Inghilterra, maggio 1536. Thomas Cromwell, Lord custode del Sigillo Privato, assiste alla decapitazione di Anna Bolena. Poi banchetta con i vincitori, deciso a continuare la sua scalata al potere. I tempi sono difficili: le contee del nord insorgono, opponendosi alla dissoluzione dei monasteri e ai tributi imposti dalla Corona. L’astuzia e la tenacia di Cromwell riescono a ristabilire l’ordine, ed Enrico VIII lo premia con la nomina a cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera. Pur cominciando ad avvertire il peso degli anni, il re è felice. La sua nuova sposa – mite, riservata e malinconica – è l’opposto della precedente e finalmente riesce a dargli l’agognato erede. Anche la famiglia Cromwell ha le sue soddisfazioni: Gregory, il primogenito, convola a nozze con la sorella della regina, e il Lord custode scopre di avere un’altra figlia, cresciuta ad Anversa. Le gioie, però, non durano a lungo. Jane Seymour muore di lì a poco in conseguenza del parto, e il re, per quanto affranto, ha bisogno di una nuova sposa. Cromwell si rimette subito all’opera: ma i nemici già lo aspettano al varco, e la sua stella comincia a declinare…
Con Lo specchio e la luce, finalista al Man Booker Prize 2020, Hilary Mantel chiude trionfalmente la trilogia iniziata con Wolf Hall e proseguita con Anna Bolena, una questione di famiglia. Attraverso il racconto degli ultimi anni della vita di Thomas Cromwell, il figlio del fabbro ferraio asceso ai vertici del potere, si completa l’ambizioso ritratto di un uomo tanto affascinante quanto ambiguo: dal feroce contrasto tra pubblico e privato, tra potere spirituale e temporale, tra vecchia nobiltà e borghesia rampante, emerge un avvincente affresco degli eventi che segnarono la storia dell’Inghilterra nel XVI secolo.

Titolo: Lo specchio e la luce.,
Autrice: Hulary Montel.
Genere: Romanzo storico.
Serie: la trilogia di Wolf Hall.
Traduzione: Giuseppina Oneto e Stefano Tummolini.
Prezzo: euro 14,99 (eBook); euro 20,90 (copertina flessibile).
Editore: Fazi. Collana Le Strade.
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Ho terminato la lettura di “Lo specchio e la luce”, ultimo volume della trilogia di Hilary Mantel ambientata in Inghilterra durante il regno di Enrico VIII: quel disgraziato Tudor che fece giustiziare un paio delle sue sei mogli, con il pretesto che lo avevano tradito.
Il protagonista per fortuna non è lui, ma il suo segretario Thomas Cromwell. Un personaggio a tutto tondo con pregi e difetti, che coinvolge fin dalla prima pagina del primo volume.

Veramente è una rilettura di questa eccezionale trilogia. Ogni volta ci scopro qualità che non avevo visto prima, e che provo a rubare.
Inizialmente mi aveva colpita lo stile della narrazione, con i verbi al presente. Sembra di passare le giornate insieme a Cromwell e compari. Poi ho notato che quello stile asciutto, quasi da cronaca, è ravvivato qua e là da splendide pennellate poetiche. Quindi ho studiato il suo modo di caratterizzare i personaggi: ce ne saranno un centinaio, però ciascuno è inconfondibile.
Questa volta ho dedicato attenzione a come è costruita la trilogia. Scriverne una di queste dimensioni è ben diverso da scrivere un singolo romanzo storico… lo so bene, visto che mi sono cimentata anch’io nell’impresa.
Il lettore ci si confonde e quando arriva al terzo volume, potrebbe avere dimenticato cos’era accaduto nel primo. La tentazione è richiamare i fatti, con il rischio di essere ripetitivi.
La Mantel ci riesce per accenni.
Prendiamo un risvolto della trama. Nel primo volume si racconta che Cromwell da giovane era soldato di ventura in Italia, e poi contabile presso un banchiere di Firenze. Ciò è richiamato di continuo, con leggerezza: ad esempio, un riflesso di luce sui mattoni fa ricordare al protagonista gli edifici visti in Italia. Una frase gli suona all’orecchio come lo scrosciare di una fontana di marmo, nel caldo mezzogiorno fiorentino. I suoi nemici insinuano che in Italia sia diventato esperto nell’uso dei veleni, o sicario per Cesare Borgia. Alla fine viene scontato pensare: ah, sì, quando Cromwell era in Italia… come se i suoi ricordi fossero anche quelli di chi legge.
Nessuno osi più dire che le donne non sono capaci di scrivere romanzi storici! Ammiro molto anche la Yourcenar, ma Hilary Mantel la batte. Meraviglioso.

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