Laura Nottari (accento sulla “o”) nasce nel 1981 a Roma, dove vive tutt’ora insieme ai suoi due cani e un compagno che la sfama. Appassionata di serie tv, film horror anni ’80 e buon cibo, adora passare il suo tempo a non fare niente eccetto sfornare libri e allevare alghe palla.
Dopo anni di scrittura ‘nascosta’, Laura prende coraggio e pubblica in self il primo volume di Away, un time travel romance che porta dentro di sé gli influssi di anni di gioco di ruolo medievale e cultura nerd.
In seguito, l’autrice passa a sfumature più delicate, pubblicando due romance storici: Corrispondenza Imperfetta e Onorevole Proposta, entrambi ambientati nel 1800.
Al terzetto si aggiunge infine A Star is Porn, edito dalla Hope Edizioni, libro che si distacca completamente dai predecessori per i suoi toni ‘hot’, comici e spigliati.
In veste di autrice adora il genere romance, ma ancor di più i cliché di cui è fatto. Le piace sfruttarli, capovolgerli, riempirli di un po’ di stranezza e perché no, quotidiana banalità.
Come lettrice, preferisce l’horror.
Laura potete trovarla su Facebook, se avete voglia di foto di cani.
QUI i suoi libri.

1.    Due righe per presentarsi?
Ciao, mi chiamo Laura Nottari (accento sulla o!), vivo a Roma insieme al mio compagno, e due cani con tantissimo sottopelo. Pratico la pigrizia come sport, adoro le caramelle gommose e mi piacciono i film horror. Odio la parola ‘frizzante’ accostata a soggetti non oligominerali (racconto frizzante, persona frizzante ecc…), non chiedetemi perché, ma è così. Parcheggio la macchina talmente male, che quando arrivo nel parcheggio i miei colleghi si mettono tutti dall’altro lato. Sono metodica e abitudinaria, esco di capoccia se al mattino non faccio tutto come dico io. So parlare al contrario, ma non ditelo a nessuno.

2.    Che genere scrive? Oppure, svolazza di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Leggiadra no, diciamo che avanzo a casaccio e con un’indecisione senza pari. La prima storia che mi cattura è la prossima che vedrà la luce. Tralasciando questo scorcio di estrema professionalità, io scrivo prettamente romance, passando da un sottogenere all’altro, così, a sentimento. Storico, fantasy, contemporaneo, hard rock o senza glutine… non mi precludo nulla, purché la storia si concentri, o contenga, un bell’amore. Non i piace fossilizzarmi e mi annoio facilmente, quindi ben venga il saltellare.

3.    Come scrive? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Tecnologia toda la vida! La stesura del libro avviene tutta, rigorosamente, su un computer. Niente cellulare, niente quaderni né taccuini. Uso un quadernino per prendere appunti, poi però dimentico di averli presi, perdo il quadernino, et voilà, ciò che ho segnato finisce inutilizzato. Lo so, è un loop infernale da quale non riesco a uscire. Giusto l’altro giorno ho ritrovato un bloc notes, con dentro appunti di un libro di tre anni fa.

4.    Quando scrive? Allodola, o gufo?
Allodola. Scrivo sempre e solo di mattina. Ahimé, sono portatrice di una sonnolenza senza eguali, e la sera, dopo le 23, mi spengo. Ammiro gli scrittori notturni, ma non so come riescano a farcela… Io sbaverei sulla tastiera.

5.    Coinvolta sempre in quello che scrive, oppure distaccata?
Coinvolta, altrimenti non lo scriverei. Non devo necessariamente mettere un po’ di me nei mei personaggi, ma ho bisogno di sentirli, soffrire e gioire con loro. Ricordo che mentre scrivevo il finale di uno dei due storici, piangevo a fontana. Una roba da moccio e singhiozzi. È stato abbastanza imbarazzante.

6.    Scaletta ferrea, o sturm und drang? Cotroneo, o Bregola?
La scaletta la uso sempre al lavoro, quando non arrivo ai ripiani alti, all’infuori di questo contesto, non so cosa sia. La mia stesura ha la stessa organizzazione di un bagnante che corre verso il mare, passando per una spiaggia arroventata: una roba disarticolata, casuale, saltellante, condita di imprecazioni, urla di ‘machimelhafattofareee!’ e sbracciate. In fin dei conti, ciò che conta è la meta.

