PAOLA VARALLI, autrice di romanzi “gialli” (se volete conoscerla, ecco la sua Pagina su Amazon), è parte in causa. Tempo fa, ha suggerito un argomento per i mercoledì di Babette, nel Gruppo Facebook (ci trovate QUI): Ultimamente mi son sentita dire da un autore di saggistica e romanzi “alti” che la sua è letteratura e i gialli sono commerciali… In parte potrebbe anche essere, ma quando mi ha citato Simenon (che sappiamo, ha pubblicato tanto) come “commerciale” mi ha trovato in completo disaccordo… Chi mi tocca il Maestro… grrr! Che ne pensate?

I pareri arrivati erano molti, tanto da costringerci a scrivere un articolo diviso in due parti. Eccone alcuni che rispecchiano il comune sentire di tutte e tutti coloro che sono intervenut*. La prossima puntata: 10 giugno 2024.

Apre le danze MARIA MASELLA, autrice poliedrica, che passa dal noir al romance storico (QUI i suoi libri).
È un argomento complesso e sfaccettato.
1) Ritengo indiscutibile la libertà di leggere ciò che preferiamo o consideriamo utile per la nostra crescita personale.
2) Come conseguenza, ritengo scorretto ed errato criticare le letture altrui.
3) Ritengo fuorviante altresì considerare alcuni generi “alti” e altri “bassi”, come supporre che i saggi siano superiori per definizione. Alcuni sono validissimi, ma non riuscirete a convincermi che quelli del signor 5 minuti ogni sera lo siano.
Fin qui la questione sarebbe semplice, ma sotterraneo corre un altro quesito: esiste una “letteratura alta” (ovviamente non legata a genere)? Secondo me la risposta è “Sì”. È un testo che non si limita a raccontare una storia (o ad approfondire un argomento) e lo fa con un linguaggio adeguato e personale, ma ha qualcosa in più. È un testo che parla anche a persone diversissime fra loro, un testo che a ognuno offre spunti personali. Spesso la letteratura alta coincide con i classici, perché hanno superato la prova del tempo. Possono non piacerci, ma ci sono e fanno parte della nostra storia. Alcuni non li amo (e non li rileggo), altri li rileggo ogni volta con un’emozione nuova e trovo sempre un dettaglio che mi era sfuggito.

Direi che siamo partiti bene. Cedo la parola a REBECCA QUASI (è appena uscito il suo romance contemporaneo “Non più di dieci parole“).

MARIANNA FERRARA aggiunge una nota ironica. A proposito, lo sapete che è un’esperta di collage creativo e scrap-booking? Andate a vedere il suo “Piccole cose stra-ordinarie“.
Alto, basso, giusto in mezzo, classico, robetta…
I romanzi di Monsieur Dumas erano robaccia per i suoi contemporanei, e ne sfornava a quintali con l’aiuto di scribacchini sconosciuti.
Jules Verne il visionario per decenni è stato relegato a scrittore per mocciosetti.
Robert L. Stevenson è, ancora oggi, inarrivabile, ma la sua era considerata letteratura d’evasione.
Sir Walter Scott con il suo Ivanohe ha dato vita a un genere, eppure ancora oggi il suo libro è indicato come romanzo per ragazzi.
Ferenc Molnár pubblica I ragazzi della via Paal a puntate su una rivista neanche tanto nota.
Mary Shelley scrive Il moderno Prometeo (Frankenstein) per scommessa.
Anne Radcliffe inventa il gotico/horror, ma era roba che le signorine di buona famiglia leggevano di nascosto.
I contemporanei, nel mondo delle arti, non sono mai generosi, specialmente in quest’epoca in cui tutto è freneticamente destinato a essere consumato in fretta.
Quel che proprio non mi sta bene è che qualcuno mi dica cosa è degno e cosa non lo è.

MIRIAM FORMENTI chiude questa breve panoramica con il parere definitivo (date un’occhiata al suo Regency “Sempre per Sempre“).
Non ero incline alla letteratura alta, però ho dovuto leggerla perché i miei genitori desideravano che lo facessi. Alcuni come l’Orlando e Yvain mi hanno ispirato molto, altri, invece, proprio no. Il vero divertimento l’ho trovato con i Gialli e i Rosa, considerati bassi. Ricordo che una volta sono stata derisa dai colleghi perché sulla scrivania avevo una copia di Georgette Heyer, che amo molto. S’intende che loro leggevano LIBRI (uno ogni due anni) e i giornali (soltanto i titoli), s’intende. Infine ho scritto ROSA, e lo metto in grassetto. Faccio quello che mi piace, leggo quello che mi diverte e al diavolo chi la pensa diversamente.