Simone, o meglio, il dottor Simone Ferrante è il promettente e affascinante manager di un’importante Fondazione bancaria il quale, dovendo lavorare a stretto contatto con la direttrice generale della Fondazione, la dottoressa Anna Laura Gualtieri, inaspettatamente si sente attratto da lei, anche se la raffinata e bellissima quarantenne, distaccata e severa, non perde occasione di rimproverare i suoi ritardi e affermare il proprio ruolo di superiorità in azienda.
Tuttavia, giorno dopo giorno, nonostante gli scontri e le resistenze iniziali, la corazza che l’avvenente donna in carriera, sposata e con figli, si è costruita nel tempo inizia a incrinarsi e, complici alcune situazioni propizie, il fuoco della passione divampa tra i due protagonisti, al di là di ogni freno razionale. Se poi, oltre all’attrazione sessuale, subentrano anche dei confusi sentimenti, il rischio di finire bruciati diviene pericolosamente probabile.
Fanno da sfondo a questa piacevole commedia romantico/erotica, narrata dal punto di vista maschile, l’ex fidanzata di Simone, il collega gay Luca e Debora con i quali il protagonista trascorre le pause-pranzo, gli amici con cui esce alla sera o programma le vacanze estive e i familiari che incontra nei tradizionali pranzi domenicali.
“Una vita in più” è un romanzo autoconclusivo, spin-off di “Abbracciami più forte” pubblicato dalla stessa autrice nell’agosto del 2015.
“Una vita in più” è in assoluto il mio primo romanzo, benché sia il terzo da me pubblicato. Auto-pubblicato, per la precisione. Vi racconto com’è nato: nel 2011, vinsi il concorso letterario “Racconti nella rete” con il racconto per bambini, “Il ragno Luigi”, poi pubblicato da Nottetempo. All’epoca i miei figli erano piccoli e per intrattenerli inventavo per loro delle fiabe che poi trascrivevo, ma la cosa iniziava a starmi stretta. Avevo bisogno di un po’ d’evasione. Il pretesto me l’offrì mio cognato, provocandomi in questo modo: “Non è ora che la smetti di scrivere storie per bambini e ti cimenti in qualcosa di più piccante?”
Fu così che iniziai a scrivere “Una vita in più” in cui si narra di un trentenne che perde la testa per un’affascinante quarantenne in carriera, sposata e con figli: la mia fantasia d’evasione! Naturalmente, non è stato per niente facile: essere una buona lettrice non è sufficiente per diventare una scrittrice. Infatti, da quella prima versione, il romanzo è molto cambiato, grazie, soprattutto, agli insegnamenti di scrittrici più esperte, alla “lettura approfondita” di Simona Liubicich, come l’ha definita lei (in realtà, è stata molto di più) e ai suoi suggerimenti schietti e generosi.
In conclusione, a distanza di quattro anni da quella prima esperienza, sento di essere in cammino e che la strada è ancora lunga, ma sono comunque soddisfatta dei risultati conseguiti e degli incontri che la scrittura mi ha consentito di fare finora.
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