Nykyo (QUI i suoi libri, se solo l’Autrice si decidesse a sistemare la pagina su Amazon!) ci fa compagnia in questa bella giornata di fine settembre.
1. Due righe per presentarsi?
Salve. Sono Nykyo, pseudonimo che mi porto dietro da una vita e che non è poi troppo diverso dal mio nome vero. Sono nata nel 1975 in Sardegna e forse è per questo che ho il vento e il mare nel DNA. Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta, edito per passione e per lavoro da diversi anni e ho un passato da avvocato penalista.
Sono una gattara attualmente priva di gatti – ahimè – e una mamma e moglie fortunata perché mio marito e mia figlia mi sostengono in tutto ciò che faccio.
2. Che genere scrive? Oppure, svolazza di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Scrivo romance MM da sempre, ma svolazzo comunque come una farfalla curiosa di sottogenere in sottogenere. Adoro variare, ho scritto contemporaneo, storico, fantasy, urban fantasy, gotico. E ho in progetto qualcosa che esula dal romance.
3. Come scrive? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Tecnologia a tutto spiano, ma con limitazioni. Il mio portatile diciassette pollici è il mio migliore amico.
Non sono mai riuscita a scrivere su un tablet o sul cellulare. Devo avere il computer davanti e, se possibile, le cuffie nelle orecchie con una playlist creata appositamente per quel singolo romanzo o novella.
4. Quando scrive? Allodola, o gufo?
Un tempo ero un gufo e tendenzialmente lo sono in tutto, non solo riguardo alla scrittura. Di notte funziono meglio. Da quando sono mamma, però, sono diventata molto più allodola e la verità è che non bado più tanto al momento della giornata, ma solo a quanta libertà mi concedono altri impegni.
5. Coinvolta sempre in quello che scrive, oppure distaccata?
Sono sempre molto coinvolta nella prima stesura di un romanzo. Anche se ho un mio ordine mentale rigoroso, tendo a cadere dentro la storia, a silenziare me stessa e ascoltare solo le voci dei personaggi. Mi emoziono con loro, mi arrabbio a volte, mi commuovo, quando soffrono vorrei proteggerli e poi mi ricordo che li ho messi io in quella situazione e mi scappa da ridere.
In un secondo momento, quando rileggo e inizio a limare il testo, cerco un maggiore distacco, faccio le pulci alle mie creature e anche a me stessa.
6. Scaletta ferrea, o sturm und drang? Cotroneo, o Bregola?
Scaletta, mio amore eterno. No, sul serio, io impazzirei senza una scaletta. Come dico sempre, sono una caotica disordinata in tutto nella vita, tranne che nella scrittura. Non so come mai il mio cervello funzioni così, ma tutto l’ordine che mi manca altrove lo riverso nella preparazione dei miei romanzi. Se non ho una scaletta dettagliata al punto che a volte occupa decine di pagine, non riesco nemmeno a iniziare a scrivere. Nel caos mi perdo e la mia ispirazione si spegne.
7. Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Dipende. Ho certamente il problema del tempo libero da dedicare alla scrittura, ma una volta che mi organizzo (per esempio contando quante mattine o pomeriggi ho disponibili, tolto il lavoro e le cose da fare per casa e famiglia), so essere molto metodica e, se prendo il ritmo, scrivo ogni giorno quel certo numero di pagine, finché non ho concluso.
Il difficile è, al principio, prenderlo questo famoso ritmo.
8. Ama sempre quello che ha scritto (dopo aver terminato la stesura)?
Amo sempre quel che pubblico, se non fossi convinta non lo pubblicherei. Il che non significa, però, che io lo apprezzi sempre in ogni singola fase di “lavorazione”. Di norma amo molto ciò che scrivo mentre sono intenta alla prima stesura (al netto delle imperfezioni, ovviamente) e di solito mi piace anche quando lo rileggo a distanza di tempo, ma c’è sempre un momento in cui a furia di correggere, limare, sistemare, odio profondamente ogni singolo romanzo o novella che ho scritto e mi sembra tutto da cestinare. Poi passa. Se non passa, tutto finisce chiuso in un cassetto e non vedrà mai la luce.
9. Sa che ci sono scrittori con non rileggono mai quello che hanno scritto e pubblicato? Lei come si comporta?
Io mi concedo un po’ di tempo per riuscire a distaccarmi da ciò che ho scritto e poi lo rileggo sempre. Mi aiuta a vedere tutto in prospettiva. A capire i miglioramenti (cosa che mi conforta) e, soprattutto, su cosa debba ancora lavorare (ed è un ottimo sprone). Inoltre tendo a rileggere il libro mentre è nelle mani dell’editor, mi sembra di poterlo aiutare meglio a lavorare sul mio testo se io stessa l’ho rivisto in tempi recenti e ho tutto più chiaro in mente.
10. Siamo curiosi: c’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrive?
A volte, ma di norma non troppo. Certo qualcosa di noi filtra sempre in ciò che scriviamo, credo, ed è anche giusto che sia così, ma nello stesso tempo sono sempre attratta più da ciò che è diverso da me che da ciò che mi “assomiglia”, quindi tendo a scrivere di personaggi e situazioni che non rispecchiano molto la mia vita.
Del resto, anche come lettrice ho sempre amato più i personaggi differenti da me che quelli simili. Più che l’immedesimazione ho sempre cercato quel tipo di buona introspezione che mi consente di entrare in una mente che ragiona in maniera del tutto diversa dalla mia e riuscire a trovare comunque un contatto empatico, una comprensione vera.
Quando scrivo, cercare di rendere bene la psicologia di un personaggio che è diverso da me è anche una sfida esaltante, sebbene a volte certi personaggi mi facciano penare.
11. Legge molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Al momento leggo meno di quanto vorrei, anche se leggo comunque tanto per lavoro e quando stacco da quello tendo a cercare di leggere un genere diverso. Il tempo non gioca a mio favore e sono diventata anche una lettrice più “lenta”, però sono stata un topo di biblioteca per tutta la vita e leggo ancora parecchio, anche se quei lunghissimi pomeriggi persa in un libro sembrano diventati un miraggio.
12. I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Non ci ho mai pensato troppo, forse anche perché il genere che scrivo di solito non è molto considerato quando si parla di concorsi, ma giusto quest’anno ho voluto provarci. Sono ancora in attesa dei risultati. Incrociamo le dita.
13. Progetti per il futuro?
Tanti, a cominciare dal terzo (e conclusivo) libro della saga “Barebones”, passando per un fantasy che avrà come protagonisti due mutaforma, proseguendo con un contemporaneo ambientato nella mia Sardegna (e a cui sto lavorando attualmente) e con un altro romanzo, sempre di ambientazione sarda, che ho per le mani da anni e che non sarà prettamente romance.
Ho sempre molte idee e poco tempo, ma spero di realizzarle tutte.
Grazie per aver trascorso quest’ora piacevole con noi.
Grazie a voi!
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