Boni.
Se ovviamente piacciono. Mi sorella e mi cognato dissentirebbero, ma loro non li possono vede manco in cartolina. Invece, se lo chiedete a me… Oh, so’ da paura.
Ma come se fanno?

Tritate un po’ de mentuccia, un po’ de prezzemolo e due spicchi d’aglio privati dell’anima, mischiate tutto e mettete da parte.
Mondate i carciofi (lo sapete come se fa, sì?! Altrimenti prendeteli già capati!) e strofinateli col limone, così non diventano neri. Poi strofinateli n’altra volta, ma con un po’ de sale.
Mo’ allargateli al centro coi pollici, levateje la barba e le spine se ce stanno, quindi imbottiteli un po’ col trito (e sì, strofinateli na terza vorta, che so coccoloni loro!). I gambi, se so troppo lunghi, tagliateli un po’, ma lasciateceli attaccati al fiore, ché ce servono!
Mo’, prendete una pentola alta, mettetece un bel po’ de olio d’oliva, disponete i carciofi a testa in giù coi gambi in più tutti belli incastrati in mezzo, così restano in piedi. Se v’è rimasto un po’ de trito, buttatecelo a pioggia sopra. Fate rosola’ per bene: se devono colora’. A quel punto fateli un po’ sdraia’, sfumate con un bicchiere de vino bianco e, quando è evaporato l’alcool, riempite d’acqua fino a copri’ a metà tutto (i carciofi non devono esse sommersi, però!).
A s’to punto, mettete il coperchio (se ce riuscite, tra pentola e coperchio mettete la busta del pane, quella marrone, o della carta paglia), e lasciate stufa’ pe trenta minuti.

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La mentuccia romana è una pianta perenne, presenta foglie piccole, rugose e di colore azzurro-verdastro. Produce fiori piccoli tendenti al viola. Della mentuccia si utilizzano le foglie fresche tutto l’anno. Utilizzata per aromatizzare i funghi o intingoli e per preparare i famosi “carciofi alla romana”.