abilità di narratore. Il racconto si snoda con tale precisa conoscenza dei tempi e dei luoghi, tale perizia nello sviluppo di situazioni (che l’autore sicuramente non ha vissuto di persona), da far ipotizzare una capacità immaginativa che in qualche modo s’avvicini a un transfert». Corrado Augias, il Venerdì di Repubblica.
Ungheria settentrionale, 1915. Per tre anni il ventiduenne Lucius Krzelewski ha consacrato con severità monastica la sua vita allo studio della medicina. Ma allo scoppio della Prima guerra mondiale, dinnanzi all’offerta di far parte di una squadra di dottori in un ospedale di guarnigione, non esita ad arruolarsi. Viene spedito in un villaggio annidato in una valle dalle pendici morbide, con due viuzze di case che scendono giù da una chiesa fatta di tronchi malamente sbozzati. La chiesa è diventata l’ospedale di campo, un avamposto gelido e devastato dal tifo, presieduto da suor Margarete, una giovane suora infermiera che, dopo che i medici si sono dati alla fuga, è la sola ad accogliere i camion carichi di feriti che si riversano a ritmo incessante nella valle colma di neve. Una sera di febbraio compare un contadino avvolto in un gigantesco mantello di pelle di pecora. Trascina una carriola in cui giace il corpo raggomitolato di un soldato con gli occhi sbarrati, in evidente stato di shock. Lucius e Margarete accolgono il soldato, lo spogliano e lo lavano e restano stupefatti dinnanzi ai numerosi fogli di carta celati nella fodera del suo pastrano: sono disegni di uomini, soldati, treni, montagne e animali fantastici, tutti eseguiti dalla stessa abile mano. Chi è quell’uomo? Da dove viene e cosa gli è successo? E, soprattutto, quale prezzo sarà disposto a pagare, Lucius, per rispondere a queste domande? Dalle dorate sale da ballo della Vienna imperiale alle foreste ghiacciate del fronte orientale; dalle improvvisate sale operatorie ai campi di battaglia battuti dalla cavalleria cosacca, Soldato d’inverno è un magistrale affresco dell’Europa in guerra e, al contempo, uno struggente romanzo d’amore, colpa e redenzione.
TITOLO: Il soldato d’inverno.
AUTORE: Daniel Mason.
GENERE: Romanzo storico.
EDITORE: Neri Pozza.
PREZZO: euro 9,99 (eBook); euro 17,10 (cartaceo).
LINK per l’acquisto.
Succede che i libri ti sorprendano. Che superino le aspettative di una misura così ampia da lasciare un attimo interdetti.
Questo romanzo, “Soldato d’Inverno” di Daniel Mason, l’ho preso in prestito alla biblioteca digitale, con un corredo di belle recensioni e nulla più.
Racconta la prima guerra mondiale, dalla prospettiva insolita di un medico senza esperienza in un minuscolo ospedale improvvisato nel cuore dell’impero austriaco, vicino al fronte russo. Racconta di una suora infermiera, che viene dalle montagne e della vita ha visto poco e quel poco ha assorbito, con un furore e una fame che ne fanno un personaggio potentemente vivo. E racconta di un ferito, con un pastrano imbottito di disegni, che compare in un bosco più morto che vivo, privo di memoria, di parole e della volontà di vivere. E dietro le vicende di questi due uomini e questa donna, dietro una medicina che arranca nel comprendere la macchina umana, un amore travolgente e disperato e uno vibrante, tenero, appena accennato, entrambi irreali, insoddisfatti. Un romanzo sulle ferite della guerra, visibili e invisibili, nel corpo e nell’anima degli uomini e delle donne.
C’è ancora chi è capace di mettere la vita nei libri. Io sono commossa, lo confesso. E ve lo consiglio.
Ora vado a cercare cos’altro ha scritto il signor Mason.
E noi vi consigliamo “La chioma di Berenice“, di Amalia Frontali (QUI il link per acquistarlo).
Il Cairo, 1817
Forte della migliore educazione britannica, a diciott’anni Sarah Bane si sentirebbe pronta per soddisfare la legittima aspirazione di ogni brava ragazza: convolare a nozze con un gentiluomo di forma e di sostanza, passabilmente innamorato e rigorosamente inglese.
Si trova invece imbarcata per l’Egitto, dove lo zio diplomatico le ha combinato un matrimonio di convenienza con un avventuriero italiano, carente di ascendenza, fortune e delle più elementari nozioni di buona creanza. Per quanto male assortita sia l’unione, ribellarsi per Miss Bane è inconcepibile.
Così, con le peggiori premesse, per la fresca sposa del carismatico Giovanni Belzoni, circense di successo, esploratore dilettante, ingegnere amatoriale e aspirante archeologo, inizia una straordinaria e rocambolesca luna di miele lungo il Nilo…
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