Grazia Maria Francese, scrittrice e grande esperta della storia e della cultura giapponesi, ci invita a seguirla in questo (trentesimo?) viaggio in Giappone. Gli articoli saranno pubblicati ogni settimana e riguarderanno la storia, l’arte, la cultura, la società di questo affascinante Paese. Ci saranno anche curiosità divertenti.
Prima puntata: Il castello di Edo. Come Edo divenne Tokyo.
Nel XV secolo, quando costruì un castello nel villaggio di pescatori chiamato Edo 江戸 (ingresso dell’estuario), il samurai Oota Doukan, che era anche poeta e monaco buddista, scelse il posto giusto. Secondo gli esperti di Feng Shui, la geomanzia cinese (in giapponese si chiama Fuu Sui, che vuol dire 風水 ‘vento e acqua’) il castello di Edo sorge in un punto dove confluiscono le vene del drago, vale a dire le linee energetiche sulla superficie terrestre.
Fatto sta che nel 1603, quando riunificò il Giappone, lo shogun Tokugawa Ieiasu scelse come sede del suo governo proprio il castello di Edo. Nel suo sistema di pacificazione forzata, tutti i feudatari erano obbligati ad avere in Edo tre residenze, una per la loro famiglia e due per il seguito. La moglie e l’erede poi dovevano vivere in permanenza a Edo, diventando così di fatto ostaggi dello Shogun.
Il sistema funzionò: il Giappone devastato dai continui conflitti tra ‘signori della guerra’ conobbe una lunghissima epoca di pace. Edo, la residenza degli Shogun, ospitando tutta la nobiltà del paese conobbe una straordinaria fioritura economica e artistica che la portò perfino a superare Kyoto, residenza dell’imperatore.
Il castello di Edo è rimasto intatto, circondato dal suo fossato e dalle mura: dal 1868 (anno della restaurazione Meiji, quando finì il Medioevo e il Giappone si aprì agli stranieri) è diventato la residenza della famiglia imperiale. Da allora Edo si chiama Tokyo, che vuol dire capitale dell’est.
Tutto ciò che sta intorno, però, è cambiato. Rasa al suolo dalle bombe americane nel 1945, la città fu ricostruita ex novo nel dopoguerra e conobbe uno straordinario sviluppo che l’ha trasformata nella seconda megalopoli del mondo: 16 milioni di abitanti, più di 30 milioni contando anche le città limitrofe con cui si è fusa.
Oggi è difficile immaginare come fosse la vecchia Edo con i suoi canali, le giunche, i quartieri del piacere, le residenze dei daimyo. Però le sue radici sono li: basta grattare appena sotto la superficie tecnologica, alienata della metropoli per riuscire scoprirle.
Nel cuore di alcuni giapponesi (non tutti, certo: gli imbecilli ci sono anche qui!) è nascosto un immenso bagaglio di civiltà, saggezza e bellezza.
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L’immagine di copertina è stata reperita sul Web
Grazia Maria Francese è nata il 30 luglio 1955. Laureata in Medicina, esercita la professione di medico di Medicina Generale. Ha sempre amato leggere romanzi storici… al punto che ha finito per scriverne qualcuno! Il primo, Roh Saehlo – sole rosso è stato pubblicato a gennaio 2015 dalla Casa Editrice Soldiershop: il secondo è stato L’uomo dei Corvi, uscito con EEE. Sempre con EEE, ha pubblicato Arduhinus.
I suoi interessi culturali sono rivolti soprattutto a due argomenti (storia dell’alto Medioevo e cultura giapponese) che possono sembrare molto distanti tra di loro, ma inaspettatamente hanno parecchi punti in comune.
Vive in un cascinale ristrutturato nel Piemonte orientale dove ha creato un centro per la pratica di due discipline tradizionali giapponesi: Kendo e Zen. È affiliata al monastero buddista di Daihonzan Katsuzenji (Nagano, Japan). Presiede l’Associazione “Sorriso Nuovo – ONLUS” che si occupa del rapporto tra stile di vita e salute.
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