Dopo anni di scontri con i Mitanni, re Suppiluliuma sorprende tutti con una decisione apparentemente inspiegabile: garantisce protezione al figlio del suo acerrimo nemico Tushratta, morto in circostanze oscure, e ordina al suo primogenito, Arnuwanda, di recarsi a Babilonia e da lì scortare il principe Shattiwaza a Hattusa.
Perché Liuma abbia fatto questa scelta è un mistero per tutti, soprattutto per suo figlio che, da tempo, si fa chiamare il Principe dei Serpenti.
Arnuwanda, infatti, serba grande rancore sia verso il padre, sia verso i nemici mitannici, in particolare per Shattiwaza, l’uomo che il giovane cerca di uccidere da anni e che ora, invece, è costretto a proteggere.
Cosa ha trasformato un adolescente, privo dell’indole guerriera che contraddistingue il suo popolo, in un uomo feroce e determinato? E qual è il motivo del suo odio personale per Shattiwaza?
Tra intrighi, menzogne e giochi di potere, sullo sfondo di una guerra combattuta da uomini e Dei, seguiremo l’evoluzione di un ragazzo che dovrà lottare per trovare il suo posto nel mondo.

Il romanzo è il secondo volume della serie Il Leone di Pietra. Per quanto siano tutte storie autoconclusive, dato che sono molto collegate tra loro, se ne consiglia la lettura in ordine di pubblicazione.
Liuma e la raccolta di novelle Prescelto dagli Dei
Nuwa

Titolo: Nuwa, il Principe dei Serpenti.
Autrice: Fleus Du Mar.
Serie: Il Leone di Pietra, volume II.
Genere: Romance storico.
Editore: Self-Publishing.
Prezzo: euro 2,99 (eBook); euro 12,00 (copertina flessibile).
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Un grande romanzo corale, dove  troviamo tutti i personaggi che ci hanno appassionato nel primo volume più altri ugualmente intriganti.
Liuma e Malnigal regnano sulle terre di Hatti, il loro è un matrimonio ormai armonioso ma, nella loro posizione, non è possibile avere qualcosa di più di pochi momenti sereni. Il principe Sargon e il generale Kata vivono la loro relazione nella segretezza, ma nessuno dei due è disposto a rinunciare a quell’amore che illumina le loro vite.
E poi ci sono i figli che Liuma ha avuto dalla sua prima moglie, e il fatto che abbia ripudiato la loro madre per sposare Malnigal non lo rende certo un padre amato, tanto più che non si è mai occupato di loro.

In questo secondo volume la vicenda è complessa e mette a fuoco il destino di molte persone. Un padre che non si è mai curato di esserlo potrebbe aver aspettato troppo per dimostrare il suo attaccamento ai figli. Quante sofferenze si nascondono nell’animo di un figlio che si sente solo al mondo? E, mentre un adolescente confuso commette errori di ogni tipo, nei palazzi del potere fioriscono gli intrighi.
La storia si snoda in due archi temporali, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, e saranno anni di scelte dolorose, equilibri costantemente in bilico, colpe che peseranno su una vita intera.
Fleur du Mar, con la sua prosa attenta e sensibile, ci  porta per mano lungo le strade del regno di Hatti e nei cuori di coloro che le percorrono. Uomini e donne che amano, soffrono, combattono. Nella famiglia reale bisogna essere pronti al sacrificio, all’intrigo, all’astuzia. Solo l’esperienza insegna a diffidare, a cogliere segnali che, sfumatura dopo sfumatura, portano a comprendere piani ben studiati. L’affetto e l’amore possono essere salvifici solo quando non vengono contaminati dal dolore, straziati dalla rabbia, insanguinati dalla vendetta.

La saga che l’autrice ha creato si sta rivelando un grande affresco storico che va al di là della Storia. Suppiluliuma, Arnuwanda, Malnigal, Mursili sono personaggi realmente esistiti, ma ciò che gli studiosi ci dicono di loro sono solo fredde informazioni. Fleur du Mar ha saputo renderli vivi, pronti a emozionarci, a strapparci slanci di tenerezza e attimi di paura.
Una storia ben congegnata, dove ogni personaggio ha un ruolo fondamentale, ogni momento di serenità è bilanciato da abili colpi di scena e situazioni di pathos. Occorre senza dubbio una maturità narrativa non da poco per costruire e governare una trama che mette in scena un gran numero di personaggi senza perdersi mai in rivoli inutili.

L’unico aspetto che suscita qualche perplessità è la figura di Mursili, il figlio più giovane di Suppiluliuma. Un personaggio che è impossibile non adorare per la sua sensibilità e la sua costante e tenerissima ricerca dell’approvazione del padre. Un bambino di cinque anni che, pur dimostrando una formidabile intelligenza, in certe situazioni reagisce con ragionamenti che appaiono troppo adulti per la sua età.
A parte questo, il libro merita una lettura avida e appassionata in attesa del terzo volume, che concluderà la saga.

Quattro stelline e mezza.
Copia fornita dall’autrice.

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