Ospitiamo Rocco Ballacchino, che ha appena pubblicato per Mursia il giallo “Indagine parallela”.

Due righe per presentarsi?
Sono nato a Torino nel luglio del 1972.
Mi sono laureato in Scienze della comunicazione con una tesi in Semiologia del cinema sul personaggio di Totò nell’Italia del dopoguerra.
Il cinema, la scrittura e il teatro sono da sempre le mie più grandi passioni.

Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Scrivo soprattutto gialli, perché mi sono fatto l’idea che i delitti siano un “escamotage” utile per poter mandare avanti la narrazione. Ovviamente poi ne approfitto per raccontare alcuni aspetti del mondo non riguardanti soltanto quell’ambito narrativo. Penso di scrivere gialli per lo stesso motivo per cui li leggo: sono il genere meno noioso che conosca.

Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Scrivo sostanzialmente con il PC, ma prendo appunti e costruisco mappe concettuali a  penna, su un’agenda che tengo a portata di mano. Poi prendo appunti sullo smartphone quando sono in giro.

Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Dipende dal tipo di scena che sto mettendo in piedi, forse è più il divertimento. Mi emoziono soprattutto sul finale del libro.

Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Una via dei mezzo. Inizio a vista con lo spunto iniziale ma poi cerco di strutturare gruppi di capitoli un po’ alla volta. Ho sempre però piuttosto chiaro dove voglio arrivare.

Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
No perché sono molto autocritico. Sono costretto però a rileggerli quando deve preparare qualche brano per una presentazione. Che fatica…

C’è qualcosa di autobiografico nel suoi libri?
Impossibile non ci sia, secondo me.

Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è un lettore assiduo? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Concordo in toto, non so fornire una stima esatta. Di sicuro c’è sempre un libro sul mio comodino, estate o inverno che sia.

A cosa sta lavorando ultimamente?
Sono uscito con Indagine parallela (Ugo Mursia Editore), un thriller in cui fa il suo debutto Luca Moretti, un giornalista non proprio affabile che è un po’ in antitesi con i miei precedenti personaggi. Il mio protagonista si confronta con un serial killer, soprannominato Macchia Nera, che minaccia di uccidere una persona a caso se non verrà annullato un evento pubblico. Un macabro ricatto che spero susciterà l’interesse del lettore.

L’esistenza di Luca Moretti, scontroso caporedattore di un piccolo giornale e compulsivo consumatore dell’omonima birra, viene messa in crisi dall’apertura di una lettera non firmata che gli annuncia che, se non verrà annullato uno spettacolo in programma al Teatro Regio di Torino, avverrà un omicidio. In effetti una prostituta viene assassinata proprio la sera indicata dal mittente della lettera. Macchia Nera, il killer che sfida le forze dell’ordine e l’opinione pubblica, rivendica il delitto e comincia a colpire nel mucchio allo stesso modo, suscitando un ampio dibattito mediatico sulla possibilità di accettare o meno le sue condizioni. Il giornalista, con la collega e amante Donatella, svolge un’indagine parallela alla Polizia, ormai in allarme, per capire le ragioni del suo coinvolgimento. Perché l’assassino si rivolge proprio a lui per anticipare alla stampa le sue imprese? Grazie ai suoi delitti, è persino diventato un fenomeno da social network generando nel pubblico reazioni contrastanti.

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