Virginia Dellamore, Un mascalzone senza pari (Self-Publishing)
Londra. 1812. Lord Lancelot Devon – una canaglia come pochi, ormai quasi sul lastrico – si trova dinanzi a un terribile bivio: finire sommerso dai debiti o trovare una moglie ricca. La sua avversione nei confronti del vincolo matrimoniale è tale che quasi preferirebbe la prigione. Tuttavia, persuaso dalla sua amica Cassie, una prostituta dallo spirito materno, decide di andare a caccia della signorina più danarosa fra le molte debuttanti della Stagione.
La sua attenzione si focalizza subito su Miss Mary Daniell, la figlia di un mercante arricchito, con una dote favolosa e una rendita altrettanto allettante. Lancelot dà per scontato che la giovane, rozza e tutt’altro che bella ereditiera, abbagliata dall’idea di diventare duchessa, accetterà di buon grado la sua ben poco romantica proposta, più simile a un accordo d’affari che a una dichiarazione d’amore.
Ma ha fatto male i suoi conti: Mary Daniell, pur essendo effettivamente maldestra e senza alcun fascino, si rivela un osso più duro del previsto. Del tutto disinteressata al suo titolo e dotata di pochi peli sulla lingua, lo respinge con ironico disprezzo.
Cosa può succedere quando un mascalzone disposto a tutto pur di ottenere ciò che vuole, decide di sposare a ogni costo una donna che gli resiste?
E se la donna senza fascino si rivelasse, in definitiva, pericolosamente attraente?
Una storia romantica e passionale, all’insegna di vivaci schermaglie, apparente indifferenza e devastante gelosia, feste danzanti, fughe, inseguimenti e altre fughe, ma non priva di momenti toccanti.
Un romanzo che racconta di un matrimonio di convenienza destinato a diventare un matrimonio d’amore, e di due trasformazioni: quella di una ragazzina in una donna e, parafrasando Shakespeare, quella di una bestia in un uomo.
Bellissimo * * * * *
La trama è una delle più frequenti (e delle più gradite) nel romance, ma la scrittrice la ripropone con una grande capacità di strutturare le situazioni e approfondire la psicologia dei personaggi. Ben scritto anche l’episodio che alla fine scioglie tutti gli equivoci e fa cadere tutte le maschere.
Senza dubbio il miglior romanzo della Dellamore fino a questo momento.
Virginia Henley, Ghiaccio e fuoco (Follie Letterarie)
Dall’autrice di “Nati nemici”, “Il Falco e la Colomba”, “La spada e il Gelsomino”, “Il Corvo e la Rosa”, una storia fino ad oggi inedita per l’Italia e pubblicata in esclusiva per Follie Letterarie.
Eve Barlow, agente immobiliare e femminista convinta, trova decisamente insopportabili gli atteggiamenti da macho di Clive Kelly, un vigile del fuoco alla ricerca di una nuova casa. Quando i due si trovano a viaggiare insieme per visitare una proprietà sul Lago Michigan, fra loro volano scintille. Poi un incidente mette in serio pericolo la vita di Eve. In quell’occasione, la donna avrà modo di rendersi conto quanto sia piacevole avere un uomo pronto a soddisfare i suoi desideri e a insegnarle come la passione bruciante possa trasformarsi in amore.
Insomma * *
Si tratta di un racconto erotico natalizio. Ho molte perplessità innanzitutto sul contenuto: personalmente non sopporto il tradimento ed è mia opinione che prima di cominciare un nuovo rapporto bisogna aver concluso il precedente, quindi non approvo affatto il comportamento di Eve, che per giunta è la caricatura della femminista moderna. Mentre gli atteggiamenti da macho di Clive sono quanto di più moderato si possa incontrare nei tempi attuali.
A un certo punto si accenna ad un rapporto dominante/sottomessa, che però mi pare esistere solo nella fantasia della protagonista. Assurdo che nella situazione data nessuno dei due pensi minimamente a cose tipo protezione e contraccezione. Idem che Eve sprechi tante energie per tagliare e addobbare un albero di Natale, per giunta mentre Clive ha la febbre alta (anche se, beato lui!, dura solo poche ore).
Infine una stella di meno per il gran numero di refusi e la punteggiatura ballerina.
Marguerite Kaye, Una naufraga per lo sceicco (HarperCollins Italia)
Regno di Murimon, 1815 – Mentre viaggia a bordo della Kent, la nave che la sta conducendo in India per sposare un ricco uomo d’affari a cui il padre l’ha ceduta in cambio di una consistente somma di denaro, Constance Montgomery è convinta di andare incontro a una vita di infelicità. Tuttavia, il destino sembra avere piani differenti per lei. Una terribile tempesta, infatti, si abbatte sulla nave al largo delle coste dell’Arabia, facendola naufragare. Caduta in mare, Constance viene soccorsa dagli abitanti di un villaggio di pescatori e poi ospitata nientemeno che nel palazzo del Principe di Murimon, l’affascinante Kadar. Qui, mentre tutti la credono morta, per la prima volta sperimenta la libertà dalle aspettative paterne e il sollievo di poter scegliere della propria vita… ma anche la forza della tentazione, gli sconvolgenti piaceri dei sensi e, forse, l’amore.
Miniserie “Hot arabian nights” – vol. 2
Una storia… surreale *
Uno strano romanzo che nel 1815, appena prima di Waterloo, trasferisce in un principato immaginario dell’Arabia una tipica storia rosa fra due nobili di origini diverse, che trovano il modo di sposarsi nonostante due fidanzamenti (con persone diverse) e numerose, incolmabili differenze. Come? Così. E la differenza di religione? Non se ne parla mai. E il popolo di Murimon non avrà difficoltà ad accettare una nobildonna straniera, senza prestigio e tantomeno ricchezza? Non si sa. Anzi lei governerà il principato accanto al marito!
Quando si dice la sospensione dell’incredulità!
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