Aurora R. Corsini è una lettrice. Compulsiva, ossessiva, vorace… una lettrice.
Laureata al DAMS con una tesi di semiotica del film sull’adattamento cinematografico de “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien, negli anni è riuscita a unire alla passione per la lettura quella per la scrittura, con la creazione di mondi fantastici nei quali sognare insieme ai suoi lettori: la trilogia urban fantasy “Bacio Immortale”, “La Danza degli Dèi” e   “Le Fiamme dell’Olimpo”, e la serie mm romance “Le luci dell’Eos”.
Bilanciare l’essere una mamma, una moglie, una lettrice e una scrittrice è come correre su una fune sottile, ma sta cercando di non cadere e dedicarsi a tutti i personaggi che continuano a frullarle per la testa.

QUI trovate i suoi libri.

1.     Due righe per presentarsi?
Sono Aurora e sono molto felice di essere qui, in questo spazio virtuale, a parlare di ciò che amo di più, ovvero i libri, scritti e letti. Ho mosso i primi passi nel mondo editoriale nel 2011, quando il manoscritto di “Bacio Immortale” – la prima idea che io sia riuscita a sviluppare interamente e a rendere un vero e proprio romanzo – è stato selezionato da una casa editrice per la pubblicazione. Quella prima esperienza editoriale in definitiva non è stata positiva, ma mi ha insegnato molto e nonostante mi abbia fatto sperimentare parecchi degli aspetti peggiori di questo ambiente, non mi ha tolto il desiderio di continuare a scrivere. Da quale anno pubblico con Triskell Edizioni e prediligo il romance mm, ma non escludo di sperimentare altri generi se mi venisse la giusta ispirazione.

2.     Che genere scrive? Oppure, svolazza di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Scrivo fantasy, che è senza dubbio il mio genere preferito anche come letture. I primi romanzi che ho scritto e pubblicato sono stati la trilogia urban fantasy “Bacio Immortale”, legata alla mitologia e al pantheon greco: ho immaginato gli antichi dèi greci ai giorni nostri, impegnati a sopravvivere mentre la loro immortalità si deteriora lentamente e sono costretti a rubare l’energia umana per perdurare nel tempo. Negli ultimi anni mi sono dedicata al paranormal romance mm con la serie “Le luci dell’Eos”, che ha come protagonisti vampiri e animali mannari, con una storia d’amore diversa in ogni volume e una trama generale che li lega tutti.

3.     Come scrive? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Ho un’agenda che mi segue fedelmente su cui prendo appunti, soprattutto nelle fasi iniziali quando sto ancora definendo i vari passaggi della storia e le caratteristiche dei personaggi, ma una volta programmata una scaletta dettagliata perlopiù scrivo al computer, annotando solo le idee improvvise che arrivano nei momenti più inaspettati per risolvere gli snodi della trama rimasti in sospeso o che hanno bisogno di essere sistemati.

4.     Quando scrive? Allodola, o gufo?
Essendo prima di tutto una mamma, scrivo quando tutti gli altri impegni me lo permettono, quindi principalmente al mattino mentre i miei figli sono a scuola. Questo significa anche che in genere da giugno a settembre non scrivo nemmeno una riga, salvo rare eccezioni.

5.     Coinvolta sempre in quello che scrive, oppure distaccata?
A volte penso di essere fin troppo coinvolta, soprattutto per quanto riguarda gli eventuali drammi emotivi presenti nel passato dei personaggi o i momenti in cui finalmente risolvono i loro conflitti interiori e riescono a raggiungere la felicità. Spesso mi ritrovo a piangere mentre scrivo scene che ho immaginato io stessa, maledicendomi da sola se elimino un personaggio o ne faccio soffrire uno. Vivo intensamente la storia insieme ai miei protagonisti, non posso farne a meno.

6.     Scaletta ferrea, o sturm und drang? Cotroneo, o Bregola?
Sono una persona piuttosto metodica, quindi sento la necessità di organizzare il più possibile il lavoro, anche perché dovendo incastrare la scrittura tra i vari impegni personali e lavorativi non sempre riesco a scrivere con continuità e avere una scaletta dettagliata mi aiuta a riprendere subito in mano il filo della storia. Questo però non significa che se mentre sto scrivendo mi viene un’idea improvvisa che potrebbe migliorare la trama non stravolgo quanto programmato per seguirla: mi è capitato più volte di riscrivere la scaletta man mano, adattandola all’evoluzione dei personaggi e del loro percorso.

7.     Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Purtroppo, propendo più per il secondo caso, ma non sempre per mancanza di volontà da parte mia. Mandare avanti una casa e occuparsi di due figli richiede tempo ed energie, in più faccio revisioni di traduzioni dall’inglese – un lavoro che ho iniziato quasi per caso ma che mi piace molto, per il quale devo ringraziare Barbara Cinelli che mi ha convinta a tentare – quindi anche quando la Musa chiama con insistenza non sempre ho davvero la possibilità di mettermi davanti al pc e scrivere. Cerco di farlo con continuità quando sono nel mezzo della stesura di un nuovo progetto, per non perdere l’ispirazione e il contatto con i personaggi, ma nelle fasi iniziali stento sempre a prendere un buon ritmo.

