Eleuthère Roux, Lelou per gli amici, ballerino ventenne e promessa della danza del Ballet dell’Opéra di Parigi, fin da bambino custodisce gelosamente un segreto del quale sono a conoscenza solo la sua anziana nonna e la sua migliore amica: vede i fantasmi.
Ed è proprio il fantasma di una giovane ballerina che lo guida, inavvertitamente, all’incontro della sua vita e alla caccia ad un assassino che sta mietendo vittime nella bella Parigi, inscenando frammenti di favole maledette e ammantate di un mistero fatto di sangue e dolore.
Nicholas Greville, futuro Conte di Warwick, trentottenne avvocato e giurista londinese con un curriculum più che immacolato, ama la musica più della sua stessa vita, ed è ossessionato dalla morte della sorella gemella avvenuta più di vent’anni prima, in circostanze misteriose. Il suo incontro con Lelou sembra voluto dal destino, proprio come in una di quelle fiabe che la madre gli raccontava da piccolo, un destino segnato dal dolore che obbligherà entrambi a scavare tra gli spettri del comune passato oscuro.

TITOLO: Carabosse.
AUTRICE: Annalisa Mantovani Sassi.
GENERE: Romance M/M. Noir.
EDITORE: Triskell Edizioni.
PREZZO: euro 3,99 (eBook).
LINK: per acquistare il libro, andate QUI.

Carabosse…
Questo nome mi ha riportato indietro di tanti, tantissimi anni. In fondo a una delle librerie di casa, si trova il primo libro regalatomi, il primo letto da sola: “Le fiabe di Madame d’Alnoy”. “La principessa Rosetta”, una delle fiabe contenute nel libro (non c’è più la copertina, ma rimane la dedica «Alla mia nipotina Annamaria nel giorno del suo compleanno») è un’antenata de “La bella addormentata nel bosco” come oggi la conosciamo. E la strega cattiva, quella che non viene invitata al battesimo della principessina, si chiama Carabosse. Nome che compare anche nel balletto “La bella addormentata” di Čajkovskij.
Questa lunga anticipazione serve per avvicinarci al romanzo di Annalisa Mantovani Sassi con la consapevolezza che la danza sarà uno dei “personaggi” principali di questa storia.

Le fiabe non nascono per essere lette ai bambini. Sono racconti per gli adulti. Hanno personaggi crudeli, conclusioni tragiche, a volte efferate. “La cattiva matrigna fu costretta a calzare scarpe di metallo arroventato e dovette ballare, ballare, finché cadde a terra morta”. Cappuccetto Rosso non uscirà mai dalla pancia del Lupo cattivo. Rimarrà uno dei tanti pasti che hanno reso la bestia satolla e felice. La disubbidienza è stata pagata con il sacrificio della morte.

Nulla di tutto questo è rimasto: la bella fanciulla ha sposato il suo principe e perdonato, magnanima, colei che l’aveva maltrattata. Il cacciatore scuce la pancia del lupo e Cappuccetto Rosso è salva.
Piano piano, le fiabe hanno perso la loro anima e sono diventate storie per bambini. Il lieto fine è assicurato, “e vissero tutti felici e contenti per sempre”.

Qualcuno non ha dimenticato la veste antica delle fiabe e se ne serve come scenario per alcuni efferati delitti che sconvolgono la città di Parigi. Eminenti protagonisti della vita politica ed economica del Paese sono uccisi in modo crudele; o viene inscenato un suicidio, corredato di prove inoppugnabili sull’indegnità di chi si è dato la morte.

Un ballerino dell’Opéra e un musicista si incontrano in questa città che sembra aver dimenticato di essere il luogo dell’amore per diventare teatro di drammi mortali: sono Lelou, ventenne, e Nicholas, con quasi il doppio degli anni. Un’infanzia simile li ha segnati profondamente e crudelmente, il futuro è incerto, il presente è fatto di lacrime e sangue.
Lelou vede i fantasmi, fin da bambino. Nicholas vive un’esistenza a metà. Ognuno integra nell’altro i pezzi che mancano, che la vita ha distrutto o rovinato. Così lontani, così vicini. A loro toccherà il compito di dipanare questo gomitolo di sofferenze presenti e passate per giungere a una verità sconvolgente.

Una storia crudele, che ha reso difficile la lettura: non siamo preparati a vedere gli effetti della malvagità umana, soprattutto quando questa viene sublimata da una scrittura sontuosa, graffiante, ricchissima. Che scava a fondo nell’anima del lettore, lasciandolo ferito e insieme guarendolo. Ho avuto bisogno di riflettere a lungo, dopo aver chiuso il kindle, prima di mettere mano a questo parere che spero vi spinga a leggere il romanzo di Annalisa Mantovani Sassi. Un racconto bello, struggente, salvifico alla fine, come avevo sperato fin dalla prima pagina.