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Manuela Chiarottino ci regala una storia che vede i due protagonisti alle prese con un temporale e una strana amicizia.

Sbatté le palpebre, cercando di mettere a fuoco l’ambiente intorno a sé e la prima cosa che vide furono due occhi verdi, uno sguardo fiero e sicuro, che sembrava volesse penetrare dentro la sua testa. Si sforzò di dominare la paura e si contrasse per capire se avrebbe potuto liberarsi, ma una fitta di dolore le attraversò tutto il corpo. Con sgomento si rese conto di essere legata con una corda robusta: non avrebbe mai potuto spezzarla.
«Non agitarti, voglio solo che non scappi.»
Quegli occhi continuavano a osservarla, con curiosità meticolosa.
«Bella. Sei bella.»
Si guardò intorno.
Una luce lontana si era infilata nella grotta e ne rischiarava una parte, ma dalla sua esperienza capiva che ormai stava sopraggiungendo la sera e presto il buio avrebbe dominato su tutto.

Si lamentò piano, quando ecco che una mano iniziò ad accarezzarla. Voleva opporre resistenza, ma il tocco era delicato e si accorse con stupore che quella mano stava sciogliendo la sua prigione.
Provò ad alzarsi ma crollò a terra, ancora troppo intontita, ricordandosi dell’ultima sensazione provata: una puntura improvvisa e poi il mondo era svanito, inghiottito dal buio.
«Poverina…»
La voce non era più cosi minacciosa come le era parso all’inizio, anzi,  aveva in sé una dolcezza che le ricordava il mugolio di un cucciolo.
Strizzò ancora gli occhi, che ormai si stavano abituando alla luce tenue, e intravide su quel viso curioso e dallo sguardo scintillante un ciuffo di riccioli ribelli.
Era buffo. Quasi bello, ma di una bellezza insolita per lei.
La luce intanto era scomparsa e il suo naso avvertì il diffondersi di un odore intenso, l’odore di un temporale che stava sopraggiungendo.
Udiva già il fruscio delle foglie, il vento che si alzava e sibilava tra gli alberi e che a breve avrebbe fatto fuggire tutti gli animali del bosco nei loro nascondigli. Lei lo sapeva, perché lei il bosco lo conosceva bene.

La creatura al suo fianco rabbrividì, poteva percepirne la paura.
“Oh no, un temporale! Non riuscirò più ad arrivare a casa!”
Si guardarono in silenzio, non si capiva più se la prigioniera era lei o quel ragazzo tremante, probabilmente non avvezzo a stare solo, al freddo e al buio, in una grotta nel bosco.
«Volevo solo guardarti da vicino… Volevo solo toccarti…»
Gli sfuggì un singhiozzo e iniziò a farfugliare parole confuse.«Scu… scusami.  Ẻ che sei così bella! E il tuo colore poi…»
Sentiva che era sincero e le stava parlando con pura ammirazione. Poi d’un tratto, in un gesto improvviso che pareva una ricerca di protezione, il ragazzo si strinse a lei, e quel caldo abbraccio la avvolse di un calore confortante. Stava bene tra quelle braccia, provava una sensazione strana: una specie di tenerezza.

Lo annusò e si strofinò contro il corpo di quello che ormai non era più il suo carceriere: sapeva di buono, di biscotto e di qualcosa di lontano, un profumo che non faceva parte del bosco.
Si guardarono, occhi negli occhi, ormai lo stordimento era finito e, se solo avesse voluto, sarebbe potuta scappare via, ma non lo fece. Anzi, si mise ancora di più contro di lui per trasmettergli il suo calore e fargli sentire che non era solo. Avrebbero affrontato insieme quel temporale e la notte scura che li avvolgeva. Lo sguardo che si scambiarono fu colmo di complicità e di un affetto appena nato.
La notte passò così, con un sottofondo di tuoni lontani e di pioggia scrosciante. Due cuori che palpitavano all’unisono, due anime unite da una magia.

Li trovarono al mattino, stretti uno all’altro come a difendersi dalle ombre della notte. Il ragazzino aveva con sé il fucile del padre, il veterinario del paese, quello con cui sparava solo dell’innocuo sonnifero.
Quando aprirono gli occhi, sentendo le voci degli uomini che per ore avevano cercato il ragazzo, si guardarono increduli e qualcuno disse che sembrava si scambiassero un sorriso. Tutti gli uomini furono sbalorditi di fronte a quello spettacolo curioso: un ragazzino e una bellissima volpe rossa, avvinghiati uno all’altro, amici e complici, uniti da un’insolita armonia.

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Manuela Chiarottino è nata e vive in provincia di Torino. Tra le sue passioni la creazione di quadri di sabbia, uno dei quali è diventato la cover del primo romanzo self Arriveranno le farfalle. Tra le sue pubblicazioni: Due passi avanti un passo indietro (Amarganta, 2016), Il mio perfetto vestito portafortuna (La Corte, 2016), Melodie del cuore (2016), Ancora prima di incontrarti (Rizzoli 2015) e una serie di racconti per Delos. Potete trovare i suoi libri su Amazon.