8.     Ama sempre quello che ha scritto (dopo aver terminato la stesura)?
Sì, non mi è mai capitato di arrivare a odiare qualcosa che ho scritto. Certo spesso mi dico che avrei potuto fare di meglio o mi rimprovero per quelle che a posteriori mi sembrano delle ingenuità, ma amo tutti i miei personaggi e sono per la maggior parte felice dei miei lavori passati.

9.     Sa che ci sono scrittori con non rileggono mai quello che hanno scritto e pubblicato? Lei come si comporta?
Tendo a rileggere i miei vecchi libri, soprattutto perché finora ho lavorato a delle serie e ho sempre sentito il bisogno di rileggere il volume precedente prima di approcciarmi alla stesura di quello successivo, per calarmi di nuovo nella storia e rinfrescare nella memoria tutti i particolari. Ogni volta è come incontrare di nuovo dei cari amici e nonostante mi saltino all’occhio eventuali refusi o frasi che vorrei modificare, è qualcosa che faccio volentieri.

10.  Siamo curiosi: c’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrive?
Nella trilogia “Bacio Immortale” c’è molto di me, sparso nei vari personaggi e non solo nella protagonista, Penelope. Forse perché sono stati i primi libri che ho scritto, forse perché sono arrivata a scriverli dopo un periodo emotivo particolarmente forte, in qualche modo sono stati una specie di seduta psicologica prolungata e tra le righe ho convogliato emozioni che avevo bisogno di sfogare. Nonostante siano fantasy sugli dèi greci, i tre libri fondamentalmente parlano di legami famigliari e di rinascita, del difficile percorso che bisogna compiere per accettare ciò che non si può cambiare del passato e superarlo, in modo da poter essere finalmente felici. Anche nella serie “Le luci dell’Eos” c’è qualcosa di mio, perché dopotutto non si può mai scrivere nulla che non ci appartenga, però di sicuro in misura minore e perlopiù legato alle tematiche affrontate, inerenti ad argomenti che mi stanno a cuore come l’accettazione del diverso e la libertà di amare chi si desidera senza subire discriminazioni.

11.  Legge molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Leggo moltissimo, avverto una sorta di sofferenza fisica se non riesco a farlo. Sono cresciuta in mezzo ai libri, in famiglia tutti leggono e sin da piccola ho avuto qualcuno, soprattutto mio padre e mia sorella maggiore, che mi leggeva storie prima di dormire. A cinque/sei anni mi addormentavo dopo aver ascoltato le avventure di Bilbo e Frodo ne “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”, oppure quelle delle sorelle March di “Piccole donne”. Appena ho imparato a leggere da sola, la biblioteca è diventata la mia seconda casa; arrivata sugli undici anni avevo esaurito la sezione ragazzi ed ero passata ai gialli di Agatha Christie e ai fantasy di Terry Brooks, poi sono arrivati i romanzi storici di Mary Renault e i vampiri di Anne Rice, dopo ancora i romanzieri del romanticismo francese. Ho sempre amato in particolar modo i libri fantasy e i gialli, e negli ultimi anni ho aggiunto anche il romance ai generi che leggo, anche se quasi esclusivamente mm romance viste le mie annose difficoltà con le protagoniste femminili. Insomma, se non sto scrivendo e non sono impegnata altrove, ho sempre la testa ficcata in un libro.

12.  I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Non ho mai provato a partecipare a un concorso letterario, un po’ per timidezza e un po’ perché non mi si è mai realmente presentata la possibilità di farlo. In generale, comunque, credo che siano ottimi modi per farsi conoscere e mettersi alla prova, sottoponendo il proprio lavoro a qualcuno i cui consigli potrebbero rivelarsi utili per migliorare.

13.  Progetti per il futuro?
Al momento sto gettando le basi per un nuovo progetto, che nelle mie intenzioni dovrebbe diventare una trilogia, con una diversa coppia in ciascun libro e una trama generale che parte nel primo e termina nel terzo. Come i miei romanzi più recenti, si tratta di paranormal romance mm, ma stavolta ho abbandonato vampiri e animali mannari per avventurarmi tra le ali e le zanne dei draghi. L’idea è ancora alle battute iniziali, in parte a causa dei miei impegni lavorativi, che negli ultimi mesi sono stati pressanti, in parte perché l’anno scolastico parzialmente in DAD mi ha privata del tempo che di solito sono in grado di dedicare in solitudine alla scrittura. Non demordo e continuo a prendere appunti, sviluppando le idee iniziali e definendo sempre più dettagli della storia, ma sono consapevole che almeno fino a settembre non riuscirò davvero a mettere nero su bianco qualcosa di concreto. Quando finalmente comincerò a lavorarci sul serio, spero di riuscire a terminare la prima stesura senza interruzioni, perché credo in questa nuova storia e voglio farla conoscere alle mie lettrici appena possibile: condividere i miei personaggi con chi nell’ultima decina di anni ha dimostrato di amarli mi riempie sempre di gioia, non vedo l’ora di farlo di nuovo.