Coma profondo è un film del 1978 diretto da Michael Crichton e tratto dal romanzo “Coma” di Robin Cook.

Mark Bellows e Susan Wheeler lavorano come chirurghi al Boston Memorial e convivono in un appartamento in città. Un’di Susan, Nancy Greenly, deve sottoporsi a un’interruzione di gravidanza ma, durante l’intervento, cade inspiegabilmente in coma. Susan si rende conto che i casi di coma sembrano ripetersi e scopre che si verificano in una sala operatoria ben precisa: la n°8.
La dottoressa comincia a consultare le cartelle cliniche (proibite peraltro al personale medico dell’ospedale) dei pazienti in coma. Scopre, inoltre, che nel seminterrato del nosocomio è installato un cavo che rilascia monossido di carbonio. Il cavo, grazie ai condotti di aerazione, giunge fino al soffitto della sala operatoria n°8. Qui, una volta sostituito all’ossigeno mediante una valvola, causa la morte cerebrale dei pazienti e il conseguente coma irreversibile. I pazienti vengono poi portati presso una clinica privata, il Jefferson Institute, convenzionata con lo Stato dove vengono tenuti in vita.
Durante una visita al Jefferson Institute, insieme ad altri colleghi, Susan può assistere all’illustrazione dell’efficienza della clinica nel “trattare” i pazienti in coma.
Mentre continua l’indagine di nascosto, Susan viene scoperta dal personale di sorveglianza, ma riesce a fuggire nascondendosi sul tetto di un’ambulanza per il trasporto dei contenitori refrigerati in cui sono custoditi gli organi umani congelati destinati alla vendita clandestina.

Susan cerca di convincere Mark, che però è molto scettico. Allora, si rivolge al dottor Harris, primario del Boston Memorial. Il medico, però, le svela che lui stesso è connivente con questa organizzazione criminale. Durante il colloquio, Susan si accorge che nel liquore che sta bevendo è stata miscelata una droga. Oltre a stordirla, la droga le causa dolori lancinanti all’appendice. Quando Susan sviene, Harris chiede che la giovane donna venga sottoposta a un intervento immediato per sospetta peritonite. Portata nella sala operatoria n°8, quella in cui sono avvenuti tutti gli incidenti, Harris decide di operarla personalmente per assicurarsi che Susan entri in coma.
Nel frattempo, Mark decide di entrare nei condotti d’aerazione vicini alla sala operatoria e trova il tubicino del gas che, mescolato all’anestetico, causa il coma. Riesce a strapparlo in tempo per evitare che Susan cada in coma. Così, quando la ragazza si sveglia dopo l’intervento, Harris capisce di essere perduto.

Vidi questo film all’uscita nelle sale italiane alla fine degli anni ’70. Per molti anni fu introvabile, ne avevo un dvd spagnolo e sono contento che esca di nuovo in italiano. Mi fece una grandissima impressione che la visione odierna ha confermato. Da un medical thriller di Robin Cook (allora li pubblicava Sperling), Michael Chrichton realizza un gioiellino di film con qualche risvolto che va al di là della credibilità ( il super istituto per i trapianti con le sue tecnologie) ma rimane saldamente ancorato alle regole della suspense.

L’inizio sembra un telefilm medico con la protagonista che all’epoca era modellata su Jane Fonda (qui Genevieve Bujold, ottima attrice candese) donna consapevole dei suoi diritti, medico che rifugge dalla politica ospedaliera, alla ricerca ossessiva della verità. Un bel personaggio talvolta sopra le righe. Lentamente cominciamo a capire che non è una paranoia la sua. Davvero c’è qualcosa che non va, ma la presa di coscienza avviene gradualmente. Poi compare un misterioso uomo che la segue e anche qui potrebbe essere una sua fantasia. Da quel punto il film compie una svolta e la tensione sale sino al finale. La scena dell’inseguimento nell’ospedale resta un pezzo da grande cinema. Il resto lo fanno il giovanissimo Michael Douglas e Richard Widmark, un cattivo che più cattivo non si può. Un film da vedere per godersi la suspense, ma anche per imparare qualcosa per chi vuol scrivere gialli.