“Quella dei 40 anni è sicuramente una tappa della vita che arriva inaspettata, come tutte del resto. Forse è la prima che, al contrario di quella dei 18, non si cerca di raggiungere poi così in fretta. E invece è arrivata velocemente, come mi sembra siano stati veloci tutti i viaggi, i concerti fatti fino ad oggi. Posso certo dire serenamente che sono stati anni densi di vita, di incontri, di esperienze, giunti al culmine nel 2010 con la nascita di mio figlio” (Fabrizio Bosso)
Grande successo di pubblico e due bis finali per il concerto del quartetto di Fabrizio Bosso che si è esibito al “Blue Note” di Milano, storico jazz club del capoluogo meneghino. Il trombettista torinese ha offerto ai presenti una performance di altissimo livello ben equilibrata fra straordinaria tecnica strumentale e forti emozioni scaturite nei momenti più intimisti.
Nel fraseggio di questo vero e proprio virtuoso della tromba emergono prepotentemente i suoi amori che vanno da Clifford Brown, Luis Armstrong, Freddie Hubbard e Wynton Marsalis. Fabrizio Bosso si distacca decisamente dagli altri grandi interpreti italiani del suo strumento come Enrico Rava e Paolo Fresu. Se i suoi colleghi sono più orientati verso un intenso lirismo, lo stile di Bosso è permeato dal be-bop e dal sound delle big band. Il suo punto di riferimento dal punto di vista compositivo e armonico è senza ombra di dubbio Duke Ellington (Non è un caso che il suo ultimo album sia proprio un omaggio al grande pianista scomparso nel 1974).
Anche nel concerto al “Blue Note” Fabrizio Bosso ha eseguito una splendida versione della celeberrima “Caravan”, uno dei brani più significativi della produzione di Duke Ellington.
I punti di forza del trombettista piemontese sono un suono molto definito e potente soprattutto sulle note più acute, un fraseggio estremamente virtuoso e spettacolare e una capacità improvvisativa a dir poco stupefacente.
Nel concerto milanese ha suonato con un quartetto composto dall’eccellente pianista italo-inglese Julian Oliver Mazzariello, classe 1978; dall’efficace contrabbassista Luca Alemanno, 28 anni, nativo della provincia di Lecce e dal pirotecnico batterista Nicola Angelucci, abruzzese di 37 anni. La band di Bosso, perfettamente coesa tra le spettacolari parti solistiche e gli intensi momenti corali, ha dimostrato una grande padronanza tecnico-esecutiva mai fine a se stessa, senza dimenticare l’aspetto più importante del jazz: comunicare profonde emozioni attraverso il giusto equilibro tra melodia e improvvisazione.
ALESSANDRO CECCARELLI
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