Ho fatto un’escursione nella Tuscia che mi sento di consigliare a chiunque ami la natura selvaggia e l’archeologia, abbia buoni piedi e voglia di usarli. Insomma, si senta un po’ Indiana Jones.
Se venite da nord, si parte dal ponte romano di Blera, ai piedi del paese.
Se venite da sud come abbiamo fatto noi, la macchina si lascia Barbarano Romano e il sentiero invece si imbocca da Porta Canale.
Non c’è particolare pendenza, ma il tracciato è davvero selvaggio, il terreno secco è scivoloso, accidentato come natura crea ma in compenso si cammina tra gole, cave – dove si vedono ancora le vene di ferro e i segni degli scalpelli – e ponti etruschi, mole medievali, in una vegetazione rigogliosa e viva, spesso costeggiando il fiume Biedano. Che se la passa decisamente meglio del Po, per fortuna.
Noi ci siamo fatti un bagno dove la cascata di una mola crea una pozza profonda di acqua gelida e pura. Non è trasparente, perché siamo in terra vulcanica. Non facevo una nuotata così rigenerante da aprile.
Ero in buona compagnia: con gruppetto di ascoltatori del podcast Storia d’Italia che si è formato spontaneamente dopo una presentazione di Marco Cappelli qui a Roma.
Una Ichnusa ghiacciata a Blera, brindisi in lingue vive, morte e varianti dialettali, e ritorno. In totale 16/18 km. Il caldo si è iniziato a sentire alle 19:00 (siamo partiti criminalmente tardi) probabilmente per qualche fenomeno termico legato alla magica orografia del posto – una gola di tufo – permettendoci di godere alla grande dell’escursione.
Una curiosità: camminando nel fiume ci si può imbattere in cocci antichi.
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Prima o poi dovrai guidarmi in una delle tue escursioni, sallo!
Ho l’impressione che Sonia sia una da trekking estremo…