Fin da piccola amavo scrivere: frasi, pensieri, poesie. Un mondo che è cresciuto con me negli anni, nella speranza di vedere la luce. Non sono una scrittrice, per fregiarsi di tale titolo ci voglio anni di lavoro e studio, ma solo una persona che vorrebbe diventarlo. La mia passione per la scrittura nasce dal mettere su carta tutto ciò che di solito taccio. Un modo per esprimere un carattere chiuso e silenzioso. Un’alternativa alla voce per comunicare con il mondo.
Scrivo per far sognare, forse per questo amo molto il genere fantasy, anche se ultimamene preferisco cimentarmi in altri generi. Leggo tanto, libri e manga, sono un’appassionata del “mondo antico” e adoro l’arte dei profumi. Mi diletto a disegnare i personaggi che ispirano le mie storie, un hobby che ho scoperto da poco.
Così si presenta Annina R. QUI i suoi libri.
Andiamo a fare due chiacchiere con lei.
1. Due righe per presentarsi?
Mi chiamo Anna, Annina R è solo uno pseudonimo, e sono una persona abbastanza complicata. Mi piace viaggiare, visitare musei, stare a contatto con la natura e vivrei volentieri su una barca in mezzo al mare. Sono un po’ orso solitario, lo ammetto. Scrivo da quando ero bambina, ma ho iniziato a pubblicare solo nel 2016. Profumo di Stella è il mio primo libro, oggi ho quattro romanzi pubblicati e l’ultimo è uscito con la Triskell Edizioni. Leggo tanto, mi piacciono soprattutto i fantasy, ma ultimamente bado poco ai generi e più alle trame (ovviamente, prima dell’acquisto leggo sempre gli estratti) Nell’ultimo anno mi sono appassionata al disegno, una dilettante allo sbaraglio nulla di più, e mi diverto a riprodurre i personaggi di anime/manga.
2. Che genere scrive? Oppure, svolazza di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Principalmente il fantasy, mi piace avere poche “catene” quando scrivo e questo genere permette una bella libertà rispetto ad altri. Ho esplorato anche altri confini: la sfida più ardua, fino a oggi, è stato il paranormal. Scrivere Il ponte delle danze macabre ha richiesto un grande sforzo perché i toni cupi, la violenza e la manipolazione mentale sono tutti argomenti da cui rifuggivo nelle letture. Non resterà l’unico esperimento, infatti sto provando con un altro genere “ostico”. Sono una persona che va a sensazione e quando ho un’idea per una storia, anche se non è nelle mie corde, ci provo. Alla fine, tentar non nuoce.
3. Come scrive? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Sono sempre stata tecnologica e ammetto che scrivere al pc mi toglie il passaggio dal quaderno a word. Ultimamente, sto riscoprendo la “penna”, mi piace avere un quaderno in borsa su cui scrivere quello che mi viene in mente perché l’ispirazione arriva in ogni momento. Poi, fattore non trascurabile, mi stanco a scrivere al pc a causa di problemi alla schiena.
4. Quando scrive? Allodola, o gufo?
Un animale pomeridiano? Lavorando riesco a ritagliarmi qualche momento, tra una pratica e una telefonata, nel pomeriggio; mentre quando sono a casa l’orario varia perché sono più libera e posso prendermi tutto il tempo che voglio. Una cosa che ho scoperto da poco: non riesco a scrivere nel periodo estivo, soffro troppo il caldo per stare al pc.
5. Coinvolta sempre in quello che scrive, oppure distaccata?
Vorrei restare più distaccata, spesso soffro con i miei protagonisti tanto da piangere. Mentre scrivevo il mio primo romanzo, Profumo di stella, ho versato lacrime come una fontana durante la stesura, la rilettura e l’editing… insomma una valle di lacrime. Discorso inverso per “il ponte delle danze macabre”: il nervosismo causato da taluni atteggiamenti di uno dei protagonisti, mi faceva venire dolori allo stomaco.
6. Scaletta ferrea, o sturm und drang? Cotroneo, o Bregola?
Posso dire che non ho un metodo di scrittura? Non faccio brutta figura, vero? Questa è una mia grande pecca: parto con tutte le buone intenzioni, ma poi mi perdo per la strada. Quindi ho deciso di non fare più niente: solo foglio e storia e scrivo seguendo le sequenze che immagino volta per volta. Alla parola fine inizia il vero lavoro, naturalmente fatico il doppio, perché riuscire poi a collegare tutto è difficile, ma preferisco così. Se faccio in altro modo mi viene il blocco dello scrittore.
7. Ama sempre quello che ha scritto (dopo aver terminato la stesura)?
Non sempre, spesso mi sento come se avessi lasciato qualcosa in sospeso, oppure dato poco risalto ai protagonisti. È una mia insicurezza che viene fuori anche in questo caso, ma so che è una conseguenza delle competenze ancora “in boccio” che mi porto dietro. Essere una vera autrice richiede anni di studio e formazione che io ancora non posseggo. Magari la storia può essere piacevole, ma so che mancherà qualcosa. Sto imparando, però (spero).
8. Sa che ci sono scrittori con non rileggono mai quello che hanno scritto e pubblicato? Lei come si comporta?
Io rileggo i miei libri soprattutto dopo la pubblicazione, quando posso vergognarmi del mio operato a 360°. Davvero è incredibile la quantità di idee migliori che ti arrivano dopo che hai pubblicato, praticamente è un continuo: ma perché ho fatto così e non così? Un disastro, però mi diverto durante questo rito, sono masochista lo ammetto.
9. Siamo curiosi: c’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrive?
Quasi tutto è autobiografico. Le storie che scrivo hanno sempre una parte di vissuto personale che mi ha lasciato un segno profondo, spesso sono anche un modo per buttare fuori quelle sensazioni, negative o positive, che restano addosso. Un esorcizzarle per delegarle poi nel cassetto dei ricordi.
10. Legge molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Amo leggere. Amo entrare nelle librerie, anche quelle straniere dove non capisco neanche i titoli, e odorare i libri. La passione per la scrittura nasce proprio dal mio amore per la lettura, sin da bambina sognavo di arrivare un giorno a pubblicare storie. Il primo libro che ho letto lo ricordo ancora: Stendhal – il rosso e il nero, è il mio libro ricordo di ragazzina.
11. I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Non ho mai partecipato o pensato di farlo. Diciamo che detesto le scadenze e scrivere un romanzo in un limite di tempo mi mette un’ansia… Però non è detto, un giorno potrei buttarmi in questa impresa, sono per il mai dire mai.
12. Progetti per il futuro?
Arrivare a domani indenne… Scherzi a parte, ho tanti progetti che aspettano di essere pubblicati e alcuni che chiedono a gran voce di essere scritti. Ultimamente mi ero fermata, un po’ per il blocco dello scrittore, ma soprattutto per mancanza di stimoli in quanto dopo quattro pubblicazioni, poche ma comunque sufficienti per fare un bilancio, sentivo di non essere giunta a nulla. Non volevo abbandonare questo percorso, che seguo fin da bambina, così mi sono fermata a riflettere: era giusto continuare a mettermi in gioco? Dopo mesi di stasi, ho ripreso piano piano a scrivere e devo dire che sto ritrovando lo stimolo e poi… sarà quel che sarà.
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