“I narratori scelgono d’istinto personaggi e rapporti che vibrano dell’energia degli archetipi” Il viaggio dell’eroe. La struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema, Chris Vogler.
Una domanda che spesso ci viene posta è se viene prima il personaggio o prima la storia. È un po’ come chiedersi se viene prima l’uovo o la gallina. Ci sono storie che partono da un evento, da un luogo, da un ricordo, da una suggestione, altre ispirate da un personaggio. In ogni caso bisogna sempre tener presente che la storia e il protagonista, come diceva Aristotele, derivano una dall’altro, perché il personaggio è l’azione e l’azione è il personaggio.
Se si parte da un argomento specifico, bisogna trovare il protagonista più giusto per raccontare la vicenda che abbiamo scelto e che motivi lo svolgimento dell’azione e la nostra tesi.
Se, invece, vogliamo raccontare l’evoluzione di un determinato personaggio, dobbiamo trovare la storia più adatta per raccontare il suo percorso emotivo.
Teniamo presente che i personaggi “immortali” sono quelli che toccano le corde del riconoscimento dentro chi ascolta, legge o vede una storia, quelli con cui il lettore/spettatore riesce subito ad empatizzare.
Da un esame attento di miti, fiabe, leggende, poemi epici, romanzi e film sono stati tratti 16 archetipi ricorrenti, otto figure femminili e otto figure maschili. Vediamoli insieme:
ARCHETIPI DELL’EROE
• IL CAPO: leader dinamico, gran lavoratore, decisionista, responsabile ma inflessibile.
• IL CATTIVO RAGAZZO: ribelle, sempre ai confini con la legalità, duro, egoista pieno di fascino, deve sopravvivere e questo lo ha reso duro e pessimista.
• IL MIGLIORE AMICO: affidabile, dolce, ottimista, sa sacrificarsi, non è ambizioso e non si è mai ribellato.
• L’ANIMA PERSA: tormentato, solitario, passionale, creativo , complicato, non ha legami, è un outcast.
• IL SEDUTTORE: gran parlatore, fascinoso, creativo, spiritoso, manipolatore, irresponsabile, playboy, superficiale.
• IL PROFESSORE: razionale e analitico, geniale, profondo, colto, diretto, superorganizzato ma giudicante, inflessibile e inibito.
• L’AVVENTURIERO: entusiasta, risolve i problemi, solare, ama l’avventura, si rifiuta di crescere, è irresponsabile e impulsivo, egoista.
• IL GUERRIERO: l’onore prima di tutto, combattente, giustiziere, spietato con i nemici e leale con gli amici, ostinato, rigido, pretende troppo da sé.
ARCHETIPI DELL’EROINA
• LA LEADER: fa di tutto per raggiungere il successo, ha fiducia in se stessa, suscita ammirazione e gelosia, è competitiva.
• LA SEDUTTRICE: Fredda, calcolatrice, cinica, manipolatrice, spesso è una dark lady.
• LA RAGAZZA CORAGGIOSA: leale fino in fondo, gli uomini la considerano un’amica, ha un buon senso dell’umorismo, è affidabile e di sostegno.
• LO SPIRITO LIBERO: eterna ottimista, impulsiva, genuina, piena di energia, eccentrica, indisciplinata, distratta.
• L’ORFANA: naif, enigmatica ma resistente, sogna la famiglia felice ma non la trova. Madonna e puttana. Paziente, gentile, sensibile. Insicura.
• LA BIBLIOTECARIA: controllata, intelligente, solitaria e analitica, reprime la propria sessualità, rigida e perfezionista.
• LA MILITANTE: determinata, dinamica, risoluta, capace, cocciuta e facilmente infiammabile, rifiuta qualsiasi compromesso.
• L’ACCUDITRICE: serena, capace, nutre lo spirito, sa ascoltare, è un punto di riferimento per gli altri, ha bisogno di sentirsi indispensabile.
Pensiamo ora ai nostri personaggi: a quali archetipi corrispondono?
Una volta individuato l’archetipo (possono essere anche un “mix” se siamo bravi) abbiamo trovato la “cornice” del nostro personaggio, ora dobbiamo dargli l’anima, ossia il punto di vista dell’Autore sulla storia che vogliamo narrare.
Chiediamoci a questo punto se il nostro protagonista è il miglior protagonista possibile per quello che intendiamo raccontare, specifichiamo cosa vogliamo dire, ossia qual è il tema della nostra storia, e spieghiamo a un immaginario ascoltatore perché il nostro protagonista è il migliore possibile per esprimere proprio questo punto di vista.
Ricordiamoci sempre che un personaggio forte può supportare una storia debole – un esempio: a William Stoner di John Edward Williams dove la vicenda narrata non è altro che la squallida vita di un insignificante professore che non si allontana mai dalla sua cittadina. Eppure l’Autore riesce, grazie alla sua scrittura, a raccontarci l’evoluzione del personaggio nella sua profondità, nel suo modo di vivere quella esistenza “inutile”, facendone una narrazione appassionante e commovente.
Ma attenzione, un protagonista debole non può mai nascondersi dietro una storia forte.
(continua)
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