7.    Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Metodica! Scrivo tutti i giorni, devo rimanere sul testo e con i personaggi anche quando ho piccoli blocchi o intoppi di trama. Ho una mente molto distratta e se non faccio così, rischio che mi vengano idee nuove, scatti la noia, o abbandoni a metà il progetto.

8.    Ama sempre quello che ha scritto (dopo aver terminato la stesura)?
Dopo la prima stesura no, perché il testo è quasi sempre impreciso, manchevole di qualcosa, e va sistemato, ma dopo la revisione scatta puntuale il colpo di fulmine. Ora come ora, sono innamorata e soddisfatta di tutti i miei libri.

9.    Sa che ci sono scrittori con non rileggono mai quello che hanno scritto e pubblicato? Lei come si comporta?
Pazzi! Come fanno? Io rileggo sempre le scemenze che scrivo, anche a costo di ritrovarmi a digrignare i denti per una frase che vorrei sistemare, o un aggettivo da cambiare. Posso capire che rileggere quanto pubblicato sia un atto potenzialmente frustrante, ma per me è come tornare a fare visita a degli amici. I miei ‘vecchi’ personaggi, spesso e volentieri, mi mancano.

10. Siamo curiosi: c’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrive?
Autobiografico no, ma prendo sempre spunto da quello che mi accade durante le mie giornate, persone che incontro o frasi che ascolto. I miei colleghi hanno speso paura a parlare, temendo di finire in uno dei miei capitoli.
Detta con sincerità, quando scrivo ho un grande bisogno d’evasione, di uscire da me e non pensare alla mia vita.

11. Legge molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Leggo quando posso e quando ho tempo (ah ah ah!). I miei periodi buoni si concentrano tra una stesura e l’altra, quando devo ‘riposare’ la mente, oppure quando ho dei piccoli blocchi di scrittura. Per il resto, aiuto molto altre colleghe autrici facendo loro da alpha reader.

12. I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Nota un pochino dolente, ma non troppo. Confesso: io non sono fatta per la competizione. Odio, con tutto il cuore, mettermi in gara con gli altri. Non lo sopportavo da piccola, nelle varie gare scolastiche e sportive, e non lo sopporto nemmeno ora, da adulta. Non contaminerei mai la scrittura con qualcosa verso la quale provo disagio, quindi no, non ho mai partecipato né parteciperò ad alcun concorso ‘ufficiale’. Il mio ego non ne sente il bisogno, delle coccarde non me ne faccio niente. L’unico faccia a faccia che vado cercando e che desidero per me e i miei libri, è quello con i lettori.

13. Progetti per il futuro?
Una marea! È in uscita A Star is Porn, edito da Hope Edizioni. ASIP è un libro tra l’hot e il comico, che parla di una casa di produzione di film hard italiana, gestita da due super donne che schiavizzano un giovane con un grande talento. La sua stesura ha comportato un’insolita e non semplice ricerca, protratta per quasi due anni. Quando l’ho terminato, avevo finito i sinonimi della parola ‘pene’, avevo problemi con le misure in centimetri, e non volevo più scrivere scene di fiki fiki. ASIP è, per me, una sorta di lavoro di transizione.
In primavera 2022 uscirà Joel & Sue, edito da Words Edizioni, ed è la storia di due deficienti che si incasinano la vita perché non hanno niente da fare. Joel è un uomo metodico, razionale, ossessivo, puntiglioso e acre, mentre (Mary) Sue è una frivola ragazza di Manhattan, che duemila ne pensa e una ne fa. Joel & Sue è l’esempio perfetto di come lavoro io con la stesura: è nato come un chick-lit, poi è diventato un romance con uno slow burn da quaranta capitoli e passa.
Sempre nel 2022, ma più in là altrimenti schiatto, uscirà il prossimo libro, ma devo ancora decidere quale e iniziare a lavorarci. Al momento (citando Forrest Gump), sono un po’ stanchina.