Vibrant (si legge vaibrant).

È l’aggettivo con cui le guide turistiche definiscono la città di Manchester, del resto Manuel Agnelli ha portato i concorrenti di X-Factor proprio a Manchester e proprio perché era vibrant.

La mia scuola. Ovviamente, in mattoni rossi.

Io ci sono arrivata domenica 10 aprile e non ho percepito nessuna vibrazione. Ma sicuramente è  colpa mia. Ho una certa età e le scosse le sento solo dal sesto grado in su. Comunque, a Piccadilly Gardens eravamo in quattro gatti domenica pomeriggio.

La città può contendere il titolo di “rossa” alla nostra Bologna in quanto due palazzi su tre sono di mattoni rossi. Due palazzi su tre sono anche in restauro o costruzione (niente anziani contemplativi, però) e probabilmente fra una decina d’anni sarà una bella città, per ora è un vibrante cantiere.

Il pezzo da novanta ce lo siamo giocato subito la domenica ed è la Biblioteca “John Rylands” (pezzo da novanta per me, mio marito avrebbe detto lo stadio Old Trafford… di cui non vi parlerò, gli uomini possono smettere di leggere).

Allora qui c’è un rumor.

La statua di Enriqueta Augustina Rylands (fonte Manchester Mooch)

Dovete sapere che Enriqueta Augustina Rylands (1843-1908), terza moglie di John Ryland (1801-1888), alla morte dell’adorato e ricchissimo marito, decise di aprire una biblioteca e di dedicargliela. Non prese un edificio usato, ma ne fece erigere uno nuovo in stile gotico (alla fine dell’Ottocento andava quello) e ne curò personalmente ogni minimo dettaglio.

Ora vi pregherei di dare un’occhiatina alle date di nascita dei due coniugi.

Io qualche domanda me la sono fatta. Come hobbista della scrittura di romance ignorare la differenza d’età tra i due (32 anni Enriqueta, 74 il marito N.D.R.), era impossibile. Oltretutto lei, che resti tra noi duemila membri del gruppo,  era la dama di compagnia della seconda moglie. A pensar male si fa peccato, però…

Comunque la biblioteca è bellissima. E vi è conservata anche una copia della Bibbia di Gutenberg (che non ho visto perché, se non ho capito male quello che mi hanno detto in inglese, era in restauro).

Pare che a Manchester siano più portati per le biblioteche che per le librerie, di biblioteche ne ho viste tre molto grandi e imponenti, di librerie una sola e non c’era un’anima dentro… in compenso se avete sete c’è l’imbarazzo della scelta.

Chetam’s Library (fonte Manchester Evening News)

Una delle storiche biblioteche della città fu fondata nel 1653, si tratta della Chetham’s Library, ed è la prima biblioteca pubblica del Regno Unito. A Oxford e Cambridge ce ne sono di più antiche, ma non sono pubbliche. Considerato che nel ‘600 quasi nessuno sapeva leggere, ho ammirato moltissimo che abbiano gettato il cuore oltre l’ostacolo.

Lunedì in fatto di vibrazione s’andava già meglio.

Le strade erano un bel viavai di gente, gli autobus erano pieni, e tutti trottavano sveltini di qua e di là, me compresa che dovevo andare a scuola.

Caffè Nero (fonte Tripadvisor)

Mi sono fermata a fare colazione nella mia catena di fiducia, “Caffè Nero”, una caffetteria italiana che è il massimo esempio di ecumenismo tra bar italiani e bar inglesi. Hanno le specialità italiane (compreso il cappuccino, non prendetelo, però, se no vi viene da piangere) accostate a quelle inglesi.

Dopo la colazione sono andata a scuola a piedi per dedicarmi all’osservazione dei passanti che è da sempre una mia passione, (in inglese si dice stalking): dopo svariati soggiorni sulle Isole Britanniche mi sento di azzardare che i Lord e affini di cui ci innamoriamo nei romance si sono estinti (o sono segregati in riserve private come gli indiani d’America). In compenso sono bellissimi i bambini, ma non saprei dire in quale fase della metamorfosi diventano i goffi nanerottoli che circolano per le strade.

Anche le donne non sono le leggiadre fanciulle comprimarie dei lord, anzi l’aggettivo leggiadro scordatevelo proprio. Prima di mettervi a dieta prendete seriamente in considerazione di emigrare in UK, lì è abbastanza probabile che sarete magre.

La seconda puntata? il 19 giugno.

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