Ginger Scott: Ogni battito del cuore

Falling Series, Volume I

Newton Compton Editori

Prima ho dovuto ricordare come si respira. Poi ho dovuto imparare a sopravvivere. Sono passati due anni, tre mesi e sedici giorni dalla Rowe Stanton di un tempo, da quando la tragedia mi ha rubato la giovinezza e il cuore. Quando sono partita per il college, ho messo mille miglia tra il mio futuro e il mio passato. Ho fatto una scelta: riattraversare il confine, per stare con i vivi. Ma proprio non sapevo da dove cominciare.
E poi ho incontrato Nate Preeter.
Un giocatore di baseball nella All-America, che non avrebbe dovuto neppure accorgersi di un fantasma come me. Ma l’ha fatto. Non avrebbe dovuto chiedere il mio nome. Ma l’ha fatto. E quando ha scoperto il mio segreto e ha visto le cicatrici che aveva lasciato, sarebbe dovuto scappare. Ma non l’ha fatto.
Il mio cuore era morto, e non sarei mai dovuta appartenere a nessuno. Ma Nate Preeter mi ha fatto ricominciare a provare qualcosa, e mi ha fatto desiderare di essere sua. Mi ha mostrato tutto ciò che mi stavo perdendo. E poi mi ha mostrato come si cade.

Poi dicono che sono io, che sono cattiva, che ho acredine e compagnia cantando, ma santa pazienza, il mal di testa non dovrebbe essere l’effetto collaterale di una buona lettura, no?

Perché se in un romanzo ho una narrazione al presente e poi frasi come “Ma ci sarebbe voluto un mese da oggi” oppure “La mia canottiera era incollata alla schiena, la t-shirt di mio padre stava…” io perdo il senso della misura. Ma tanto.

E qui non si tratta del libro (che pure in originale è scritto male, ci terrei a dire, dato che ho scaricato l’estratto), ma della traduzione e della mancanza totale di revisione. E mi spiace che alla fine si tratti sempre e inesorabilmente della stessa CE, ma che devo fare? Io ci provo, ma cacchio: i soldi ce li spendo. Pretendo un lavoro come l’italiano comanda, non è una richiesta assurda.
E niente, mollato.

Una stellina.

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